Il nostro: AMATRICE SOCIAL TRAIL

Non è assolutamente facile raccontare di un viaggio straordinario avvenuto dentro al cuore di 16 persone prima ancora che sulla strada, ma ci proverò.

Il primo venerdì di Giugno 2018 Io e Cassandra eravamo sul pubblico passeggio di Piacenza assieme agli amici dell AVIS e di Radio Sound e la Palestra Leclub in attesa dell’arrivo del gruppo di ciclisti partiti da Alessandria, non sapevamo ancora chi erano e se ci saremmo trovati bene a pedalare in gruppo, abituati a pedalare solo io e lei sul nostro tandem.

Ma già al primo contatto al loro arrivo abbiamo intuito due cose: l’eterogeneità che componeva il gruppo e la bella pazzia che brillava dentro ognuno di loro. Non si sarebbe riuscito a creare un gruppo così diverso eppure così eccezionale neanche provandoci! Il bello del caos e del caso.

Ci ritroviamo quindi a esser composti dal giovane che si sta laureando, al ragazzo non vedente appena laureato, a due trentenni, qualche quarantenne fino al settantenne dal motore bosh al posto delle gambe…

3 donne e 9 uomini, 2 tandem e 8 diverse bici, partono il sabato da Piacenza direzione S.Polo. Rispetto la traccia che segue tratti sterrati e qualche guado dirottiamo su strade secondarie su asfalto sino ad arrivare a Fidenza a pranzo presso il locale (scopriremo solo dopo per caso) del fratello di Gene Gnocchi. Scopriamo così che tutti siamo accomunati dalla stessa passione: pedalare da un osteria all’altra!

Ripartiamo così appesantiti che i pedali si abbassano per gravità e non per forza muscolare… ma riusciamo ad arrivare ad un orario decente a S.Polo dove ci aspetta l’AVIS locale con tanto di arco e aperitivo a base di parmigiano e aceto balsamico invecchiato 25 anni!!! Ma la sorpresa più bella sarà conoscere il presidente avis di un paese vicino di soli 19 anni!

Una dormita sulle mitiche brandine della protezione civile e siamo pronti a ripartire su quella che sarà probabilmente ricordata come la tappa più dura. Un problema tecnico ferma una bicicletta e ci costringe a cambiare pilota al tandem di Davide (il ragazzo non vedente), il problema si rivelerà in futuro l’inizio di una coppiata tra Davide e Angelo perfetta, duratura, paterna! Da S.Polo ripartiamo destinazione Silla. La strada punterà sempre a salire e non mancherà qualche guaio tecnico ad una sola singola costante bicicletta… ma questa è un’altra storia… Qualche pausa di troppo ai bar ci attarda e l’ora di pranzo arriva veloce portandoci ad una trattoria da camionisti lungo l’ultima grossa statale che percorreremo prima di iniziare le vere e proprie salite del percorso di oggi. Dopo il pranzo e l’ennesima foratura da riparare riusciamo a ripartire. Si sale, si arriva in alto, si attraversano scorci bellissimi, per poi fare pochi minuti di discesa ed arrivare a Pavullo, dove ci attende un fresco gelato prima della salita più ardua.

Montese non arriva mai, la salita è costante e continua per chilometri, ci aspettiamo tra di noi ad ogni pausa fino a giungere a questo stra”benedetto” paesino di Montese che ormai è buio e son passate le 21. A porretta l’Avis locale c aspetta già da un po’. Accendiamo i faretti, indossiamo i kway e ci lanciamo in discesa, finalmente… alcuni  son più veloci,noi col tandem ci attardiamo un po’, ma assieme ad Anna Maria, la nostra lentezza diventa la nostra arma vincente, poiché leggiamo bene i segnali stradali e arriviamo a destinazione. Il resto del gruppo a un bivio ha sbagliato e arriverà quasi 45 minuti dopo. Sono già le 23 e la pazienza degli amici di Porretta si dimostra infinita. Doccia, pasto e 4 chiacchere. Gli ospitanti ci salutano, lasciandoci riposare presso la loro struttura che l’orologio indica l’1 passata. Ma finalmente ci godiamo il meritato riposo.

E’ lunedì 4 Giugno, il sole ci saluta mentre ci prepariamo. A Porretta è presente un negozio di bici e decidiamo di mettere in sesto la bici i cui freni si erano bloccati il 1° giorno di viaggio e di capire il problema che affligge la bici del nostro vecchietto, Il Gianpy, che continua a bucare… ma è anche un opportunità per acquistare due caschi da donare al nostro mitico Gaetano, videomaker del gruppo e appoggio logistico, che ci segue un po’ in bici e un po’ in furgone coi capelli al vento e un altro per Davide che sta proseguendo con indosso un casco rotto… Nel primo caso il destino ci rivelerà la grande saggezza di questa scelta…

Sono quasi le 11 quando riusciamo a salutare Porretta salendo lungo questa vallata incantata il cui tempo sembra si sia fermato. Proseguiamo per una statale poco trafficata dove passa una linea ferroviaria che probabilmente vedrà passare un treno all’anno. Con Cassandra ci ripromettiamo di tornare a bordo di quel treno un giorno, per tornare a visitare queste vallate. A Pracchia, col passaggio da Emilia A Toscana ci meritiamo una pausa merenda che diventa una pausa pranzo con tanto di firme sulla bandiera AVIS, che Carmelo tira fuori in ogni occasione propizia, da parte di un gruppo di ciclisti austriaci. Salutandoci, ognuno per la sua direzione, ripartiamo in discesa verso Pistoia, veloce foto in centro e via verso Prato, l’arrivo in città è strano, scherziamo con Davide che il prossimo anno affronterà il suo viaggio verso Pechino, dicendogli che è già arrivato. Effettivamente il primo quartiere che ci accoglie è una grande chinatown Italiana dentro la quale veniamo ospitati sotto ogni tetto utile dato che ci sta colpendo un nubifragio di proporzioni epiche. Nell’attesa che smetta controlliamo il meteo che continua a essere negativo per tutta la giornata ed è per questo che i due tandem e l’arzillo gianpy mollano il colpo e in centro a Prato, dopo aver salutato Claudia, la pilota ufficiale del tandem di Davide che deve rientrare per lavoro a casa, saliamo sul furgone per raggiungere la meta. La scelta è importante per arrivare almeno una rappresentanza di noi a Terranuova, dove ci aspettano gli alpini della Val d’Arno che ci ospiteranno per la notte. Non hanno modo di preparare qualcosa per la cena così sapendo che i locali dispongono di una cucina, noi che ci siamo staccati dal gruppo pedalatori ne approfittiamo per iniziare a fare spesa e preparare la cena. Solo col senno di poi ci rendiamo conto che la scelta è stata vincente. Il presidente del gruppo che ci accoglie, Giovanni, è una persona molto anziana e approfitta della nostra presenza per passare una serata in compagnia, diversa e divertente, trova subito feeling con il buon Gianpy. Nel frattempo Cassandra, Davide e Tano predispongono il tutto per la cena, mentre io ho appena il tempo di cambiarmi che ricevo la chiamata di aiuto dei ragazzi che stanno ancora pedalando. Sono già le 21 passate, sono riusciti a superare Firenze, ma AnnaMaria e Angelo sono stanchi e con luci insufficienti, non sono lontani, mezz’ora di furgone e vado a recuperarli. Sulla strada incrocio tre eroi: Carmelo, Antonio e Giuliano che senza batter ciglio e ancora freschi come rose stanno pedalando l’intera tappa alla luce delle frontali. Macchine da guerra per una tappa così lunga.

Sono passate  le 23 e finalmente siamo arrivati tutti a destinazione, docciati e con le gambe sotto il tavolo. Gaetano si dimostra ottimo in tutti i campi in cui lo mettiamo alla prova e ci fa trovare un risotto che è la fine del mondo.

Anche stavolta si va a letto dopo l’1,tutti nelle stanze della sede ANA. Tranne Gaetano che per motivi fisici ogni sera cerca un albergo in zona dove poter riposare comodamente. Non è solo comodità, ma anche lavoro, difatti non dormendo mai molto per abitudine, si alza all’alba e al momento del nostro risveglio, verso le 7, ci abituiamo a sentire le suonerie dei cellulari che segnalano un suo messaggio con il link del video che ha preparato sulla tappa precedente. Inutile dire che i video sono sempre uno spasso!

Colazione, si saluta il buon vecchio Giovanni, presidente della Sezione ANA che ci ha ospitato e si parte.

Destinazione Passignano sul Trasimeno!!! E finalmente un po’ di sterrato come si deve! Gianpy ha deciso di usare nuove calzature… le scarpe si sono guastate da Piacenza e sono attaccate tra loro con le fascette da elettricista… ma per questa tappa ha deciso di calzarle col mignolo del piede di fuori.. numeri mai visti.. risate molte dato che il caro vecchietto, nonostante gli avvisi, si è poi presentato con le gomme lisce e ogni volta che entra nella ghiaia derapa come Vin Diesel in Fast and Furios.

