Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 1/6 – DIVIO

Scriviamo due righe,buttate di getto, cercando di trasmettervi le nostre emozioni e i nostri perché!

Perchè ci siamo imbarcati in tutto questo?

Non lo sappiamo neanche noi,la nostra strada ci ha portato qui oggi e non abbiamo provato a forzare la mano a favore o contro quello che oggi ci ha reso IL TANDEM VOLANTE.

Eravamo in auto un giorno della primavera del 2015 e io (Diego) e Cassandra ci chiedavamo cosa potevamo fare, oltre il volontariato. In macchina avevamo a bordo anche il nostro tandem,ci stavamo spostando per un giretto fuori provincia. La risposta era dietro di noi. Non abbiamo amici o parenti ciechi o autistici o con altri handicap,ma l’idea di collegare una nostra passione con qualcosa di utile per il prossimo ci ha preso subito.

Contattattammo l’unione ciechi di Piacenza per far sapere la nostra disponibilità e, dopo qualche settimana, la prima chiamata:

DIVIO:

E’ la prima richiesta che riceviamo, l’appuntamento è per un caldo pomeriggio di inizio estate del 2015.

Cassandra non può seguirmi per impegni di lavoro e dato che non avevo mai condotto il tandem con un non vedente, ho chiesto l’aiuto di altri ciclisti e, per mia fortuna, accoglie la mia richiesta l’amico Marco Cesena che mi seguirà per garantirmi più sicurezza durante la pedalata.

Divio è un energico pensionato che ha perso la vista per via di una malattia degenerativa.

Ci troviamo sotto casa sua e partiamo per un giro attorno alle campagne di Pontenure.

Accarezza il tandem, ne intuisce la forma. Divio ama andare in bici e non poterci più andare in modo indipendente è per lui frustrante. Mentre tasta manubrio, telaio per arrivare alla sella fino al portapacchi continua a ripetermi che il tandem è davvero molto bello. Sottovaluto la capacità valutativa che si può avere non potendo vedere ciò che si sta analizzando, ma apprezzo i suoi complimenti per il mio mezzo che per poter fare lunghi viaggi ha subìto parecchie modifiche.

Mentre pedaliamo percepisco il sorriso di Divio per l’opportunità, ricorda le strade che stiamo percorrendo e me ne racconta il panorama che vedeva prima del buio che adesso lo accompagna. Qualcosa è cambiato, vi è più cemento purtroppo, ma non ho coraggio a farglielo sapere.

Ce lo dice chiaramente che è contento della giornata, pedaliamo un paio di ore e ci racconta tutti i suoi giri in bici. Sia quelli più semplici per andare a fare la spesa ,sia quelli più lunghi nelle caldi estati passate per cercare refrigerio nel Po. Al rientro ci invita a gustarci un ghiacciolo assieme e ci racconta le esperienze con l’unione ciechi. Vedo per la prima volta quanto è importante avere delle abitudini per spostarsi con sicurezza nei propri spazi. Ero stato a Milano agli spazi dell’unione ciechi ove fanno provare l’esperienza di una camminata al buio,ma vedere la quotidianità di un non vedente è ancor più significativo.

Nella giornata l’esperienza è sicuramente statà più grande per me che per Divio che mi saluta con affetto, ringraziandomi più volte e con sicure pacche sulla spalla. Al rientro a casa non vedo l’ora di raccontare tutto a Cassandra.

Il tandem volante muove il primo passo…

 

 

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