Kekova

Mentre l’est della Turchia era scosso dal terremoto, noi, ignari, eravamo al mare di fronte a Kekova.
Kekova è un isola, rinomata meta turistica per tre motivi: le rovine di un castello Genovese, le tombe Licie (di cui una affiorante dall’acqua) e la città sommersa. Ovviamente noi, lontani dal mainstream, abbiamo fatto altro. Per l’esattezza, abbiamo pescato granchi.
Prima di scatenare le ire degli animalisti, ci tengo a precisare alcune cose:

  1. Non abbiamo depauperato una fragile fauna: era pieno di granchi. Di più: era sovraffollato di granchi. In pratica era pericoloso aggirarsi disarmati.
  2. Non è stata una lotta impari, si sono difesi benissimo. Erano guerrieri. Uno qualunque tra noi e loro avrebbe potuto avere la peggio.
  3. Non sono morti invano: ce li siamo mangiati con linguine e vino bianco.

Detto questo, proseguo con l’enarrazione dell’impresa.

Stavo facendo il bagno, quando Agata mi chiama concitata per mostrarmi un enorme granchio. A malincuore interrompo il mio ammollo per appurare tale fenomeno: quanto mai potrà essere grande e/o interessante un granchio? Caspita: incredibilmente gigantesco!
Dovete sapere che i granchi fanno “così” con le zampine per ricoprirsi di sabbia; dunque mentre dragavo il fondale con un bastone per scovare questa “bestia gigantesca” di cui parlava Agata… “Aaaaah!!” vengo attaccato dal più grande granchio spadaccino che avessi mai visto: avanzando su un fianco fa “Sgnac! Sgnacchete” con le sue tenaglie e poi retrocede scomparendo nel fondale. Ero stato sfidato.

Mi forgio una rudimentale quanto micidiale lancia spezzando a regola d’arte un legno e mi tuffo alla caccia. Con il primo granchio è stato un combattimento estenuante: un alternarsi di serrate schermaglie e lunghe ricerche della preda. Per spirito sportivo, ero a piedi nudi. Un inglese che passava di lì mi ha pure domandato perchè non lo prendevo con le mani… solo perchè non aveva udito il fragoroso rumore di cui erano capaci le tenaglie del nemico! Brrr… non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere.
Sconfitta la prima preda, per dare un senso alla sua morte e dunque una succulenta cena a noi stessi dico: “Vado, ne prendo un altro, e torno”. Dopo trenta secondi rientravo alla base con un nuovo bottino. A questo punto, iniziando a temere la terribile vendetta dei granchi, decido di mollare il colpo e darmi al cinema. Mentre giravo un filmino agli incredibili millepiedi marini dentro la tomba licia, sento e vedo grandi sciabordii e schizzi nei pressi di uno scoglio. Mi avvicino sommessamente prevedendo un grosso pesce e… era il mostro finale! Il leggendario Re dei Granchi alle prese con un combattimento contro un rivale. Lancia in resta, mi butto nella pugna. Una frazione di secondo, un colpo secco e preciso, e il Re è vinto!

Il lieto fine:
Il filmino è assolutamente imperdibile: trattasi del secondo malcapitato.

Thomas