Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 6/6 – FILIPPO (l’adulto)

Un altro Filippo, un altro grande personaggio.

Filippo ha 27 anni, la casualità della vita ce lo aveva presentato a un corso base di tiro con l’arco. Direte voi… ma un non vedente fa tiro con l’arco? Avete rischiato la vita? No, anzi Filippo è stato molto bravo, tanto che scopriamo voleva partecipare alle competizioni dedicate.

Ci reincontriamo qualche giorno fa per poter organizzare la nostra partecipazione coi tandem alla mezza maratona di Piacenza.

Era da un po’ che non pedalavo col tandem con uno dei ragazzi non vedenti, solo qualche giorno prima io e Cassandra abbiamo pedalato col piccolo Filippo e ora tocca a me provare se questa coppiata è adeguata per l’occasione. Ormai la scorta non mi serve più. Dopo tutti i viaggi e aver superato un ultratrail, sono molto tranquillo alla guida del tandem in ogni situazione.

Vado a prendere Filippo sotto casa sua, ha seguito il mio suggerimento di fornirsi dei pantaloncini imbottiti e, da quando l’ho conosciuto, scende con la sua immancabile giacca di jeans! E’ il Fonzie di Piacenza.

Partiamo per percorrere l’argine, per lui è la prima volta su un tandem, deve un po’ capire com’è fatto e come funziona, ma ci mette poco a capire che deve lasciarmi il comando della pedalata e che in salita non deve lasciarmi solo nello sforzo. Piccoli accorgimenti che adattiamo in poco tempo. Poco dopo le prime pedalate esprime il desiderio di volerlo rendere il suo sport e vediamo cosa potrà riservarci il futuro.

E’ in gamba e questo conferma che possiamo provarci a presentarci alla maratona assieme a Cassandra e il piccolo Filippo. E’ un’ ottimista quindi il quartetto che si formerà prevedo sarà bizzarro e divertente, in particolar modo coinvolti dall’allegria del gruppo che scorteremo de “Andrea e i corsari della maratona” che spingeranno 5 carrozzine con ragazzi con problemi motori per tutto il percorso della mezza maratona.

Facciamo circa 14 chilometri, tempo di rinfrescarci con un the freddo alla pesca in questa giornata troppo calda per essere un giorno di primavera d’Aprile e rientriamo verso casa.

E’ andata molto bene perciò presto leggerete di come sarà andata la maratona con me e il grande Filippo e Cassandra col piccolo Filippo.

Ora che avete letto i 6 racconti sapete perché facciamo tutto questo!!!

Che dite? Vale la pena aiutarci?

A presto!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 5/6 – LUCA

LUCA:

Nonostante l obiettivo di donare due tandem all’ unione ciechi di Piacenza fosse stato raggiunto, io e Cassandra ci siamo lasciati trascinare dagli eventi e non ci siamo fermati. In parte diamo la colpa a internet, il mezzo che ci ha dato modo di farci conoscere, che ci ha spronato a continuare. Ed ora che scriviamo questi brevi racconti siamo contenti di questa scelta, perché ci ha portato a superare anche nostri limiti personali, non solo quelli dell’aiuto sociale.

Arriviamo così a passare l’inverno a organizzare altre serate in cui parliamo dei nostri viaggi e delle nostre esperienze e del nostro progetto e raggiungiamo l’obiettivo di poter donare altri 4 tandem. Due di questi decidiamo di regalarli all’associazione Oltre l’Autismo di Piacenza.

