Il viaggio continua! CROAZIA 2015 (VERSIONE UFFICIALE!)

Riscriviamo la storia del nostro secondo ciclo viaggio estivo perché il mio cervello ogni tanto confonde o dimentica qualcosa, la storia ora è aggiornata coi ricordi e i commenti di Cassandra. Specialmente i suoi caziatoni nei miei confronti (   ). Speriamo questa nuova versione vi entusiasmi!

Nel 2015 avevamo ancora Nastro Azzurro come mezzo meccanico ,avevamo da pochissimo iniziato l’esperienza con l’unione ciechi di Piacenza e avevamo portato con noi Divio e Filippo. Erano i primi passi de: il tandem volante, ma ancora non conoscevamo le vere capacità del progetto.
Siamo tornati a pensare alle nostre ferie, ovviamente gli ingredienti principali rimanevano:
Tandem,
Mare,
No stress.
Le uniche novità sul mezzo riguardavano l’inserimento di uno stabilizzatore di corrente alla dinamo al mozzo che ci consentisse di caricare i cellulari mentre pedalavamo. Ma per la mia solita fretta di fare le cose veloce e male non ha mai permesso che tale apparecchio funzionasse perfettamente.
Il nostro allenamento non era tanto migliorato. Avevamo fatto qualche giro in più, come la ciclabile Peschiera – Mantova, ma di certo non potevamo ancora considerarci pedalatori seri.

Se vi è piaciuto il primo racconto,spero abbiate voglia di perdere ancora un po’ di tempo col secondo capitolo della nostra attuale trilogia!!

