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Mar Nero: spiaggia di Bozkoy e villaggio di Akbayir

Il Mar Nero mi ha fregato.

Perchè io se sento “mare” penso: spiagge, bagni, sole e caldo.

E invece il Mar Nero è: scogliere, onde, umidità e freddo.

Il Mar Nero di notte fa paura. Si alza un muro di nebbia alto più di 5 metri, le onde sbattono isteriche contro la spiaggia e il rumore è assordante.

“Come hai dormito stanotte?” “Di merda, il rumore del mare era troppo forte..”

Al mattino appena svegli rotoliamo verso un minuscolo raggio di sole nella speranza di evaporarci l’umidità di dosso. Arriva una coppia di francesi. La roughguide di questa spiaggia diceva “Spiaggia tranquilla e quasi sempre deserta, al massimo potrete trovare qualche tenda di ragazzi che fanno campeggio libero”. Perfetto. Tutto come nella guida.

Nel pomeriggio continuiamo sulla strada verso Sinop.

Rallentiamo in un villaggio cercando di scorgere un baracchino che fa da mangiare o un supermercato, insomma: fame. Un ragazzo su un trattore ci vede e ci indica una strada che va verso il mare. Eh ok, io avevo fame, mica volevo la spiaggia, comunque ci hai convinto: ci andiamo.


Arriviamo alla spiaggia dove ci accoglie un gruppo di vecchietti. Bellissimi. “Avete fame?” Fichi.
E poi ancora delle donne affacciate a una finestra. “Avete fame?” Torta e panotto ripieno di formaggio.
“Tenda?” “Lì, no problem” “Ma va, lì fa freddo, venite a casa mia” “La moto mettetela nel mio giardino è meglio”. Uao.
Un vecchietto, che fino a un attimo prima aggiustava una barca, mette giù gli attrezzi e ci accompagna a casa sua. Umidità del Mar Nero non mi avrai stanotte. Tiè.

L’ospitalità turca è sincera, ci si sente a casa davvero.

Al mattino, mentre prepariamo la moto per ripartire, vediamo i vecchietti del giorno prima sulla spiaggia tutti presi a fare qualcosa, ci chiamano sbracciandosi. Sono tutti lì che tirano una corda fuori dal mare. “Pesce, pesce. Balik, balik”. Ah beh, dovrà poi essere bello grosso vista la fatica che fanno.
E tira che ti ritira capiamo che stanno tirando a riva una rete. Su una barchetta ci sono due marinai che coordinano l’operazione. I nostri amici vecchietti che un pò collaborano e un pò remano contro. I vecchietti sulla barca che si arrabbiano. Thomas che tira come un matto. Il gatto, che la sa lunga, che stà lì a pochi metri di distanza appostato.

A poco a poco ne esce una rete bella piena di pesci di varie dimensioni, alcuni incastrati nelle maglie fini fini, altri presi prorio nel sacco. Ah, se solo sapessero nuotare al contrario.

E dopo la pesca partiamo davvero. Tutti lì riuniti nella piazzetta del paese a salutarci e augurarci buon viaggio. Commoventi questi vecchietti.

Agatik

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