Ne io ne Cassandra abbiamo mai avuto modo di conoscere personalmente persone soggette a questa particolarità, se non leggendo i loro racconti o facendocene un’idea dagli schermi delle tv. Contattiamo così Mariagrazia che gestisce l’associazione e, entusiasta dell’idea, la conosceremo assieme a suo figlio Luca in una delle serate organizzate per la raccolta fondi. Conoscere Luca è emozionante, è espansivo ed affettuoso. Come mi conosce mi abbraccia, forse non gli è chiaro perché le nostre strade si sono incrociate, ma mi piace pensare che abbia capito che stiamo cercando di fare qualcosa di buono per lui e i suoi amici. Ci rivedremo il giorno della donazione, una fredda giornata di Gennaio 2017 ed è qui che ho occasione, assieme a Cassandra, di pedalare su un tandem per la prima volta con i ragazzi dell’associazione e rimango di stucco quando parto con Luca.

Imprime nei pedali una forza mostruosa, faccio davvero fatica a governare il tandem con tutta questa energia. Facciamo un primo giro attorno al quartiere poi rientro verso la sede e Mariagrazia mi spiega che il primo problema è proprio trovare il modo di permettere ai ragazzi di sfogare tutta l’energia che hanno. Questo, a volte, li rende maneschi. Non per cattiveria, ma perché l’accumulo di forza non sfogata li porta a gesti incontrollati che, ai nostri occhi erroneamente, pare voler essere una minaccia.

Donare due tandem quindi scopriamo essere non solo un modo per passare il tempo per i ragazzi e permettere all’associazione di farsi conoscere in città, ma anche il giusto modo di permettergli, in sicurezza, di fare sport e sfogarsi.

Ripartiamo per un secondo giro, più preparato, con Luca. E scopro un lato della sua personalità bellissima. Saluta tutti! Quando dico tutti, intendo tutti! Pedaliamo veloci per i quartieri della città, i freni sono messi a dura prova, mentre Luca saluta tutti. E spesso la gente, anche se sorpresa, ricambia con un ciao e un grande sorriso. Gli chiedo un paio di volte se è felice e risponde urlandomi un “SI” e quando rientriamo in sede elargisce forti abbracci a me e Cassandra.

Non lo do a vedere, ma mi commuovo mentre faccio provare il tandem anche agli altri ragazzi dell’associazione.

E’ un esperienza fortissima e i genitori dei ragazzi, che gestiscono in prima persona l’associazione, hanno tutta la nostra ammirazione. Scopriremo qualche mese dopo che la donazione ha dato il via, all’interno dell’associazione stessa, a un progetto più grande con la collaborazione del Comitato Sportivo Paraolimpico e che la notizia della nostra donazione ha portato altri privati a donare all’associazione stessa un altro tandem!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 4/6 – SUSANNA

SUSANNA:

Poco dopo l’incontro con Olimpia, veniamo contattati da un’altra iscritta all’unione ciechi, Susanna. Lei è famosa nello sport piacentino perché ha conquistato il podio nell’atletica leggera correndo nelle gare riservate agli ipovedenti. Difatti il suo nome è conosciuto dagli organizzatori della maratona della nostra città. Purtroppo gli impegni di tutti noi sono davvero tanti e alla fine decidiamo di organizzarci senza avere una scorta, anche perché come per Olimpia, Susanna è allo stato iniziale di una malattia degenerativa che attualmente limita il suo campo visivo.

Non è della città, è giunta dalla Sicilia per lavoro, allora seguiamo la ciclabile che ci porta verso la val trebbia, giusto per fare una zona che ancora non conosceva. Abbiamo amicizie in comune nel mondo sportivo piacentino e mi racconta come sta vivendo questo momento della sua vita in compagnia della malattia, ma nella solitudine di una città che non conosce.

Ma la solitudine di cui parla non è dettata solo dal luogo in cui viviamo, ma anche dal fatto che è una donna molto bella. Per molte sarebbe un vanto, ma a volte diventa una maledizione. Nel suo caso si ritrova allontanata dalle persone che ne sono intimidite o dalla stupidità di quelle persone che ne sono invidiose o gelose o deve stare all’erta da chi invece ne approfitterebbe.