Il gruppo si sta consolidando, ormai ci abituiamo alle stranezze del Gianpy e la formazione del gruppo si consolida con in testa Gianpy che non conosce mai la strada, dietro segue il tandem di Angelo e Davide, coppiata eccezionale, due motori da formula 1. Davide col suo Iphone a volume a tutto spiano segue le indicazioni di googlemaps e riesce straordinariamente a sbagliare sempre strada.. sarà che non la vede… (black umor…). Carmelo fa su e giù dal primo della fila al fondo e avanti e indietro, se potessimo controllare tutti i contakm, risulterebbe che lui ha fatto il doppio dei km di tutti noi. Antonio, il saggio navigatore sta in mezzo e dà la giusta rotta a tutti, quando chi è in testa sbaglia, parte e li va a riprendere, ci riunisce e si riparte. Mi soffermo sulla grandezza della persona di Antonio che ci ha colpito appena conosciuti per una semplice affermazione, bella e profonda nella sua semplicità che ci ha dimostrato tutte le qualità di questo nuovo amico. Alla domanda se aveva famiglia ha risposto, diversamente dal solito, : “sono felicemente sposato!!” . Un piccolo esempio di chi formava questa allegra combriccola.

Mentre Giuliano e AnnaMaria stanno al fianco del nostro tandem, angeli custodi, amici cari. Giuliano, quando necessita o viene provocato, passa da 0 a 100 in un secondo senza il minimo sforzo e senza fare il minimo rumore. Compagno silenzioso e buono. Scopriamo che partecipa ad un bellissimo progetto ingegneristico e sportivo: le waterbike, bici che vanno sull’acqua,ci mostra qualche video,spettacolare. AnnaMaria è una Super Mamma –  Super Ciclista e la accomuna a noi la passione di pedalare da una birreria ad un’altra!

Tra mille bestemmie del Gianpy ogni volta che gli diciamo che abbiamo sbagliato Traccia e far scendere i tandem da un sentiero con l’uso della provvidenziale corda che mi port sempre dietro, finalmente arriviamo a Passignano. I ragazzi dell Avis ci fanno parcheggiare le bici in mezzo alla piazza chiusa al traffico e ci invitano a parlare presso la loro sede. Vedo nei volti di tutti noi guardare a malincuore la birreria vicina senza entrarci… finita la prassi dei convenevoli ci portano presso la palestra che ci ospiterà, quando arriviamo sono appena finiti gli allenamenti della squadra di volley (o basket? Boh…) e la temperatura interna è vicina a quella dei forni crematori. Non ci perdiamo d’animo! Facciamo una bella doccia gelata e Antonio, Carmelo e Giuliano (il fantastico trio di Ironman!!) montano in pochi minuti un condizionatore che trovano nascosto dentro un piccolo magazzino nella saletta che useremo come dormitorio!!!

Arriva finalmente il momento di mettere le gambe sotto il tavolo! Ma all’ingresso il ristoratore ci invita a tornare poco dopo perché è pieno. Il signore che ci guida è effettivamente una guida turistica di Passignano e ne approfitta per illustrarci il lago della bella Passignano. Finalmente è il nostro momento, ma è chiaro che il ristoratore non sa con chi ha a che fare dato che ci propone o solo affettati o solo un piatto di pasta. Manca poco alla rivolta, ma riusciamo a saziarci ugualmente anche se rimarrà una nota negativa come ricordo. Finalmente si va a nanna a un orario accettabile.. strano ma vero… Ci diciamo tutti buonanotte, un ultimo occhio ai cellulari sapendo che al nostro risveglio risplenderà il numero 1 di un messaggio ricevuto: il video di Tano.

Partenza con calma oggi. Ricca colazione! Tappa cortissima oggi, di scarico. Dobbiamo solo arrivare a Perugia. Se non fosse che… per fare quei 30 km… dobbiamo superare elevazioni da Himalaya… A ogni salita si sentono le esclamazioni del Gianpy.. poi arriviamo alle porte della città.. e c’è ancora salita… poi arriviamo in centro e ci sono scalini da salire… alla faccia della giornata di riposo,a momenti mi tocca tirare fuori la corda per tirare su il tandem, anche davanti l’ostello. Eh già.. oggi si dorme comodi.. in Ostello… ricchissimo pranzo poi tutti in lavanderia a lavare un po’ di abiti. Io ne approfitto per preparare i due tandem alle ultime due tappe che ci vedranno percorrere molto sterrato,  purtroppo le ruote posteriori dei tandem sono soggetti a rapida usura, specie se tassellati e usati su asfalto. E poi le catene subiscono forze maggiori e la loro manutenzione è obbligatoria. Nel frattempo Davide prende sottobraccio Cassandra e approfitta della mia assenza.. si fa portare dal barbiere, si fa b bello che poi il sabato è il compleanno della ragazza .. poi la coppietta di scalmanati trova un localino dove aperitivare che infine scegliamo essere il luogo anche della nostra cena! In serata siamo nuovamente tutti assieme, anzi siamo ancor di più perche si aggiungono a noi tre mitici toscanacci!!

Il Feo che abbiamo già conosciuto alla Volterra Trail, il nostro gigante buono. Praticamente un cuore che cammina. Sempre sorridente, il caterpillar dei ciclisti. In poche parole… Una persona straordinaria con un unico difetto: Russa! Moltissimo!  Assieme a lui due nuovi amici liguri: Loris, un padre innamorato delle proprie figlie e Luca, gran pedalatore e che ha aiutato l’iniziativa organizzando una sessione di allenamento su cycling indoor (spin bike ragazzi..alla fine sono spin bike…) presso la sua palestra.

Il piccolo enoristorante lo riempiamo solo noi e si da il via alle danze! Una serata di goliarda d’alto livello!

La mattina dopo Gaetano si fa trovare davanti l’ostello col furgone, rischiando dalle 16 alle 20 multe per essere passato in centro… carichiamo il mezzo, ormai nessuno tiene attaccate le borse alla bici, a differenza dei primi giorni che, invece, tentavano di dare un immagine di noi più eroica. Per la colazione ci raggiungono altri 3 nuovi componenti: Sara, Guido e Barbara. Sara e Guido ci eravamo già intravisti alla Volterra Trail, una bella coppia che , scopriremo dopo, ha la particolarità di essere un po’ smemorata… ma il piacere di averli con noi è grande quando capiamo che Sarà ha scelto di stare con noi per festeggiare il suo compleanno, dando quindi più valore alla loro presenza. Guido sarà il pilota tandem per Davide in questa giornata, come da accordi precedenti il viaggio. Poco dopo la partenza ,superata Assisi, ci sta tutta una fermata in birreria.. sono appena le 10.30… finita la pausa, che si trasformerà involontariamente nel nostro pranzo, prendiamo la ciclabile Assisi – Spoleto, è una bella via ciclabile lontana dal traffico e tutta in pianura. Una piacevole passeggiata di una 60 di km. Giuliano sono giorni che non ha il coraggio di chiederci di poter provare il tandem, approfittiamo di una battuta per capire questa sua intenzione e ci scambiamo i ruoli. Per la seconda volta Cassandra se ne va con un altro ragazzo… sarà mica un modo di dirmi che stare 24 ore su 24 assieme per giorni la stressa un po’? Eheheh… Mentre li vedo pedalare assieme mi immagino già il futuro.. probabilmente è appena nato un altro tandemista. Io invece ne approfitto per fare qualche km su una bici normale.. è sempre una strana sensazione non aver più una coda dopo di te.. per di più.. la ruota posteriore della bici di Giuliano è mezza sgonfia per un chiodo e pedalo ballando la macarena… Quasi a Spoleto, non perdiamo l’occasione di fare un guado, non era necessario, ma era li.. come si faceva a dirgli di no?

Arriviamo a Spoleto abbastanza presto e non si può dir di no a una birretta vicino al centro, prendiamo d’assalto un bar e ci reidratiamo come correttamente consigliano tutti i medici. La giornata è davvero calda, per fortuna che siamo già a destinazione. Mentre Tano va verso il furgone per aiutare nella logistica Sara e Guido, un automobilista apre la portiera senza guardare e lo fa cadere.. provvidenziale la presenza del casco… purtroppo non ne esce indenne, ma quel giorno denuncia solo un dolorino al fianco…

Troviamo ospitalità grazie ai ragazzi del gruppo  MTB SPOLETO-NORCIA e all’assessore allo sport di Spoleto. Siamo ospiti presso il campo sportivo di Atletica. Doccia, sistemiamo due cose e passeggiata in centro per aperitivo. In centro ci raggiunge Walter, il ragazzo che ci ha trovato ospitalità e che organizza la granfondo Spoleto – Norcia, provvidenziale diventa il suo incontro perché ci avvisa come percorrere la famosa ciclabile Spoleto – Norcia (un ex ferrovia riqualificata, ufficialmente ancora chiusa) e che la traccia che vogliamo seguire dopo Norcia per Amatrice non è percorribile, saremmo finiti ad un tunnel chiuso che ci avrebbe costretti a tornare indietro allungando di molti chilometri la strada.

All’ inizio Carmelo non è convinto delle indicazioni ricevute, avendo avuto conferme dai ragazzi di Amatrice che la sua traccia era percorribile, questo però avveniva mesi prima, la situazione è cambiata e infine a cena  riceve conferma anche da Amatrice che la strada è chiusa. Non è un grosso problema, ci aspetterà una salita verso la cima di un passo e qualche km in più, ma le energie nel gruppo, invece di diminuire per la stanchezza fisica, sono aumentate all’idea di essere ormai al punto finale e avendo maturato km dopo km l’importanza di ciò che stiamo facendo.

