Kaputaş

A Kaş tutti parlano della spiaggia di Kaputaş.
Ormai l’aspettativa era così alta che difficilmente una semplice spiaggia sarebbe riuscita a soddisfarla.
La strada che da Kaş va a Kaputaş è a picco sul mare, una curva dopo l’altra. Solo in alcuni punti la scogliera di apre per fare spazio a minuscole spiaggie. Il mare è così blu, così incredibilmente blu che non puoi non guardarlo.
Prima di partire ho chiesto: “E come facciamo a riconoscere qual’è Kaputaş?”. Come risposta un sorriso, “Quando ci arrivi lo sai”.
Ci avevano detto che è a una 20ina di kilometri da Kaş, quindi occhi fissi al contachilometri. Manca poco, alzo gli occhi, “E’ quella, per forza!”. La spiaggia ancora non si vede, la si immagina solo in una spaccatura della scogliera. L’acqua lì intorno è diversa: di un azzurro irreale.

Parcheggiamo la moto lungo la strada e guardiamo giù al mare. L’acqua è di varie tonalità di azzurro, una più bella dell’altra. Il fondale di sabbia bianco ne fa risaltare ancora di più i colori. Scendiamo quasi di corsa i 192 gradini che la allontanano dalla strada. Bisogna tuffarsi.
Ma il momento migliore per essere a Kaputaş è sicuramente il tramonto: il sole che si butta nel mare proprio di fronte alla spiaggia si scioglie tingendo l’acqua e il cielo di rosso e di rosa.

Se vi capita tra le mani l’ultima edizione inglese della Lonely Planet sulla Turchia e vi chiedete dove sia quel posto sulla copertina che vi fa mancare così tanto l’estate…beh quella è Kaputaş!


Il video è il ritorno a casa, strada di curve e tramonti.


Agatik