Capisco che non è un momento facile della sua vita, ma anche che io e Cassandra non possiamo esserle d’aiuto più di tanto. Approfittando della sua indole sportiva, mentre pedaliamo, cerco di convincerla a rendere il tandem il suo sport, ho i contatti giusti per creare un team sportivo e potrebbe essere l’occasione per presentarle le persone giuste, ma nelle settimane successive la cosa non andrà in porto.

La passeggiata in tandem passa veloce e finisce davanti la sua palestra, che mi racconta essere la sua seconda casa, difatti come arriviamo saluta e viene salutata dalle persone che entrano o escono dalla struttura. Di una cosa rimango certo. La natura della terra da cui proviene, la Sicilia, la rende una donna forte e per quanto possa essere dura la vita, non si spezzerà.

Di questo poi avremo la certezza nei mesi successivi, la rincontriamo in città un paio di volte e ci rivediamo nel settembre dello stesso anno quando doniamo i primi due tandem proprio all’unione ciechi di Piacenza e ciò che si nota sempre è che il sorriso non le manca mai.

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 3/6 – OLIMPIA

OLIMPIA:

Naturalmente con l’Inverno non riceviamo richieste, ma come inizia la primavera del 2016 riceviamo la chiamata dell’unione ciechi per sapere se siamo ancora disponibili. Ovviamente la risposta è affermativa e ci danno i contatti di Olimpia.

Olimpia è una mamma che, come Divio, sta subendo i danni di una malattia degenerativa che attualmente limita le sue capacità visive. La accompagneremo in due diverse passeggiate.

Ci accordiamo per un pomeriggio settimanale di primavera, organizzarci non è facile per via degli impegni nostri e di Olimpia, ma ce la facciamo.

Ci vediamo in città, il meteo non è perfetto e Olimpia si presenta in jeans. Per di più, come partiamo, Cassandra cade con la sua bici, ma integerrima si rialza, nonostante i graffi, e riparte. Insomma ci sono tutti i presupposti per non poter fare un lungo giro. Difatti andiamo lungo l’argine, ma il cielo non ci convince.

Ma è Olimpia, e la sua volontà, che ci trattengono a non rinunciare da subito.

Ci racconta chi è, ci spiega le attività nella vita quotidiana e presso l’unione ciechi e ci racconta come sta vivendo questo momento della sua vita. Non vuole mollare, non lascia che sia la malattia a condizionare il suo stato d’animo e le sue giornate. Ma quel che ci fa capire davvero chi è Olimpia sono le richieste di pedalare sempre più veloce. Vi è carica, ma anche sfogo, nell’energia che imprime al tandem. Come Filippo, vuole sentire l’aria sul volto!

Non pioverà, ma non possiamo rischiare e accorciamo la pedalata per rientrare in città molto presto. Allora promettiamo di organizzare una seconda pedalata molto presto.

In questo frangente di tempo succedono due cose:

  • Io e Cassandra capiamo che da soli non possiamo gestire le richieste per la mancanza di tempo e quindi che l’idea migliore sia rendere indipendente l’unione ciechi di Piacenza con dei tandem loro;
  • Conosciamo Rosita e la sua bellissima famiglia che ci darà l’input per capire come raccogliere i fondi necessari.

Ci riorganizziamo con Olimpia, stavolta Cassandra non può esserci, ma con me e Olimpia avremo la scorta della figlia di Olimpia ed, inoltre, di Rosita, il marito Tano e la figlia più piccola.

Stavolta possiamo permetterci un giro più lungo e dalla città seguiamo la ciclabile che ci porta a Gossolengo. Anche in questo caso Olimpia è carica come una bomba e non vede l’ora di correre. Non le basta pedalare per una passeggiata tranquilla. Vuole arrivare al momento dell’aperitivo il più velocemente possibile… Sarà un buon pomeriggio e Olimpia stessa, saputa la nostra volontà di come modificare la nostra disponibilità, ci incoraggia a incominciare, assimilo da lei la forza che la caratterizza! Olimpia è una mamma tosta! Sarà presente in ogni momento importante del progetto, dalle prime serate alle donazioni.