Piove. Sul tandem di Davide torna il pilotaggio di Angelo per meglio organizzare alcuni spostamenti logistici. Gaetano è eroicamente in sella, si tiene vistosamente il fianco e senza esser medici non ci vuole molto a capire che una costola è rotta… Partiamo e salutiamo spoleto, nonostante il cielo grigio siamo carichi all’idea di fare questo famoso percorso che inizia subito in salita, mai troppo pendente, ma iniziare la giornata in salita non è il mio più grande sogno.. Piccola pausa ed ecco che arriva la foratura puntuale, questa volta è il tandem di Davide. Ripartiamo e dopo poco siamo davanti al primo dei cancelli che chiudono le gallerie. Siamo tutti emozionati, intanto perché non sarebbe lecito entrare, poi perché le gallerie sono lunghe oltre il chilometro e pedaleremo alla luce dei faretti, riusciamo a sollevare le inferiate e passare noi, le bici e i tandem, l’avventura ha inizio. Solo per Davide è tutto normale… (pessimo black humor instauratosi tra me e Davide che so mi perdonerà le battutacce, ti voglio bene Davide…)  Pipistrelli svolazzano disturbati dal nostro passaggio e ci anticipano verso l’uscita, alla terza galleria io e Antonio teniamo sollevati l’ultimo cancello per permettere a tutti di passare. Ma Carmelo e Gianpy è troppo tempo che li aspettiamo, quando stiamo pensando di ritornare indietro per vedere se è successo qualcosa finalmente arrivano, carmelo ride come un pazzo e Gianpy ha sempre i suoi mignoli di fuori. Alla fine Carmelo ci racconta che ha dovuto acchiapparlo e portarlo giù perché tentava di prendere un paio di pipistrelli da portarsi a casa contro le zanzare di Asti.. già ce lo immaginavamo per tre giorni ad Amatrice con i pipistrelli appesi al braccio…

Le gallerie finiscono e con loro la discesa. A un certo punto alcuni chilometri della ciclabile sono interrotti per frana e dobbiamo proseguire su statale, la pioggia scroscia abbondante e troviamo riparo in un piccolo bar poco prima del punto dove ricomincia la ciclabile su sterrato. Il bar nasconde un negozio di prodotti tipici, è un peccato dover salutare senza portar via prosciutti interi… Finalmente spiove un po’. Siamo su sterrato, lontani dal traffico della statale. Il tandem d Davide viene nuovamente pilotato da Angelo. Tra i due si è instaurare un rapporto bellissimo. In un passaggio Angelo si ferma e chiede a Davide di scendere per fare una telefonata (cosa strana dato che tra i due è Davide la cabina telefonica…) Davide fa per scendere e si ritrova nell’acqua fino ai polpacci!!! Ecco la realtà dei fatti. Sfociamo tutti in una risata collettiva pazzesca mentre Davide ride e bestemmia contemporaneamente. Angelo zitto zitto si è vendicato delle ore a pedalare e sentire le sue telefonate. Ripartiamo e verso le 13 ormai inoltrate giungiamo a Norcia. Iniziano a vedersi le profonde cicatrici del terremoto del 2016, ma la gente che resiste è spettacolare. Ci ospitano due giovani ragazzi nella loro trattoria e naturalmente da quello che doveva essere un panino veloce, diventa invece un fiume di pasta all’amatriciana, vino e birra… con questo gruppo diventa festa immediatamente e la gente si ferma a consumare qualcosa per entrare nel vivo della festosa giostra che componiamo.

Prima di ripartire scegliamo di fare un passaggio in centro per bere un caffè, il paese è quasi ridotto all’abbandono data l’inagibilità di molti edifici. Ma qualcosa aleggia chiaramente nell’aria, un idea di silenziosa resistenza. Abbiamo come l’impressione che tornerà la gente a camminare per questi vicoli. Norcia risorgerà.

Il cielo è sereno ora, alcuni scrutano l’orizzonte e osservano il ferito Monte Vettore. Ma lo sguardo poi volge alla sfida più grande. Risalire tutta la strada provinciale 476! Non ci sono forti pendenze, ma è una lunga salita interminabile. Raggiunta la cima ci ricompattiamo tutti. Davide mi è vicino e gli descrivo il panorama, conosce la zona, vi è cresciuto. Ad un tratto si gira e mi sussurra : “sai..è praticamente l’ultimo ricordo visivo che ho” Mi paralizza, anche Cassandra ha sentito e la sento che si è irrigidita sul tandem. Realizzo in pochi secondi le emozioni che può aver provato Davide, come dei flash back riosservo a ritroso le molte immagini di lui sul tandem che con molto impegno siamo riusciti a procurargli col nostro progetto e che lo vedrà protagonista il prossimo anno. Ma soprattutto realizzo che in serata dopo cena ci saluterà e che il viaggio è finito e l’avventura con lui e la sua autoironia e tutto il gruppo sta per terminare. Non riesco a dirgli molto, sono bloccato, solo un semplice “ mi mancherai” , lo abbraccio e scendono le lacrime a me, lui e Cassandra…

Basta coi sentimentalismi, si riparte e dopo tutta la salita fatta uno si aspetta la discesa, col cavolo… fino a dopo il paese di Cività seguiamo un falso piano che sembra discesa invece è salita, pura salita. Giuliano ci sorpassa un’altra volta e cresce la voglia di infilargli qualcosa tra le ruote per non farci sorpassare, almeno una volta, una volta sola… ma non si può. Ci viene incontro e finalmente conosciamo di persona Giorgio, il ragazzo di Avis Amatrice che da mesi io e Carmelo tartassiamo di domande e richieste. Eccolo qua in carne e ossa che ci promette a pochi chilometri il ristoro di un bar, ma  soprattutto la discesa!!!

Giungiamo a Cittàreale, sarebbe già stata una supertappa per molti di noi,ma non è finita.Ora si segue la SS4 , poi all’ uscita il cartello che indica la deviazione per Amatrice! Si sale! Cala il silenzio tra di noi. Giungiamo alle porte del paese e vi è un murales che ci attira e a cui non possiamo dire di no per una foto, l’unica che faremo del paese (oltre a quella che ho fatto io al monumento dedicato ai cani da soccorso, presente in centro ad Amatrice). Il murales è una frase che recita : AMATRICEAMALA !!! E’ qui che la gravità della ferita di Tano si mostra per tutta la sua importanza e che ancor più rende la figura di Gaetano coraggiosa e audace! Si piega per far la foto e rimane bloccato col costato. Nonostante tutto fa la foto, riprende la bici e con noi sale l’ultima rampa per attraversare il corso del paese…

Tutto è stato ridotto a cumuli di sassi… non vedendo scheletri di case aperte ti sembra semplicemetne di passare vicino a una cava… invece quei sassi erano muri.. quei muri erano case… non è rimasto nulla…

Il viaggio è finito. La destinazione raggiunta, ma le emozioni non sono finite.

La serata prosegue dopo una bella doccia con un ricco aperitivo presso il  centro commerciale ricostruito nel paese,molti si chiederanno perché un centro commerciale, il motivo è fondamentale. Dare immediatamente un punto di aggregazione alla popolazione. Giorgio ci spiega i problemi derivanti da una cattiva gestione dell’emergenza e le varie assurdità e storie che circondano il dramma del terremoto… Come a norcia abbiamo la sensazione della voglia di ricominciare di molti, ma la differenza sarà comunque profonda. Amatrice sarà un nuovo paese che ricomincerà da zero…

Il giorno dopo non manca il gran pranzo a base di Amatriciana mentre attendiamo l’arrivo del coro CAI di Piacenza che con un suo concerto chiuderà il nostro viaggio. Da parte loro arrivano foto di ristori piuttosto importanti in tutti gli autogrill di mezza Italia…

Poi eccoli. Tutti pronti sotto il tetto del centro commerciale. Noi e la gente del posto a osservarli, ascoltarli cantar storie di montagna che ben si mischiano coi territori che ci circondano. Ogni nota è un emozione. Per me e Cassandra ogni nota è un rivivere un chilometro percorso. Le note conquistano una piccola bimba che appena cammina e sfugge ai genitori, passa sotto le gambe di Mirko, un gigante buono del coro, ed arriva davanti a Corrado, il direttore del coro. La bimba è affascinata dalle voci. Corrado la prende in braccio e le fa dirigere le ultime note. L’emozionante gesto che conclude questa fusione tra il popolo di Amatrice e noi.  Come finisce il loro canto finisce davvero il nostro viaggio. Scappano lacrime, non si risparmiano abbracci tra di noi.

Io, Cassandra e Gaetano dobbiamo già rientrare, ma forse è quasi una fuga pur di non pensarci più, pur di togliere il dente e anche il dolore del fatto che questi giorni sono stati troppo belli per smettere di viverli.

Con tutti una promessa. I Social Trail continueranno! Ogni anno con una destinazione diversa, ogni anno per aiutare nuovi amici!

Cassandra Poggioli & Diego Guerriero

il bellissimo week-end “Fuori rotta” (e la donazione dei tandem volanti 9 e 10)

Nelle nostre storie abbiamo già incontrato William Nordio. La sorella, Rossella, ci ha donato il Tandem volante n.8. Poi ho sentito parlare di lui durante il corso da guida mtb. Ora finalmente io e Cassandra lo conosceremo di persona. William gestisce la “Slow bike and food”, ente di promozione turistica gestita da lui e altre guide di mtb della zona. Ha organizzato un week end di cicloturismo e festa presso il casone azzurro. I casoni sono antiche dimore povere del territorio del delta del Po. Se ne sono salvate solamente 3 e vengono utilizzate a scopo turistico dalle amministrazioni locali. Assieme all’associazione “la corte dei miracoli” hanno organizzato l’evento “Fuori rotta”, un week end di festa, incontri culturali, musicali e una pedalata organizzata per il sabato mattina a favore del nostro progetto. Per questo nel scegliere la successiva associazione a cui donare i tandem, io e Cassie spontaneamente abbiamo pensato alla loro provincia, un modo per ringraziarli dell’impegno che stanno mettendo a nostro favore.