DA TRIESTE A ZARA – SALTANDO DA UN ISOLA ALL’ALTRA!! 2015

Eccoci di nuovo sul camper con i miei genitori e in compagnia anche di mia sorella Daniela e il suo compagno, il mitico Nicola.
Direzione Trieste,con qualche sfiga,difatti a metà strada il camper decide di non partire più. Dopo vari smadonnamenti,riesco a risolvere bypassando il circuito di avviamento e facendo partire il motore,come nei film… dai cavetti…
Un ultima dormita su comodi materassini,prima di passare settimane dentro la tenda.
Colazione in centro,prepariamo il tandem e finalmente si parte! Direzione: ZARA!
GIORNO 1:
Come partiamo subito ci da il benvenuto qualche noia tecnica,in particolare le luci,la mia sella e la ruota posteriore.. eppure avevamo fatto un controllo generale solo tre giorni prima presso un officina della nostra città.
Niente di grave che ci fermi,ma confesso che mi sale un po’ il nervoso. Mi svanirà solo dopo una lunga salita che ci fa giungere al confine tra Italia e Slovenia, grazie ai panorami stupendi del territorio sloveno che ci faranno da sfondo per tutto il giorno. Il paese ci conquista e ci promettiamo di tornarvi presto.
-“Intanto son passati due anni e ancora non mi ci hai riportata..”
-“dai vedrai che presto ce la faremo,poi sei te che prendi sempre mille impegni..”
-“rigira sempre la frittata come fosse colpa mia.”
-“Ma che rigiro e rigiro..uff..cmq..”
Superiamo anche il confine tra Slovenia e Croazia giungendo a Pasjak. La giornata è stata lunga,dobbiamo rientrare a regime io e Cassie,perciò partiamo subito coi vizi..dato che non vi è un campeggio e moralmente non siamo in forma per bivaccare selvaggiamente,ci viziamo con un alberghetto che ci propone un ottima cucina locale e non ci fa spendere molto.
GIORNO 2:
Ripartiamo in discesa,il giorno prima siamo solo saliti…
Una bella lunga discesa che ci porta velocemente a Moschenicka Draga. Troviamo il primo campeggio della nostra vacanza,montiamo tutto e finalmente MARE!
Andiamo preparati! Abbiamo le scarpette da mare! In Croazia la sabbia non esiste,se l’è fregata tutta la costa Ovest dell’Adriatico,la Romagna! Le spiagge sono tutte di sassi tondi lavorati dal mare,ma per camminare comodi meglio usare le scarpette da mare. E noi le abbiamo! Tié! La soddisfazione è tanta,perché solitamente dimentichiamo queste accortezze,ma non stavolta! Gne! Gne! Gne!
-“Ma che Gne!Gne! che se non te le ricordavo io eri ancora in spiaggia a fare un passo ogni 3 minuti per non sentire dolore..”
-“Eheh! Per questo ti porto con me sei la mia memoria vivente portatile!”
-“Scemo..continua va…”
Non siamo ancora in formissima,subiamo ancora la stanchezza accumulata dagli impegni prima delle vacanze e dalla strada percorsa,e dalla mancanza di allenamento che si fa sentire.
La sera perciò facciamo giusto due passi per il lungo mare di Moschenicka,ma niente di più.
GIORNO 3:
Si riparte! Ci aspetta il primo traghetto. Ebbene si! A casa, nel guardare cartine e informarci sulle strade croate, capiamo che è meglio evitare la lunga statale che costeggia il lungo mare della penisola,perciò ci inventiamo un itinerario che ci fa saltare da un’Isola all’altra fino ad arrivare a Zara.
Prendiamo il traghetto che da Moschenicka Draga ci porta all’isola di Cres per raggiungere il Camping Kovacine.
Come sbarchiamo ci aspetta una dolce e lunga salita da affrontare col tandem con problemi tecnici alla ruota posteriore. Il cielo è un po’ coperto,ma quando arriviamo alla cima che poi ci porterà alla discesa verso il camping,la vista è comunque intimamente profonda. Il grigio del cielo si confonde con l’azzurro spento del mare. Giornata un po’ malinconica,ma siamo felici di essere qui a vivere questo momento. Scendiamo e arriviamo al campeggio. L’ingresso si presenta molto bene,le piazzole sono tutte in ombra e scegliamo una piazzola vicino alla spiaggia,ma mentre montiamo la tenda…Cassandra nota un piccolo particolare… molti ospiti del campeggio sono nudi… Siamo incappati in un campeggio per nudisti,non sarà l’unico in tutta la Croazia,ma quello che dobbiamo sottolineare è che è una pratica seguita ormai solo da persone anziane…
-“Se!Se! Ti sarebbe piaciuta qualche bella giovane turista senza veli eh!!”
-“Ma se sei te la prima che ha notato la cosa.. maniaca!”
-“Furbetto…chissa cosa fissavi con gli occhiali da sole indosso facendo finta di niente…”
Tornati a concentrarci sul lavoro da fare finalmente casetta è pronta,possiamo goderci un fantastico panorama seduti vicino alla tenda,praticamente sulla spiaggia,sarà una serata stupenda,il cielo si è schiarito e consente alle stelle di brillare più luminose nel cielo.
GIORNO 4:
I problemi tecnici al tandem ci obbligano,anche se era già in programma, di fermarci un ulteriore giorno qui a Cres. Cassandra si rilassa in spiaggia,mentre io trovo una piccolissima officina in paese e sulla strada sostituisco un raggio,il copertone che si è stranamente consumato a velocità MACH3 e le selle che avevamo già sostituito prima della partenza,ma non provato per molto tempo e scopriamo non essere idonee al nostro uso (erano le tanto elogiate SMP TRK,ma ogni sedere ha la sua sella dopotutto…ci porteremo il loro peso nei bagagli per tutto il viaggio…) ed infine cerco di far funzionare il circuito elettrico che ho modificato,per permettere l’accensione delle luci anche a mezzo fermo e ricaricare il cellulare.
Il pomeriggio ci godiamo questo bellissimo paesino, CHERSO in Italiano. Davvero caratteristico. E notiamo che il prezzo dei ristorantini non è molto elevato,quindi facendo due conti non troviamo molta differenza nel fare la spesa e cucinare noi o mangiare un piatto nelle caratteristiche trattorie,sfrutteremo questa possibilità nei giorni a venire.
GIORNO 5:
E’ tempo di ripartire,siamo stati bene qui,ma il viaggio deve proseguire.
Carichiamo tutto e ripartiamo verso il prossimo traghetto che ci porterà dall’isola di Cres all’isola di Krk (che si può raggiungere anche dalla penisola senza prendere navi,grazie un ponte che la collega alla terra ferma). Traghetto da Merag a Valbiska per raggiungere la città di Veglia.
-“Ti ricordi che è qui che abiamo conosciuto la coppia di Como in moto?”