E’ così che inizia davvero il progetto : IL TANDEM VOLANTE e la carica di Filippo e la determinazione di Olimpia ci insegnano come e cosa fare!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 2/6 – IL PICCOLO FILIPPO

IL PICCOLO FILIPPO:

Siamo nel cuore dell’estate del 2015, io e Cassandra siamo rientrati dalle nostre ferie e percorso, quindi, il nostro primo viaggio in tandem che ci ha visto pedalare sulle coste della Sardegna e della Corsica per poi rientrare da Genova a Piacenza con un’unica mitica tappa di 130 km, attraversando i valichi che separano le due città con un tandem pieno di borse e un carrellino a seguito… Ma questa è un’altra storia…

Sono giorni caldi e, dopo Divio, per parecchio tempo non veniamo contattati dall’unione ciechi di Piacenza fino a che non ci chiama una mamma, Mariangela.

Mariangela è la mamma di 3 bellissimi bambini, di cui Filippo è non vedente dalla nascita. Ci accordiamo per un pomeriggio in settimana e per una strana coincidenza, non solo è disponibile Cassandra a scortarmi per la sicurezza del tandem lungo le strade, ma lo è anche mia madre che ci accompagna.

Arriviamo a Gossolengo e conosciamo di persona Mariangela e i suoi figli. Filippo è una bomba di energia, parla sempre e fa sempre sorridere, non vede l’ora di partire col tandem, non lo ha mai provato e sia io che Cassandra siamo un attimo sbigottiti da tanto entusiasmo.

Parte così la curiosa carovana che vede me col tandem assieme a Filippo seguiti da sua madre Mariangela che porta sul porta-bebè il fratello più piccolo poi la sorella grande indipendente con la sua bici, Cassandra e mia madre. La compagnia più strana che si potesse vedere in provincia…

Filippo ha solo 10 anni ed è leggerissimo, ma tutta la sua energia richiede una guida attenta poiché continua a muoversi e parlare. Mi racconta in pochi minuti migliaia di cose e tra una frase e l’altra, senza rendersene conto, ci racconta le emozioni che sta provando che per noi sono lampi di luce di emozioni.

Ha un orecchio finissimo e attribuisce una nota a ogni rumore che il tandem emette, non sa bene come funziona una bici e ogni tanto si fa male quando, distraendosi, perde i pedali che poi gli colpiscono il polpaccio, ma non demorde, rimette i piedi nella giusta posizione e ogni volta mi richiede di accelerare… Lo accarezza l’aria e il modo semplice con cui me lo spiega mi ricorda le prime emozioni delle mie prime pedalate da bambino.

Passiamo sotto la ciclabile del ponte Paladini e non c’è bisogno che gli descriva che siamo sopra un fiume (il trebbia) lo sente e me lo racconta lui che siamo sopra un fiume. Le sue emozioni diventano le nostre.

La passeggiata passa in un attimo tra le mille risate che Filippo ci fa fare. Mariangela è proprio una mamma in gamba e riesce a gestire i tre figli senza dare segni di stress. Ci invita a casa loro per una granita e scopriamo il mondo di Filippo in una casa senza troppi sopramobili e in cui regna la musica. Di tutti i generi. Filippo prende un CD e lo inserisce nel lettore e inizia a cantare di tutto, dalla musica italiana anni 50 alle ultime hit del momento. Non esiste il silenzio per Filippo.

A fine giornata ci salutiamo e nel rientrare verso casa io e Cassandra, senza parlare, sentiamo già dentro di noi che ciò che facciamo è molto grande, forse per noi troppo grande, ma la carica di Filippo è la nostra benzina.

Rivedremo Filippo un anno dopo, quando doneremo i primi due tandem proprio all’unione ciechi di Piacenza e poi ultimamente per allenarci per guidare i tandem alla maratona di Piacenza.