Decidiamo quindi di chiamare William qualche settimana prima dell’evento e chiedergli se ha già in mente un associazione che possa sfruttare appieno i tandem, dopo qualche giorno arriva la risposta e ci indirizza a “Impronta s.c.s.”, una cooperativa che si occupa di ragazzi con sindrome di Down, in particolare cerca di introdurli nel mondo del lavoro.Nei giorni che seguiamo l’associazione constatiamo che sono così attivi da esser parte integrante delle attività locali, partecipando non con un semplice banchetto, ma con un loro e proprio stand gastronomico alla festa del pesce del paese locale, Sottomarina – Chioggia.

Decidiamo così di chiamare Alessandra, la ragazza che gestisce “Impronta” e di comunicarle la nostra intenzione. Si sente in sottofondo il caos dei suoi figli e la cosa ci rallegra anche se è difficile capire le sue parole di ringraziamento e i suoi piani su come vorrebbe utilizzare i tandem, ma capiamo bene che andranno al posto giusto. Verranno utilizzati non solo per le attività del tempo libero ,ma principalmente per portare i ragazzi presso i loro luoghi di lavoro, in modo quindi più ecologico e, di certo, più simpatico.

Ma quali tandem doneremo?

Nelle settimane precedenti la donazione siamo stati impegnatissimi nei confronti del progetto. Abbiamo partecipato a 3 manifestazioni sportive (la dolomiti trail, la sudtirol dolomiti superbike e il nostro ritiro alla Track 6000), ma soprattutto vecchie e nuove amicizie ci hanno dato una grande mano per il progetto.

In particolare, Fausto, Andrea, Michela e Lorenzo, i ragazzi del negozio di ciclismo “Orsi bike”, con cui abbiamo un ottimo rapporto di amicizia e che va oltre i loro stessi interessi (dato che indossiamo le magliette di un altro negozio, “VIVO Sport” (che ringraziamo per la fiducia dataci a inizio anno)) hanno organizzato, a sorpresa per noi, una randonee: Piacenza – Genova – Piacenza coi loro atleti e hanno devoluto al nostro progetto il ricavato della raccolta fondi. Permettendoci di acquistare il Tandem volante numero 9, un modello che non avevamo mai acquistato prima d’ora, tipo Cruiser Americano, trovato in provincia di Cremona da una famiglia che si sta trasferendo in Africa per lavoro. E’ divertentissimo e praticamente perfetto, abbiamo solo dovuto sistemare il perno della ruota posteriore. Il tipo di manubrio molto più largo da l’impressione di essere più comodo per una persona che possa avere difficoltà motorie, di questo ne avremo poi conferma il giorno della donazione.

Ogni volta che contatto un venditore spiego il nostro progetto sperando quindi di incontrare persone sensibili che capiscano il valore di ciò che facciamo e che ci vengano incontro col prezzo. Non chiediamo niente di regalato, se una persona vende è giusto ottenga ciò che chiede, ma gestiamo fondi non nostri a cui diamo un’importanza elevatissima e quindi cerchiamo di non sperperarli il più possibile. Spesso ci mettiamo del nostro, specie per le spese come recupero del mezzo e logistica come volantini e internet.

A volte va benino, a volte va male… a volte veniamo presi letteralmente in giro, come un signore di Milano che spergiura che il suo tandem è perfetto e scende di 20 euro, approfittando che dobbiamo recuperare ASAN da Fabio di “Vielle bike” a San Giuliano Milanese dove lo abbiamo portato per far revisionare la vecchia Marzocchi, decido di prendere appuntamento e ci ritroviamo un tandem con uno dei tubi del telaio tagliati… (in foto non si notava…) il proprietario spergiura che l’affidabilità non è pregiudicata, ma non capisce che dopo la donazione diventiamo noi garanti della salute dei tandem, non lui… giro a vuoto (non sarà l’unico caso, qualcosa di simile ci capiterà per il tandem volante n.12, ma questa è un’altra storia…) Ma non è una giornata buttata al vento perché tra i vari annunci che spulciamo trovo un vecchio tandem a Bergamo e già che siamo in giro decidiamo di allungarci a vederlo. In questo caso siamo molto più fortunati perché la famiglia di Bergamo ha una figlia disabile, capisce appieno i nostri motivi e ci lascia il tandem a soli 20 euro! Certo, ha molti lavori da fare per ripristinarlo, specie perché sono stati spostati i comandi dei freni al passeggero… ma vale davvero la pena rimetterlo in sesto.

E’ così che entra nel nostro progetto un altro ragazzo che non avevamo mai conosciuto fisicamente e per cui dobbiamo ringraziare facebook per il contatto. Alessandro Zanoni, che si presta ad aiutarci nel restauro del vecchio Bottecchia a cui mi adopero nel smontarlo tutto e lui nel riverniciarlo a nuovo, passando dall’attuale triste colore nero a un fulminante e unico verde fluo. I ragazzi di Orsi bike poi si adoperano nel trovare soluzioni per riordinare i comandi freni e cambi al manubrio del pilota trasformando il mezzo in qualcosa di unico e facendogli attribuire il soprannome di “Frankenstein” ed ecco pronto il tandem volante numero 10 appena prima della sua consegna!

Partenza all’alba dopo poche ore di sonno dato che abbiamo tardato la sera prima nel preparare tutta la roba e caricare i 3 tandem, fortunatamente Fausto Orsi ci viene ancora una volta incontro e ci presta il suo furgone per portare a destinazione i mezzi, togliendoci davvero un bell’impiccio. Arriviamo poco prima della prevista partenza del giro in bici e subito i tandem vengono “presi d’assalto” dai ragazzi della cooperativa, per provarne le dimensioni e le caratteristiche prima del giro tutti assieme. Conosciamo fisicamente Alessandra e William, ma soprattutto conosciamo i primi due ragazzi che saranno passeggeri dei due tandem, Ambra e Mattia.

Aspettiamo i cari amici Tano e Rosita, da Piacenza anche loro, la famosa ed inesauribile coppia che da sempre segue il progetto e ci appoggia tramite la loro associazione per l’ambiente, “energetica”. Partiamo tutti assieme, un’allegra e particolare combriccola per le stradine del delta del Po!

Ambra è allegrissima, non vede l’ora di partire, continua a parlare e mentre pedaliamo afferma che non vuole più andare al mare nel pomeriggio come previsto, ma vuole continuare a pedalare tutto il giorno. Ogni volta che ci avviciniamo col nostro tandem la prende per una sfida e accelera la pedalata costringendo il pilota ad acrobazie esilaranti. Tant’è che la sua prima pilota si sfiacca subito, ma viene prontamente sostituita da un’altra amicizia diventata da poco reale e fino a poche ore prima solo virtuale. Daria Bottoni. Ci segue da qualche mese e assieme al fratello sono stati donatori per il nostro progetto. E’ venuta appositamente per conoscerci, facendosi 100 km di strada. Una persona incredibile! Prende i comandi di pilotaggio del TV10 assieme ad Ambra e la coppiata è inarrestabile, esplosiva!

Mattia sale sul tandem volante N.9 assieme ad Alessandra, è più riservato di Ambra, ma sale comodamente e senza dubbi sul mezzo. Ad Alessandra bastano poche pedalate per prendere confidenza col mezzo e nel frattempo gli spieghiamo come usare i rapporti. Dopo un po’ che parliamo con Alessandra rivolgiamo una singola domanda a Mattia: “Allora? Ti sta piacendo andare in tandem?” Non risponde a parole, alza lo sguardo verso di noi e sfoggia un sorriso incredibile! Il suo semplice gesto esprime più di mille parole ciò che prova, colmando i nostri animi di emozioni e ripagandoci di tutto l’impegno che abbiamo profuso per arrivare a questa giornata.

Ecco perché lo facciamo! Per Filippo grande e piccolo, Olimpia, Susanna, Luca, Ambra, Mattia e tutti i ragazzi incontrati lungo la nostra strada e di cui mi sfuggono i nomi da quanti ne abbiamo conosciuti, ma che ci hanno regalato un emozione indescrivibile, ognuno di loro!

Dopo una bell’anguriata presso il casone di via Ramei e la sua visita salutiamo i ragazzi di “Impronta s.c.s.” e il resto della combriccola prosegue verso il rientro al casone azzurro di Arzagrande dove si svolge il grande della festa “Fuori rotta experience”. Un pranzo veloce tutti assieme, poi salutiamo Daria che rientra a casa. Rosita e Tano vanno a prendere la loro stanza presso la corte dei miracoli e io e Cassandra abbiamo ancora un impegno da sbrigare per il progetto, prima di poterci rilassare e goderci la festa.

Solo due settimane prima, le coincidenze che accadono tramite l’uso dei social ci ha dato l’occasione di conoscere Stefano di Cremona che ci ha lasciato a prezzo stracciato i componenti per aggiornare il nostro ASAN, ma non solo… Si è affezionato velocemente al nostro progetto e ci ha dato l’occasione di conoscere Giuseppe, il proprietario dell’azienda “LIFE – Benessere del Riposo” che si occupa di ausili per disabili e che, senza troppi giri di parole, ha subito abbracciato la nostra causa e fatto una grande donazione, permettendoci di acquistare velocemente il tandem volante n.11 e parte dei fondi per il tandem volante n. 12 che abbiamo già acquistati è stiamo preparando per la prossima donazione (ma, come detto prima, questa è un’altra storia…). In poche parole… il tandem volante n.11 è in vendita presso un negozio di bici in zona e approfittiamo del pomeriggio libero per recuperarlo. Neanche il tempo di liberarci di due tandem che già ci prendiamo il peso dei successivi. Il n.12 lo recupereremo il lunedì successivo approfittando di avere ancora in prestito il furgone.

