Gita a Meis – Meglio conosciuta con il nome di Castellorizo.

Esattamente di fronte a Kaş c’è un’isola.
Vedendo la baia di Kaş come una U, quest’isola è la sua dieresi. Beh, la dieresi di Kaş è greca. Caso strano, può sembrare; ma se uno prende in mano una cartina della Turchia e guarda con attenzione, si accorgerà che tutte le sue isole sono greche.
Cosa comporta ciò (oltre a un bello smacco morale per i turchi)?
Che tutti gli stranieri che vivono nel sud della Turchia, al posto che chiedere un costoso permesso di residenza, ogni 3 mesi fanno una gita di qualche ora in terra Greca e, tornati in Turchia, gli si rinnova automaticamnte il visto. E via, per altri 3 mesi! Facile, no?
Il nostro visto di 3 mesi scade tra poco (sono già 3 mesi che siamo in Turchia, stì cazzi) e quindi ci ritroviamo anche noi a salire sulla nave della speranza insieme a:

– un danese che è venuto in Turchia in vacanza 3 mesi fa, poi si è innamorato… e adesso ha un appartamento in affitto ad Antalya.

– un vecchio italiano ciccione che non parla nè turco nè inglese e dice che non vuole prendere il permesso di residenza perchè costa troppo e tanto fra poco muore, viva l’ottimismo..

– svariati inglesi più o meno giovani che vivono qua da anni (e ogni 3 mesi…)

– un sud americano che credo fosse l’unico turista che voleva visitare l’isola di Meis senza secondi fini…

L’isola è in pratica un grosso sasso buttato a caso in mezzo al mare. Sul lato che guarda Kaş c’è una minuscola cittadina (minuscola è già dire troppo, diciamo che sono 2 file di case intorno alla graziosissima baia). Sul lato che guarda il mare aperto naufragarono Abatantuono e il tenente Montini e come ben sappiamo non c’è niente: scogli. Fine dell’isola.
Cosa fanno tutti questi “turisti del visto” sull’isola di Meis?
Si spintonano per accaparrarsi l’ultima bottiglia di Johnny Walker poi, soddisfatto (quello che ha ottenuto la bottiglia) e meno sodisfatto (quello che ha dovuto ripiegare sul Jack Daniels) si siedono ai bar del porticciolo ad aspettare annoiati che la barca li riporti in Turchia.
A noi, a cui non piace nè il Johnny Walker, nè il Jack, il duty free non aveva niente da offrire, così, con Thomas ancora zoppicante, ci siamo arrampicati su per le scale che conducono all’altopiano che sovrasta l’isola. Se da Kaş strabuzzi un po’ gli occhi puoi vedere una sottile linea bianca disegnata sulla scogliera, quelli sono i 404 bianchissimi gradini che ti conducono a uno dei più bei panorami dell’intera baia.
Facciamo giusto in tempo a scendere dall’altopiano che la barca riparte. 20 minuti (forse in effetti esagero, diciamo 15) e siamo di nuovo a Kaş.
Sul passaporto c’è un nuovo timbro, scadenza del visto: 25 febbraio.


Agatik