Perchè? I momenti che ci hanno portato a fare tutto ciò! STORIA 5/6 – LUCA

LUCA:

Nonostante l obiettivo di donare due tandem all’ unione ciechi di Piacenza fosse stato raggiunto, io e Cassandra ci siamo lasciati trascinare dagli eventi e non ci siamo fermati. In parte diamo la colpa a internet, il mezzo che ci ha dato modo di farci conoscere, che ci ha spronato a continuare. Ed ora che scriviamo questi brevi racconti siamo contenti di questa scelta, perché ci ha portato a superare anche nostri limiti personali, non solo quelli dell’aiuto sociale.

Arriviamo così a passare l’inverno a organizzare altre serate in cui parliamo dei nostri viaggi e delle nostre esperienze e del nostro progetto e raggiungiamo l’obiettivo di poter donare altri 4 tandem. Due di questi decidiamo di regalarli all’associazione Oltre l’Autismo di Piacenza.

Ne io ne Cassandra abbiamo mai avuto modo di conoscere personalmente persone soggette a questa particolarità, se non leggendo i loro racconti o facendocene un’idea dagli schermi delle tv. Contattiamo così Mariagrazia che gestisce l’associazione e, entusiasta dell’idea, la conosceremo assieme a suo figlio Luca in una delle serate organizzate per la raccolta fondi. Conoscere Luca è emozionante, è espansivo ed affettuoso. Come mi conosce mi abbraccia, forse non gli è chiaro perché le nostre strade si sono incrociate, ma mi piace pensare che abbia capito che stiamo cercando di fare qualcosa di buono per lui e i suoi amici. Ci rivedremo il giorno della donazione, una fredda giornata di Gennaio 2017 ed è qui che ho occasione, assieme a Cassandra, di pedalare su un tandem per la prima volta con i ragazzi dell’associazione e rimango di stucco quando parto con Luca.

Imprime nei pedali una forza mostruosa, faccio davvero fatica a governare il tandem con tutta questa energia. Facciamo un primo giro attorno al quartiere poi rientro verso la sede e Mariagrazia mi spiega che il primo problema è proprio trovare il modo di permettere ai ragazzi di sfogare tutta l’energia che hanno. Questo, a volte, li rende maneschi. Non per cattiveria, ma perché l’accumulo di forza non sfogata li porta a gesti incontrollati che, ai nostri occhi erroneamente, pare voler essere una minaccia.

Donare due tandem quindi scopriamo essere non solo un modo per passare il tempo per i ragazzi e permettere all’associazione di farsi conoscere in città, ma anche il giusto modo di permettergli, in sicurezza, di fare sport e sfogarsi.

Ripartiamo per un secondo giro, più preparato, con Luca. E scopro un lato della sua personalità bellissima. Saluta tutti! Quando dico tutti, intendo tutti! Pedaliamo veloci per i quartieri della città, i freni sono messi a dura prova, mentre Luca saluta tutti. E spesso la gente, anche se sorpresa, ricambia con un ciao e un grande sorriso. Gli chiedo un paio di volte se è felice e risponde urlandomi un “SI” e quando rientriamo in sede elargisce forti abbracci a me e Cassandra.

Non lo do a vedere, ma mi commuovo mentre faccio provare il tandem anche agli altri ragazzi dell’associazione.

E’ un esperienza fortissima e i genitori dei ragazzi, che gestiscono in prima persona l’associazione, hanno tutta la nostra ammirazione. Scopriremo qualche mese dopo che la donazione ha dato il via, all’interno dell’associazione stessa, a un progetto più grande con la collaborazione del Comitato Sportivo Paraolimpico e che la notizia della nostra donazione ha portato altri privati a donare all’associazione stessa un altro tandem!

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