Rientriamo alla festa col nostro ultimo acquisto che esponiamo sul palco pronto ad affiancarci nel momento in cui parleremo 10 minuti di noi davanti a tutte le persone che sono venute per passare una serata piacevole. Ci ascoltano anche i ragazzi dell’associazione che il giorno dopo decideranno di lasciare il ricavato della serata al nostro progetto permettendoci, inaspettatamente, di avere i fondi per completare l’acquisto del TV 12.

Non so se le nostre parole, i nostri racconti, hanno fatto breccia nel cuore di qualcun’altro dei presenti. Lo scopriremo solo nel nostro futuro, ma ciò che era importante è stato sapere che c’erano i nostri amici che hanno creato un evento o fatto km di strada perché hanno creduto in noi e in ciò che facciamo. Non sappiamo dove ci porteranno i nostri progetti futuri. Facciamo un passo alla volta. Certo, ci auguriamo che un giorno progetto sociale e personale si fondano sperando di trovare qualcuno che creda in noi e ci dia margine per realizzare non solo altre donazioni, ma anche allargare i nostri orizzonti di viaggiatori e “pseudo-sportivi”, ma intanto facciamo una cosa alla volta. Ora che abbiamo salutato le persone straordinarie incontrate in questo week end pazzesco pensiamo a preparare i prossimi due tandem e a preparare noi stessi per la RE-Trail. Tutto il resto che sarà, diverrà il nuovo oggi e comunque vada sarà sempre un bel regalo, per questo si chiama “presente”!!!

Un po’ di sport.. per puro caso… (le nostre gare o qualcosa di simile…)

Io e Cassandra non siamo agonisti ,lo ripetiamo sempre. Non sappiamo neanche come abbiamo fatto a finire la Volterra trail a marzo, ma immagino che l’influenza psicologica abbia giocato in modo favorevole per l’esito ottenuto. L’atmosfera toscana era amichevole e solidale e ci ha dato, ogni km, un sorriso e la carica per concludere il trail. Abbiamo conosciuto persone fantastiche che hanno tifato per noi e da allora, ogni giorno sulla nostra pagina fb non risparmiano un commento simpatico ad ogni nostro post.

In una cosa siamo bravissimi, pedalare da un bar all’altro! Questa è la nostra forma di allenamento…

Eppure quest’anno ci siamo ritrovati a iscriverci a 4 manifestazioni, 3 trail e una granfondo. La volterra trail per curiosità e, una volta conclusa, ci siam fatti prendere la mano e abbiamo provato a giugno la Dolomiti trail, una forma curiosa, non vi è una data per una partenza collettiva, si parte quando si vuole al ritmo che si vuole. L’Importante è partire da un infopoint dove ti affidano una collana col bellissimo logo del ciclista, seguire la traccia e passare dai punti (rifugi) obbligatori dove viene affidata una perlina da aggiungere alla collana, a dimostrazione dell’avvenuto passaggio. Concluso l’anello si ottiene il premio ambito, una statua fatta artigianalmente, a dimostrazione della conclusa prova. Il tutto nella bellissima cornice della val Comelico.

Il gruppo con cui usciamo la domenica (Le Panare – VIVO Sport) è una allegra combriccola di matti che ha scoperto la mountain bike da pochi anni, ha deciso quest’anno di iscriversi alla prima gara per molti di loro, non sappiamo bene come, ma la scelta è ricaduta sulla sudtirol dolomiti superbike. La gara ha due percorsi, uno da 60 km, che è quello che abbiamo scelto anche noi, e l’altro da 113 scelto dai più temerari del gruppo.

Raggiungiamo Villabassa 2 giorni prima e ne approfittiamo per visitare il bellissimo lago di breis e camminare alle tre cime di Lavaredo, ma neanche il tempo di abituarci al paradiso che ci circonda che arriva la mattina della gara. Inutile dire che il tandem attira gli sguardi di tutti, nonostante stavolta non siamo l’unico tandem, ma ne sono presenti altri 2. Si parte e velocemente arriva la prima salita. I nostri compagni ci staccano subito e il nostro ritmo rallenta inesorabilmente, come sempre… Ma finisce velocemente e all’inizio della discesa non poteva mancare, come la nuvola di fantozzi, un qualche guaio… qualcosa provoca la caduta della catena di collegamento tra il movimento centrale mio e di Cassandra, bloccandoci e, di conseguenza, rallentando il passaggio di un campione che deve arrivare prima di 10 secondi rispetto l’amico del cuore e ci bestemmia dietro per averlo rallentato… povero frustrato… Comunque non è una posizione comoda per controllare quindi rimetto su la catena e ripartiamo senza verificare il problema. Tanto siamo in discesa e neanche 5 minuti dopo troviamo la strada bloccata per un passaggio “difficile” che come un imbuto blocca il passaggio dei tanti biker creando più traffico che in autostrada, stiamo fermi quasi 10 minuti in attesa di passare questo punto che in realtà si rivela semplice se non fosse così pieno di persone. Finalmente arriviamo al primo ristoro dove raggiungiamo alcuni nostri compagni di squadra. Senza perder tempo Cassie va al ristoro e io verifico il danno, si è spanata una delle viti che tiene ferma l’eccentrica che, naturalmente, si sposta e permette troppo gioco alla catena, stringo la seconda un po’ di più sperando regga… non possiamo fare altro per ora… mentre riparavo il danno i compagni sono ripartiti e quindi siamo di nuovo io e Cassandra contro tutti. Inizia una parte particolarmente pianeggiante e riusciamo a prendere un buon ritmo, poco prima del ristoro successivo riusciamo a raggiungere i nostri soci e da lì proseguiamo assieme verso la seconda salita. Abbiamo un buon ritmo e riusciamo a recuperare un po’ di posizioni. Ma è alla discesa che diamo il meglio di noi. Mentre Cassie inizia a pregare, butto giù il tandem per questa comoda discesa a velocità vertiginose, penso che alcuni biker abbiano appeso la bici al chiodo dopo esser stati sorpassati dal tandem con tanta sfrontatezza, ma il sentiero è comodo e per la prima volta il freno posteriore non cede subito. Quando finisce la discesa continuiamo a tenere il ritmo alto, ormai mancano pochi chilometri al traguardo e possiamo permetterci di sfogare un po’ più di energie. Non ci siamo accorti di come abbiamo concluso velocemente la gara. Al traguardo festeggiamo con tutti gli amici e aspettiamo i ragazzi della lunga, col pensiero che quasi quasi il prossimo anno potremmo provarla anche noi. Quando arrivano scopriamo che il padre di Cassandra ha fatto quasi tutti i 113 km senza il cambio posteriore… quindi praticamente ha pedalato con una monomarcia… Potenza allo stato puro!

Il mondo agonistico delle granfondo non fa breccia nel nostro cuore, ma se serve per stare assieme ai nostri amici, beh allora ci metteremo in gioco nuovamente volentieri in questo campo e poi è stata l’occasione di conoscere gli altri equipaggi tandem.

Ma questo scritto è l’occasione per ringraziare chi ogni giorno è vicino a noi, alle nostre avventure e al nostro progetto, per cui:

Grazie Mauro Iolli,

Grazie Gianni Giammarrusti,

Grazie Gigi “Turbo” Poggioli,

Grazie Mariarosa Calamari,

Grazie Sandro Chiaravallotti,

Grazie Sandro Segalini,

Grazie Lorenzo Inge,

Grazie Marco Corbellini,

Grazie Mauro Mereu.

GRAZIE PANARE!!!

E soprattutto… Ciao Roberto!

Purtroppo , nonostante l’esperienza a inizio Luglio alla dolomiti superbike, il mese passa con troppi impegni e praticamente zero allenamento che ci fanno arrivare alla data della TRACK 6000 completamente impreparati. Per di più sbaglio completamente strategia e carico troppo il tandem con tenda e attrezzatura per la notte. Cassandra non si sente pronta, ma si mette in gioco ugualmente. Partiamo, ma la prima salita ci giustizia immediatamente. Insistiamo, ci fermiamo una volta, ripartiamo, una seconda, mangiamo e ripartiamo e inesorabilmente.. una terza. Abbiamo appena percorso 20 chilometri, e nonostante Cassandra non voglia darmi una delusione, con calma capiamo che non ci stiamo divertendo affatto e che, quindi, non vale la pena. Se non sorridi nel fare una cosa, non farla… non vale la pena…

Torniamo in paese, buchiamo (e Cassie ne approfitta per fare un pisolino) , pranziamo alla grande e ci prepariamo alla salita che ci riporti all’auto. Anche in questa siamo costretti a rifermarci un paio di volte. Cassandra riesce anche a fare un altro pisolino… poi,finalmente… smontiamo tutto, carichiamo e torniamo a casa… dove ci aspetta un temporale e un’ottima pizza… Il giorno dopo scopriamo che alcuni partecipanti avevano dato per scontato il nostro ritiro, il fuoco del riscatto si infiamma nei nostri animi e siamo già in sella ad allenarci sperando di incontrarli alla RE-Trail!!!

La donazione dei TANDEM VOLANTI 7 e 8

Chiediamo scusa a tutti voi se è da Aprile che non vi aggiorniamo tramite il blog, ma sono stati davvero mesi di fuoco. Eccone un pezzo. Uno dei momenti più sentiti di questa grande avventura, Buona lettura:

 

Il passaparola è un’arma potente e incontrollabile.