La seconda volta che Filippo sale con noi sui tandem sono passati due anni, pochi giorni fa da quando sto scrivendo questo racconto, questa volta lui è già più abituato perché dopo l’esperienza con noi Mariangela e il marito han deciso di comprare un tandem tutto loro per Filippo.

Stavolta però alla guida vi è Cassandra e io scorto il tandem controllando preventivamente gli incroci. Filippo adesso ha 12 anni, ma non è cambiato. Ha sempre più entusiasmo ed è contagiosa la sua forza. Cassandra sono pochi chilometri che conduce un tandem, ma non si lascia intimidire. Il giro è breve, ci serve solo per capire se sarà possibile portare un secondo tandem alla maratona di Piacenza, ove saremo per pubblicizzare il nostro progetto. Muoverci in una zona che Filippo conosce ci fa impazzire.. Continua a urlare “GUARDA LA!” e tu istintivamente ti giri, poi ci pensi e dici.. ma davvero sto guardando dove mi ha detto di guardare un bambino che non ci vede???…

Filippo è così, ci prende un po’ in giro, ci fa ridere, racconta una cosa poi gli fai una domanda e ti risponde un’altra cosa ancora, ma è fantastico stare con lui. Capiamo che alla maratona ci sarà davvero da ridere!

E che nulla è impossibile!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 1/6 – DIVIO

Scriviamo due righe,buttate di getto, cercando di trasmettervi le nostre emozioni e i nostri perché!

Perchè ci siamo imbarcati in tutto questo?

Non lo sappiamo neanche noi,la nostra strada ci ha portato qui oggi e non abbiamo provato a forzare la mano a favore o contro quello che oggi ci ha reso IL TANDEM VOLANTE.

Eravamo in auto un giorno della primavera del 2015 e io (Diego) e Cassandra ci chiedavamo cosa potevamo fare, oltre il volontariato. In macchina avevamo a bordo anche il nostro tandem,ci stavamo spostando per un giretto fuori provincia. La risposta era dietro di noi. Non abbiamo amici o parenti ciechi o autistici o con altri handicap,ma l’idea di collegare una nostra passione con qualcosa di utile per il prossimo ci ha preso subito.

Contattattammo l’unione ciechi di Piacenza per far sapere la nostra disponibilità e, dopo qualche settimana, la prima chiamata:

DIVIO:

E’ la prima richiesta che riceviamo, l’appuntamento è per un caldo pomeriggio di inizio estate del 2015.

Cassandra non può seguirmi per impegni di lavoro e dato che non avevo mai condotto il tandem con un non vedente, ho chiesto l’aiuto di altri ciclisti e, per mia fortuna, accoglie la mia richiesta l’amico Marco Cesena che mi seguirà per garantirmi più sicurezza durante la pedalata.

Divio è un energico pensionato che ha perso la vista per via di una malattia degenerativa.

Ci troviamo sotto casa sua e partiamo per un giro attorno alle campagne di Pontenure.

Accarezza il tandem, ne intuisce la forma. Divio ama andare in bici e non poterci più andare in modo indipendente è per lui frustrante. Mentre tasta manubrio, telaio per arrivare alla sella fino al portapacchi continua a ripetermi che il tandem è davvero molto bello. Sottovaluto la capacità valutativa che si può avere non potendo vedere ciò che si sta analizzando, ma apprezzo i suoi complimenti per il mio mezzo che per poter fare lunghi viaggi ha subìto parecchie modifiche.

Mentre pedaliamo percepisco il sorriso di Divio per l’opportunità, ricorda le strade che stiamo percorrendo e me ne racconta il panorama che vedeva prima del buio che adesso lo accompagna. Qualcosa è cambiato, vi è più cemento purtroppo, ma non ho coraggio a farglielo sapere.

