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Ripartiti: Turchia

Ancora una volta il nostro viaggio è ripartito dalla Turchia.
Dall’incredibile traffico di Istanbul (questa volta ci abbiamo messo “solo” 4 ore ad attraversarla), dal ponte sul Bosforo e…
WELCOME TO ASIA (again).

In Turchia ci sentiamo a casa: parliamo un po’ la lingua, conosciamo il cibo, avevamo persino ancora delle Lire turche nel portafoglio. La prima notte la passiamo a Ipsala, in una pensione dove già avevamo dormito (Sebat Hotel: 30TL in 2, circa 12 euro) e mangiamo in quel ristorante dove ci ricordavamo che l’Adana Kebab era buonissimo: meglio di così!

La verità è che cazzeggiando cazzeggiando a Samothraki si è fatto tardi, il nostro visto per l’Iran stà per scadere, abbiamo poco più di 2 settimane di tempo e ben 3 paesi da attraversare: Turchia, Georgia e Armenia.

La seconda notte la passiamo sul lago di Sapanca in un area per pic-nic dove conosciamo dei ragazzi gentilissimi che per un’incomprensione (ok, forse non lo parliamo poi così bene il Turco….) ci prestano una tenda per dormire e ci offrono birra e anacardi. Volevamo offrirle noi, ma ci hanno detto che quei soldi serviranno più a noi per viaggiare, mentre loro lavoravano: serefè (cin cin!).

Con grande entusiasmo ci ributtiamo sul Mar Nero, apprezzando tantissimo il verde brillante della strada che va da Safranbolu ad Amasra Video ] e riscoprendo quella curvosissima che continua fino a Sinop.
Ci fermiamo un’altra volta a dormire nella spiaggia di Bozköy Video ] che questa volta ci accoglie con un mare incredibilmente calmo, non tonante come ce lo ricordavamo. Ci cuciniamo un’ottima bistecca sul fuoco: quanta soddisfazione dopo un’intera giornata sulla moto!


Purtroppo siamo davvero di corsa e vogliamo superare velocemente questa parte di Turchia che già abbiamo visitato a settembre per dedicare più tempo ai dintorni di Trebisonda, ma sopratutto a Georgia e Armenia. Ogni giorno facciamo più di 350km che per noi abituati ad andare piano e a fermarci quando ci pare significa guidare dal mattino alla sera.

Passiamo a salutare il vecchietto pescatore che ci aveva ospitato a settembre e lo ritroviamo lì dove l’avevamo trovato la prima volta: a pitturare una barca di bianco e di blu. Ci accoglie come se non ce ne fossimo mai andati: “Amici italiani, Buongiorno!”. Questa notte però non possiamo fermarci a dormire, dobbiamo andare, andare. Io sono un pò agitata perchè il tempo stringe, sono femmina del resto…

Arrivati a Trabzon (Trebisonda) ci prendiamo una pausa di due giorni e andiamo a visitare il monastero di Sumela Video ], costruito dai greci ortodossi sulla parete di una montagna in quello che adesso è un parco naturale. All’interno, sulle pareti, ci sono numerosissimi dipinti, la maggior parte purtroppo rovinati da scritte tipo “Gianni è stato qui” con date che partono dal 1820 e arrivano fino a quasi i giorni nostri.

Il giorno dopo ci dirigiamo verso il confine con la Georgia, che incontriamo, a sorpresa, in fondo ad una galleria. Caotico e sgarruppato [trad. dal Valtellinese: in pessime condizioni e un pò arrabattato] come pochi confini nel mondo, tir che bloccano la strada alle auto, tutti che suonano il clacson, gente che va di qua e di là con enormi borsoni. Un poliziotto georgiano ci fa passare davanti alla lunga coda di macchine, il suo collega con enorme fatica e lentezza trova il “chassis number” che sarebbe poi il numero del telaio, perchè evidentemente quello che gli indicavo io non gli piaceva, quindi ha dovuto chiamare un terzo collega che gli ha indicato nello stesso punto… e nel frattempo (giustamente) gli automobilisti si incazzavano (beee-bee-beepp!).

La Georgia è verde e il suo cielo è blu ci ha detto il poliziotto cicciotto del confine. Andiamo a controllare di persona…

Agatik

2 Comments

  1. Hi Friends,
    I read about your journey from Gulf Times news paper, Dubai. Really appreciating and wishing you all the best for your journey.

    By,
    Mathew Thomas

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