Può essere un fiume di parole benevolo che porta acqua dove serve o una piena incontrollabile che distrugge tutto. Coi tempi che corrono, grazie ai nuovi strumenti di divulgazione, è pieno di esempi positivi e negativi.

Nel nostro caso e un torrente buono che scorre tra la gente e disseta i campi di generosità in modo inaspettato.

Mi chiamano persone che conosco per chiedere se possono dare il mio numero ad altre persone che a loro volta danno il mio numero ad altre persone ancora che, chissà in quale modo, hanno saputo del nostro progetto e non sanno come contattarci. Ci pare incredibile come nonostante tutta la tecnologia e i mezzi di comunicazione, sia ancora l’uomo il principale elemento di trasmissione. Più che l’uomo, la parte più bella dell’essere umano: “la volontà” di cercare un contatto.

E’ così, insomma, che finalmente due persone straordinarie riescono a chiamarci.

Paola e Ambrogio.

Vivono ad appena 7 chilometri da noi, lavorano a poche centinaia di metri dall’ambulatorio di Cassandra.. eppure ci son voluti giorni per sentirci.. strani fenomeni della globalizzazione che t fanno apprezzare ancor di più la voglia di superare gli ostacoli pur di essere utili.

All’anniversario del loro matrimonio i loro amici hanno donato un tandem Cinelli Dos Rats. Davvero un bel tandem!! Da soli il progetto non potrebbe permetterselo! E’ leggerissimo, al pari del nostro ASAN ed è praticamente nuovo! Ed è per il progetto!!! Siamo increduli! Paola e Umberto sono straordinari, con semplicità, senza alcun dubbio, ci mostrano il tandem, ci danno il tempo di organizzarci e ci salutano vedendoci andar via in sella al loro tandem. Un’unica promessa, che non vada troppo lontano se possiamo.

E’ così che il tandem volante n.7 entra nel nostro progetto!

Ma la magia del passaparola non si esaurisce qui. Tramite facebook il nome del tandem volante arriva lontano, ma soprattutto gira nel mondo del ciclismo dove ci permette di conoscere non una persona, ma una famiglia straordinaria. I Nordio! William è guida mountain bike e lavora principalmente nelle zone del delta del Po, ha parlato di noi alla sorella, Rossella, sposata con Renzo. Inutile dire che Rossella e Renzo sono una coppia fantastica. Lui non vedente, curioso di tutto ciò che lo circonda, una fonte inesauribile di dialoghi e opinioni e informazioni e voglia di sapere. Lei la grande donna che sta sempre al fianco di un grande uomo e che qualche anno indietro aveva pensato di usare il tandem per ampliare le possibilità delle cose da fare assieme. Ma le forze fisiche non sempre ci permettono di fare ciò che il cuore e la testa vorrebbe. Beh.. in poche parole.. hanno un tandem che non usano più e vogliono donarlo alla nostra causa. Sono nel Padovano e noi dobbiamo andare in zona per partecipare sul palco di BAM (bicycle adventure meeting) a Rocca di Noale, ne approfittiamo per fare due cose in una.

Conosciamo Rossella e Renzo che non solo ci donano quello che diventa il tandem volante numero 8, ma ci offrono anche il pranzo…

Andiamo al BAM dove aspettiamo tanto e al freddo per parlare a malapena 10 minuti interrotti da domande “leggere” da parte dello speaker, ma abbiamo una grande e bella opportunità.

Non solo nella stessa giornata conosciamo Lella e Renzo, riceviamo un tandem e parliamo sul palco di BAM, ma conosciamo anche Paola Piacentini e Giorgia Battocchio, le voci del programma di radio popolare: “cosa ne bici”. Che ci daranno l’occasione di parlare ben due volte ai loro microfoni e allargare ancor di più gli spazi del nostro sogno.

Ma c’è un particolare in comune con Paola e Ambrogio e Rossella e Renzo. Loro non lo sanno, ma entrambe le coppie ci hanno detto una frase che ci si è scolpita nell’anima:

il vostro progetto… scuote gli animi”

E’ DIVENTATO IL NOSTRO MOTTO! IL NOSTRO SCOPO! TUTTI ASSIEME POSSIAMO SMUOVERE GLI ANIMI CHE SI STANNO ASSOPENDO DAVANTI LO SCHERMO CHE VI PERMETTE DI LEGGERE QUESTO TESTO!

Se si vuole, qualcosa nella nostra piccola porzione di mondo, possiamo cambiarla. A noi è bastato alzarci e pedalare, tutto il resto è venuto da se!

Siamo arrivati quindi ad avere 2 tandem, il 7° e 8° tandem da quando il progetto ha preso il via. E ancora non sappiamo a chi donarli.. è importante scegliere il gruppo di persone giuste. Non vogliamo correre il rischio vengano messi dentro un garage a prendere polvere. Chiediamo aiuto a una nostra conoscenza, Mariagrazia di Oltrel’Autismo, l’associazione che ha ricevuto i tandem 5 e 6 pochi mesi prima.

Ci chiede di pazientare qualche giorno prima di darci una risposta, poi ci da un contatto. A nostra volta aspettiamo qualche giorno a noi utili per raccogliere informazioni che ci confermino il possibile buon esito della donazione. Ed è allora che avviene uno dei momenti del progetto in cui il tempo si ferma. Componiamo il numero telefonico di Lucia dell’associazione AS.SO.FA di Piacenza, si occupa di ragazzi con diverse problematiche, principalmente affetti da autismo o da sindrome di down. Quando gli diciamo chi siamo e cosa vorremmo fare sentiamo la voce rotta per l’emozione dall’altra parte del telefono. E’ così che i prossimi due tandem vanno verso il loro destino. A inizio giugno l’associazione ha organizzato una festa di inizio estate, quale miglior occasione per la donazione dove conosceremo tutti i ragazzi che sono seguiti dall’associazione e vedremo tutti i progetti che eseguono assieme.

Arriviamo che Lucia sta premiando tutti i ragazzi nei progetti che hanno svolto e l’impegno che hanno profuso nell’anno. Sono tutti allegri e schiuma e bolle di sapone volano in aria lanciati da un cannone artigianale e rifornito dai ragazzi stessi, chi si trova davanti il palco è in prima linea di fuoco e le risate non mancano. E naturalmente non manca il fuoco incrociato quando “saliamo sul palco” per portare i due tandem. Troviamo amici già conosciuti come Luca, il figlio di Mariagrazia, l’energico ragazzo che sta facendo spendere più in freni che in copertoni coi loro tandem, e Alberto Carenzi che è stato nostro passeggero sulle carrozzine per la maratona di Piacenza (ma questa è un’altra storia). Il tempo di due foto, un breve discorso, i ringraziamenti delle autorità presenti alla festa dell’associazione e i tandem iniziano a “volare” da soli… I ragazzi prendono i tandem autonomamente e girano per il prato della struttura. Vederli sorridere e pedalare assieme ci fa venire la pelle d’oca per la gioia. Non avevamo mai pensato ad un utilizzo autonomo e vedere che la cosa funziona ci riempie il cuore.

Mentre i tandem girano assieme ai ragazzi, Lucia ci fa vedere la loro struttura. E’ bellissima e molto grande. Frutto di donazioni varie. Offre un tetto ai ragazzi che ci vivono e ad alcune delle loro famiglie. Permette di svolgere attività come la cucina tutti assieme, la creazione artigianale di prodotti di legno, la composizione e stampa di un loro giornalino mensile, fare teatro e la gestione di un orto e le attività all’aperto. Vedere che tutto questo viene gestito 24 ore su 24 da circa una 40 di volontari che impegnano tutte le loro energie per i ragazzi che seguono ci fa sentire minuscoli. Pensavamo di fare tanto per gli altri col nostro piccolo progetto, invece davanti a questi ragazzi non siamo che una briciola al loro cospetto. Ci scendono le lacrime dall’emozione e abbiamo scritto solo una piccola parte di tutto quello che fanno.

Insomma, capiamo che i tandem sono in buone mani!!!

Lucia è una persona straordinaria piena di energia.

Ci abbracciamo nel salutarci e ci promette che i tandem nei giorni successivi saliranno in montagna assieme ai ragazzi, dove passeranno l’estate. Per fortuna i tandem sono in ottimo stato e sappiamo reggeranno questa scalmanata squadra!

Io e Cassandra torniamo a piedi verso l’auto, siamo silenziosi. Entrambe immersi nei nostri pensieri. Quello che abbiamo visto e vissuto oggi inverte la direzione di quello che è diventato il nostro motto. Sono i nostri animi a essere smossi oggi da quando abbiamo visto i ragazzi sorridere e pedalare assieme. Curiosi e indipendenti, ma soprattutto… insieme!!!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 6/6 – FILIPPO (l’adulto)

Un altro Filippo, un altro grande personaggio.

Filippo ha 27 anni, la casualità della vita ce lo aveva presentato a un corso base di tiro con l’arco. Direte voi… ma un non vedente fa tiro con l’arco? Avete rischiato la vita? No, anzi Filippo è stato molto bravo, tanto che scopriamo voleva partecipare alle competizioni dedicate.

Ci reincontriamo qualche giorno fa per poter organizzare la nostra partecipazione coi tandem alla mezza maratona di Piacenza.

Era da un po’ che non pedalavo col tandem con uno dei ragazzi non vedenti, solo qualche giorno prima io e Cassandra abbiamo pedalato col piccolo Filippo e ora tocca a me provare se questa coppiata è adeguata per l’occasione. Ormai la scorta non mi serve più. Dopo tutti i viaggi e aver superato un ultratrail, sono molto tranquillo alla guida del tandem in ogni situazione.