Ce lo dice chiaramente che è contento della giornata, pedaliamo un paio di ore e ci racconta tutti i suoi giri in bici. Sia quelli più semplici per andare a fare la spesa ,sia quelli più lunghi nelle caldi estati passate per cercare refrigerio nel Po. Al rientro ci invita a gustarci un ghiacciolo assieme e ci racconta le esperienze con l’unione ciechi. Vedo per la prima volta quanto è importante avere delle abitudini per spostarsi con sicurezza nei propri spazi. Ero stato a Milano agli spazi dell’unione ciechi ove fanno provare l’esperienza di una camminata al buio,ma vedere la quotidianità di un non vedente è ancor più significativo.

Nella giornata l’esperienza è sicuramente statà più grande per me che per Divio che mi saluta con affetto, ringraziandomi più volte e con sicure pacche sulla spalla. Al rientro a casa non vedo l’ora di raccontare tutto a Cassandra.

Il tandem volante muove il primo passo…

 

 

Vi va di aiutarci? DAI! Ecco come e perchè!

Tanti enti chiedono una donazione, cerchiamo a modo nostro di distinguerci lavorando a carte scoperte e dicendovi cosa facciamo senza troppi giri di parole.

Intanto.. come:

con una donazione al sito:

buonacausa.org/cause/il-tandem-volante

oppure aiutandoci nel modo che credete migliore contattandoci via mail:

iltandemvolante@gmail.com

o alla pagina facebook e instagram : IL TANDEM VOLANTE

PERCHE’?:

Ogni donazione,raggiunti i 300 euro circa,ci permette di acquistare un tandem usato,sistemarlo se necessario e donarlo (possibilmente in coppia,perchè due tandem is meglio che uan…) alle associazioni che seguono disabilità come Cecità,Autismo o sindrome di Down.

Da Giugno 2016 ad oggi abbiamo donato:

2 tandem all’unione ciechi di Piacenza,

2 tandem all’associazione Oltre l’Autismo di Piacenza,

1 tandem all’unione ciechi di Lodi,

1 tandem per bambini (cammellino) all’ufficio Disabilità di Alessandria.

La donazione non solo consente alle persone diversamente abili di poter fare movimento,ma permette all’associazione di richiedere l’aiuto di persone, estranee all’associazione stessa, proponendosi come piloti per i tandem e quindi di consentire all’associazione stessa di mettersi in luce e uscire dall’isolamento in cui solitamente si ritrovano. Poichè questi enti sono gestite al 99% da persone che vivono in prima persona la disabilità.

Uscire da questo isolamento permetterà a queste associazioni di far conoscere meglio i loro interventi e le loro difficoltà e cercare di far integrare il più possibile la disabilità con la società locale.

Inoltre parliamo di bici,quindi di ecologia, economia e sport. Temi che in questo periodo sono sempre più importanti e di cui la bici è la protagonista assoluta!

 

Nel futuro i nostri obiettivi sono donare tandem alle province colpite dal terremoto dell’estate 2016, perchè dei disabili che hanno subito tale sciagura naturale NESSUNO ne ha parlato!!! E noi vogliamo aiutare a far puntare i riflettori su chi è stato colpito con più forza da questo cataclisma.

X QUALSIASI AIUTO VORRETE DARCI: GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!

 

P.S. Se preferite una donazione più diretta abbiamo anche i nostri salvadanai piazzati in giro per le città:

PIACENZA:

  • VIVO Sport in via Gorra 5;
  • Bar Diara sulla S.S.45 poco prima di Rivergaro;
  • ORSI BIKE in via Agazzana 21 a S.Nicolò;
  • Pizzeria Vado al Massimo in via Roma a Gragnano trebbiense;
  • supermercato CRAI di Gragnano Trebbiense.

MILANO:

  • Negozio bici / enoteca CICLOSFUSO in via sartirana 5;
  • market Latteria&Co in via savona 4.

ALESSANDRIA:

  • Bike Bar in via bellini 40/a.

PAVIA:

  • Ostello Artemista di Spessa Po.