Vado a prendere Filippo sotto casa sua, ha seguito il mio suggerimento di fornirsi dei pantaloncini imbottiti e, da quando l’ho conosciuto, scende con la sua immancabile giacca di jeans! E’ il Fonzie di Piacenza.

Partiamo per percorrere l’argine, per lui è la prima volta su un tandem, deve un po’ capire com’è fatto e come funziona, ma ci mette poco a capire che deve lasciarmi il comando della pedalata e che in salita non deve lasciarmi solo nello sforzo. Piccoli accorgimenti che adattiamo in poco tempo. Poco dopo le prime pedalate esprime il desiderio di volerlo rendere il suo sport e vediamo cosa potrà riservarci il futuro.

E’ in gamba e questo conferma che possiamo provarci a presentarci alla maratona assieme a Cassandra e il piccolo Filippo. E’ un’ ottimista quindi il quartetto che si formerà prevedo sarà bizzarro e divertente, in particolar modo coinvolti dall’allegria del gruppo che scorteremo de “Andrea e i corsari della maratona” che spingeranno 5 carrozzine con ragazzi con problemi motori per tutto il percorso della mezza maratona.

Facciamo circa 14 chilometri, tempo di rinfrescarci con un the freddo alla pesca in questa giornata troppo calda per essere un giorno di primavera d’Aprile e rientriamo verso casa.

E’ andata molto bene perciò presto leggerete di come sarà andata la maratona con me e il grande Filippo e Cassandra col piccolo Filippo.

Ora che avete letto i 6 racconti sapete perché facciamo tutto questo!!!

Che dite? Vale la pena aiutarci?

A presto!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 5/6 – LUCA

LUCA:

Nonostante l obiettivo di donare due tandem all’ unione ciechi di Piacenza fosse stato raggiunto, io e Cassandra ci siamo lasciati trascinare dagli eventi e non ci siamo fermati. In parte diamo la colpa a internet, il mezzo che ci ha dato modo di farci conoscere, che ci ha spronato a continuare. Ed ora che scriviamo questi brevi racconti siamo contenti di questa scelta, perché ci ha portato a superare anche nostri limiti personali, non solo quelli dell’aiuto sociale.

Arriviamo così a passare l’inverno a organizzare altre serate in cui parliamo dei nostri viaggi e delle nostre esperienze e del nostro progetto e raggiungiamo l’obiettivo di poter donare altri 4 tandem. Due di questi decidiamo di regalarli all’associazione Oltre l’Autismo di Piacenza.

Ne io ne Cassandra abbiamo mai avuto modo di conoscere personalmente persone soggette a questa particolarità, se non leggendo i loro racconti o facendocene un’idea dagli schermi delle tv. Contattiamo così Mariagrazia che gestisce l’associazione e, entusiasta dell’idea, la conosceremo assieme a suo figlio Luca in una delle serate organizzate per la raccolta fondi. Conoscere Luca è emozionante, è espansivo ed affettuoso. Come mi conosce mi abbraccia, forse non gli è chiaro perché le nostre strade si sono incrociate, ma mi piace pensare che abbia capito che stiamo cercando di fare qualcosa di buono per lui e i suoi amici. Ci rivedremo il giorno della donazione, una fredda giornata di Gennaio 2017 ed è qui che ho occasione, assieme a Cassandra, di pedalare su un tandem per la prima volta con i ragazzi dell’associazione e rimango di stucco quando parto con Luca.

Imprime nei pedali una forza mostruosa, faccio davvero fatica a governare il tandem con tutta questa energia. Facciamo un primo giro attorno al quartiere poi rientro verso la sede e Mariagrazia mi spiega che il primo problema è proprio trovare il modo di permettere ai ragazzi di sfogare tutta l’energia che hanno. Questo, a volte, li rende maneschi. Non per cattiveria, ma perché l’accumulo di forza non sfogata li porta a gesti incontrollati che, ai nostri occhi erroneamente, pare voler essere una minaccia.

Donare due tandem quindi scopriamo essere non solo un modo per passare il tempo per i ragazzi e permettere all’associazione di farsi conoscere in città, ma anche il giusto modo di permettergli, in sicurezza, di fare sport e sfogarsi.

Ripartiamo per un secondo giro, più preparato, con Luca. E scopro un lato della sua personalità bellissima. Saluta tutti! Quando dico tutti, intendo tutti! Pedaliamo veloci per i quartieri della città, i freni sono messi a dura prova, mentre Luca saluta tutti. E spesso la gente, anche se sorpresa, ricambia con un ciao e un grande sorriso. Gli chiedo un paio di volte se è felice e risponde urlandomi un “SI” e quando rientriamo in sede elargisce forti abbracci a me e Cassandra.

Non lo do a vedere, ma mi commuovo mentre faccio provare il tandem anche agli altri ragazzi dell’associazione.

E’ un esperienza fortissima e i genitori dei ragazzi, che gestiscono in prima persona l’associazione, hanno tutta la nostra ammirazione. Scopriremo qualche mese dopo che la donazione ha dato il via, all’interno dell’associazione stessa, a un progetto più grande con la collaborazione del Comitato Sportivo Paraolimpico e che la notizia della nostra donazione ha portato altri privati a donare all’associazione stessa un altro tandem!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 4/6 – SUSANNA

SUSANNA:

Poco dopo l’incontro con Olimpia, veniamo contattati da un’altra iscritta all’unione ciechi, Susanna. Lei è famosa nello sport piacentino perché ha conquistato il podio nell’atletica leggera correndo nelle gare riservate agli ipovedenti. Difatti il suo nome è conosciuto dagli organizzatori della maratona della nostra città. Purtroppo gli impegni di tutti noi sono davvero tanti e alla fine decidiamo di organizzarci senza avere una scorta, anche perché come per Olimpia, Susanna è allo stato iniziale di una malattia degenerativa che attualmente limita il suo campo visivo.

Non è della città, è giunta dalla Sicilia per lavoro, allora seguiamo la ciclabile che ci porta verso la val trebbia, giusto per fare una zona che ancora non conosceva. Abbiamo amicizie in comune nel mondo sportivo piacentino e mi racconta come sta vivendo questo momento della sua vita in compagnia della malattia, ma nella solitudine di una città che non conosce.

Ma la solitudine di cui parla non è dettata solo dal luogo in cui viviamo, ma anche dal fatto che è una donna molto bella. Per molte sarebbe un vanto, ma a volte diventa una maledizione. Nel suo caso si ritrova allontanata dalle persone che ne sono intimidite o dalla stupidità di quelle persone che ne sono invidiose o gelose o deve stare all’erta da chi invece ne approfitterebbe.

Capisco che non è un momento facile della sua vita, ma anche che io e Cassandra non possiamo esserle d’aiuto più di tanto. Approfittando della sua indole sportiva, mentre pedaliamo, cerco di convincerla a rendere il tandem il suo sport, ho i contatti giusti per creare un team sportivo e potrebbe essere l’occasione per presentarle le persone giuste, ma nelle settimane successive la cosa non andrà in porto.

La passeggiata in tandem passa veloce e finisce davanti la sua palestra, che mi racconta essere la sua seconda casa, difatti come arriviamo saluta e viene salutata dalle persone che entrano o escono dalla struttura. Di una cosa rimango certo. La natura della terra da cui proviene, la Sicilia, la rende una donna forte e per quanto possa essere dura la vita, non si spezzerà.

Di questo poi avremo la certezza nei mesi successivi, la rincontriamo in città un paio di volte e ci rivediamo nel settembre dello stesso anno quando doniamo i primi due tandem proprio all’unione ciechi di Piacenza e ciò che si nota sempre è che il sorriso non le manca mai.

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 3/6 – OLIMPIA

OLIMPIA:

Naturalmente con l’Inverno non riceviamo richieste, ma come inizia la primavera del 2016 riceviamo la chiamata dell’unione ciechi per sapere se siamo ancora disponibili. Ovviamente la risposta è affermativa e ci danno i contatti di Olimpia.

Olimpia è una mamma che, come Divio, sta subendo i danni di una malattia degenerativa che attualmente limita le sue capacità visive. La accompagneremo in due diverse passeggiate.

Ci accordiamo per un pomeriggio settimanale di primavera, organizzarci non è facile per via degli impegni nostri e di Olimpia, ma ce la facciamo.

Ci vediamo in città, il meteo non è perfetto e Olimpia si presenta in jeans. Per di più, come partiamo, Cassandra cade con la sua bici, ma integerrima si rialza, nonostante i graffi, e riparte. Insomma ci sono tutti i presupposti per non poter fare un lungo giro. Difatti andiamo lungo l’argine, ma il cielo non ci convince.

Ma è Olimpia, e la sua volontà, che ci trattengono a non rinunciare da subito.

Ci racconta chi è, ci spiega le attività nella vita quotidiana e presso l’unione ciechi e ci racconta come sta vivendo questo momento della sua vita. Non vuole mollare, non lascia che sia la malattia a condizionare il suo stato d’animo e le sue giornate. Ma quel che ci fa capire davvero chi è Olimpia sono le richieste di pedalare sempre più veloce. Vi è carica, ma anche sfogo, nell’energia che imprime al tandem. Come Filippo, vuole sentire l’aria sul volto!

Non pioverà, ma non possiamo rischiare e accorciamo la pedalata per rientrare in città molto presto. Allora promettiamo di organizzare una seconda pedalata molto presto.

In questo frangente di tempo succedono due cose:

  • Io e Cassandra capiamo che da soli non possiamo gestire le richieste per la mancanza di tempo e quindi che l’idea migliore sia rendere indipendente l’unione ciechi di Piacenza con dei tandem loro;
  • Conosciamo Rosita e la sua bellissima famiglia che ci darà l’input per capire come raccogliere i fondi necessari.

Ci riorganizziamo con Olimpia, stavolta Cassandra non può esserci, ma con me e Olimpia avremo la scorta della figlia di Olimpia ed, inoltre, di Rosita, il marito Tano e la figlia più piccola.

Stavolta possiamo permetterci un giro più lungo e dalla città seguiamo la ciclabile che ci porta a Gossolengo. Anche in questo caso Olimpia è carica come una bomba e non vede l’ora di correre. Non le basta pedalare per una passeggiata tranquilla. Vuole arrivare al momento dell’aperitivo il più velocemente possibile… Sarà un buon pomeriggio e Olimpia stessa, saputa la nostra volontà di come modificare la nostra disponibilità, ci incoraggia a incominciare, assimilo da lei la forza che la caratterizza! Olimpia è una mamma tosta! Sarà presente in ogni momento importante del progetto, dalle prime serate alle donazioni.

E’ così che inizia davvero il progetto : IL TANDEM VOLANTE e la carica di Filippo e la determinazione di Olimpia ci insegnano come e cosa fare!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 2/6 – IL PICCOLO FILIPPO

IL PICCOLO FILIPPO:

Siamo nel cuore dell’estate del 2015, io e Cassandra siamo rientrati dalle nostre ferie e percorso, quindi, il nostro primo viaggio in tandem che ci ha visto pedalare sulle coste della Sardegna e della Corsica per poi rientrare da Genova a Piacenza con un’unica mitica tappa di 130 km, attraversando i valichi che separano le due città con un tandem pieno di borse e un carrellino a seguito… Ma questa è un’altra storia…

Sono giorni caldi e, dopo Divio, per parecchio tempo non veniamo contattati dall’unione ciechi di Piacenza fino a che non ci chiama una mamma, Mariangela.

Mariangela è la mamma di 3 bellissimi bambini, di cui Filippo è non vedente dalla nascita. Ci accordiamo per un pomeriggio in settimana e per una strana coincidenza, non solo è disponibile Cassandra a scortarmi per la sicurezza del tandem lungo le strade, ma lo è anche mia madre che ci accompagna.

Arriviamo a Gossolengo e conosciamo di persona Mariangela e i suoi figli. Filippo è una bomba di energia, parla sempre e fa sempre sorridere, non vede l’ora di partire col tandem, non lo ha mai provato e sia io che Cassandra siamo un attimo sbigottiti da tanto entusiasmo.

Parte così la curiosa carovana che vede me col tandem assieme a Filippo seguiti da sua madre Mariangela che porta sul porta-bebè il fratello più piccolo poi la sorella grande indipendente con la sua bici, Cassandra e mia madre. La compagnia più strana che si potesse vedere in provincia…

Filippo ha solo 10 anni ed è leggerissimo, ma tutta la sua energia richiede una guida attenta poiché continua a muoversi e parlare. Mi racconta in pochi minuti migliaia di cose e tra una frase e l’altra, senza rendersene conto, ci racconta le emozioni che sta provando che per noi sono lampi di luce di emozioni.

Ha un orecchio finissimo e attribuisce una nota a ogni rumore che il tandem emette, non sa bene come funziona una bici e ogni tanto si fa male quando, distraendosi, perde i pedali che poi gli colpiscono il polpaccio, ma non demorde, rimette i piedi nella giusta posizione e ogni volta mi richiede di accelerare… Lo accarezza l’aria e il modo semplice con cui me lo spiega mi ricorda le prime emozioni delle mie prime pedalate da bambino.

Passiamo sotto la ciclabile del ponte Paladini e non c’è bisogno che gli descriva che siamo sopra un fiume (il trebbia) lo sente e me lo racconta lui che siamo sopra un fiume. Le sue emozioni diventano le nostre.

La passeggiata passa in un attimo tra le mille risate che Filippo ci fa fare. Mariangela è proprio una mamma in gamba e riesce a gestire i tre figli senza dare segni di stress. Ci invita a casa loro per una granita e scopriamo il mondo di Filippo in una casa senza troppi sopramobili e in cui regna la musica. Di tutti i generi. Filippo prende un CD e lo inserisce nel lettore e inizia a cantare di tutto, dalla musica italiana anni 50 alle ultime hit del momento. Non esiste il silenzio per Filippo.

A fine giornata ci salutiamo e nel rientrare verso casa io e Cassandra, senza parlare, sentiamo già dentro di noi che ciò che facciamo è molto grande, forse per noi troppo grande, ma la carica di Filippo è la nostra benzina.

Rivedremo Filippo un anno dopo, quando doneremo i primi due tandem proprio all’unione ciechi di Piacenza e poi ultimamente per allenarci per guidare i tandem alla maratona di Piacenza.

La seconda volta che Filippo sale con noi sui tandem sono passati due anni, pochi giorni fa da quando sto scrivendo questo racconto, questa volta lui è già più abituato perché dopo l’esperienza con noi Mariangela e il marito han deciso di comprare un tandem tutto loro per Filippo.

Stavolta però alla guida vi è Cassandra e io scorto il tandem controllando preventivamente gli incroci. Filippo adesso ha 12 anni, ma non è cambiato. Ha sempre più entusiasmo ed è contagiosa la sua forza. Cassandra sono pochi chilometri che conduce un tandem, ma non si lascia intimidire. Il giro è breve, ci serve solo per capire se sarà possibile portare un secondo tandem alla maratona di Piacenza, ove saremo per pubblicizzare il nostro progetto. Muoverci in una zona che Filippo conosce ci fa impazzire.. Continua a urlare “GUARDA LA!” e tu istintivamente ti giri, poi ci pensi e dici.. ma davvero sto guardando dove mi ha detto di guardare un bambino che non ci vede???…

Filippo è così, ci prende un po’ in giro, ci fa ridere, racconta una cosa poi gli fai una domanda e ti risponde un’altra cosa ancora, ma è fantastico stare con lui. Capiamo che alla maratona ci sarà davvero da ridere!

E che nulla è impossibile!

Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 1/6 – DIVIO

Scriviamo due righe,buttate di getto, cercando di trasmettervi le nostre emozioni e i nostri perché!

Perchè ci siamo imbarcati in tutto questo?

Non lo sappiamo neanche noi,la nostra strada ci ha portato qui oggi e non abbiamo provato a forzare la mano a favore o contro quello che oggi ci ha reso IL TANDEM VOLANTE.

Eravamo in auto un giorno della primavera del 2015 e io (Diego) e Cassandra ci chiedavamo cosa potevamo fare, oltre il volontariato. In macchina avevamo a bordo anche il nostro tandem,ci stavamo spostando per un giretto fuori provincia. La risposta era dietro di noi. Non abbiamo amici o parenti ciechi o autistici o con altri handicap,ma l’idea di collegare una nostra passione con qualcosa di utile per il prossimo ci ha preso subito.

Contattattammo l’unione ciechi di Piacenza per far sapere la nostra disponibilità e, dopo qualche settimana, la prima chiamata:

DIVIO:

E’ la prima richiesta che riceviamo, l’appuntamento è per un caldo pomeriggio di inizio estate del 2015.

Cassandra non può seguirmi per impegni di lavoro e dato che non avevo mai condotto il tandem con un non vedente, ho chiesto l’aiuto di altri ciclisti e, per mia fortuna, accoglie la mia richiesta l’amico Marco Cesena che mi seguirà per garantirmi più sicurezza durante la pedalata.

Divio è un energico pensionato che ha perso la vista per via di una malattia degenerativa.

Ci troviamo sotto casa sua e partiamo per un giro attorno alle campagne di Pontenure.

Accarezza il tandem, ne intuisce la forma. Divio ama andare in bici e non poterci più andare in modo indipendente è per lui frustrante. Mentre tasta manubrio, telaio per arrivare alla sella fino al portapacchi continua a ripetermi che il tandem è davvero molto bello. Sottovaluto la capacità valutativa che si può avere non potendo vedere ciò che si sta analizzando, ma apprezzo i suoi complimenti per il mio mezzo che per poter fare lunghi viaggi ha subìto parecchie modifiche.

Mentre pedaliamo percepisco il sorriso di Divio per l’opportunità, ricorda le strade che stiamo percorrendo e me ne racconta il panorama che vedeva prima del buio che adesso lo accompagna. Qualcosa è cambiato, vi è più cemento purtroppo, ma non ho coraggio a farglielo sapere.

Ce lo dice chiaramente che è contento della giornata, pedaliamo un paio di ore e ci racconta tutti i suoi giri in bici. Sia quelli più semplici per andare a fare la spesa ,sia quelli più lunghi nelle caldi estati passate per cercare refrigerio nel Po. Al rientro ci invita a gustarci un ghiacciolo assieme e ci racconta le esperienze con l’unione ciechi. Vedo per la prima volta quanto è importante avere delle abitudini per spostarsi con sicurezza nei propri spazi. Ero stato a Milano agli spazi dell’unione ciechi ove fanno provare l’esperienza di una camminata al buio,ma vedere la quotidianità di un non vedente è ancor più significativo.

Nella giornata l’esperienza è sicuramente statà più grande per me che per Divio che mi saluta con affetto, ringraziandomi più volte e con sicure pacche sulla spalla. Al rientro a casa non vedo l’ora di raccontare tutto a Cassandra.

Il tandem volante muove il primo passo…