-“Qui? Ma dai.. Mi ricordavo al traghetto per Rab…Sicura?”
-“Certo che son sicura,cara la mia zucchina vuota..fai vedere cosa c’è qua dentro la tua testolina..ecco..vedi? Niente.. Poveino…”
-“Dai smettila! Ho capito.. Uff… Antipatica di una saccentella…”
Al traghetto conosciamo due Italiani di Como in moto che ci danno novità dall’Italia e veniamo a sapere che il rifugio per cui concorravamo per la gestione (il rifugio alpinisti monzesi) è stato assegnato mentre eravamo via,naturalmente ad altre persone. Si chiude così uno dei nostri sogni.
La strada è in salita,ma non difficile,anche se iniziamo a constatare che le leggi della fisica in Croazia subiscono una particolare modifica a nostro svantaggio… A tanta salita non corrisponde altrettanta discesa…praticamente facciamo salita anche quando dovrebbe esserci discesa, secondo questa teoria dovremmo già avvicinarci ad un altitudine di circa 3000 metri,per superare l’altitudine del K2 entro la fine del viaggio…
Pazzie a parte,durante l’itinerario ci fermiamo a mangiare in un ristorantino lungo la strada,dove facciamo conoscenza con amici di forchetta che non lasceremo più per tutto il viaggio: i chevapchichi!!! Come descriverli… praticamente delle polpette non rotonde, ma cilindriche,buonissime!
Finalmente constatiamo per dato di fatto che il costo del cibo è piuttosto basso, ne approfitteremo per quasi tutto il resto del viaggio.
-“Ecco ora racconta la versione giusta…in appartamento abbiamo dormito a Rab,non qua…Testone”
-“Eh..hai ragione! Mi son confuso… Dicevamo..”
Arriviamo a Veglia e troviamo un bel campeggio,se non fosse in collina quindi per andare in spiaggia o semplicemente ai bagni dobbiamo farci sempre la nostra scarpinatella.
Spiagge dall’acqua cristallina,peccato non ci sia sabbia..ma il bllo sono i piccoli bar dove con 3 euro bevi cocktail enormi,come non approfittarne…
Da bravi barboni usiamo una delle sacche stagne che ci fa da borsa per inventarci un materassino economico da usare in acqua… e ci sentiamo ancora più barboni quando in campeggio arriva non un camper ma un autobus camperizzato che rivedremo a settembre alla fiera del camper e scopriremo avere un costo oltre i 400.000 euro…
La città è piena di vita! Non a caso è considerata la parte della Croazia dedicata ai più giovani. Noi siamo giovani,ma un po’ vecchiotti dentro,perciò non approfittiamo delle discoteche. Ma niente ci toglie un bel giro in centro con annesso cocktail alla frutta enorme.
La città è meravigliosa e,oltre alle attrattive giovanili,sprizza storia da ogni vietta!
La notte passa e la mattina siamo di nuovo in ballo con lo smontaggio e i ricaricare il tandem.
La strada ci aspetta.
GIORNO 6:
Torniamo al traghetto che da Valbiska ci porterà a Lopar,sbarchiamo e ci aspetterà probabilmente il giorno più duro fisicamente. Un caldo atroce e una salita perenne. Obiettivo raggiungere Arbe.
Arriviamo in città e constatiamo che il prezzo dell’unico campeggio equivale al prezzo di una stanza per una notte,perciò girovagando proviamo a chiedere in giro alle persone che troviamo affacciate dalle loro case a cui hanno posto il cartello “affittasi stanza” i vari costi. Troviamo qualche anziana maleducata nel risponderci,chissa,forse vecchi artriti con gli Italiani,ma non ci facciamo caso e proseguiamo la nostra ricerca fino a trovare una signora gentilissima che per il prezzo equivalente a quello del campeggio ci affitta la stanza con bagno in camera.
La città è meravigliosa,vivissima,piena di locali. Raggiungerla è ancor più bello seguendo il lungo mare cementato che dà accesso a varie calette dove potersi tuffare. Nell’arrivare in città da questa strada si vede la fortificazione illuminata a giorno e si sente la musica degli artisti di strada.
Cerchiamo un ristorantino e troviamo una porta aperta che sembra accedere in una casa. Il signore seduto davanti l’ingresso ci invita ad entrare e il profumo che ne esce ci convince. Dentro la stanza si allarga e possiamo accomodarci a uno dei tavoloni con annesse panchine. Mangiamo un pesce cotto in modo favoloso e lo paghiamo davvero poco. Abbiamo trovato il nostro Eden.
-“Mmmmh! Mi torna l’acquolina in bocca solo al ricordo!”
-“Ti ricordi che piattoni? E che buoni!”
-“Si!Si! Tornerei subito solo per questo!”
A pancia piena facciamo una passeggiata per le viette accompagnati dalla musica e allietati dagli spettacoli dei vari artisti. Poi il nostro occhio sarà attirato da un negozietto che vende abbigliamento nepalese. Entriamo,proviamo qualche abito,ci viziamo un po’ e ci facciamo un regalo a testa. Cassandra per l’esattezza se ne fa due… Due abiti che poi utilizzeremo per il matrimonio dei nostri cari amici Marina e Marco e uno zainetto che ci torna comodo per momenti come questi in cui camminiamo e non pedaliamo. Insomma tutto peso in più per il povero tandem.
GIORNO 7:
Abbiamo dormito davvero bene su un vero letto.
E’ giusto che sappiate che fino al viaggio del 2016 non avevamo chissà quale attrezzatura da campeggio. Non usavamo materassini,componevamo i cuscini coi vestiti d ricambio, usavamo la mia vecchia e malandata tenda, io il mio sacco a pelo da montagna… insomma… degli scappati di casa sembravamo. Quindi, anche se il viaggio era solo all’inizio,avevamo già usufruito due volte di strutture alberghiere perché ogni notte in tenda non era molto riposante.
Prepariamo la colazione,riassettiamo le valigie e scendiamo a caricare il tandem.
La proprietaria di casa ci vede affaticati già solo a caricare il mezzo e preoccupata ci chiede se avevamo fatto colazione dato che avevamo concordato il prezzo della sola camera. Senza attendere risposta,come ogni mamma premurosa,ci porta caffe all’americana e una torta sacker che ancora adesso sogno. Nonostante fossimo già pieni dalla nostra colazione non facciamo tanti complimenti,specialmente io, e spazzoliamo ciò che ci viene offerto.
-“Quando c’è del cioccolato tu proprio non sai resistere  ”
Sorride lei e gli altri ospiti a vederci partire,sorridiamo noi per aver trovato persone così gentili e buone.
Oggi dobbiamo prendere due traghetti. Uno che ci consentirà di passare dall’isola di Rab al continente,proseguire lungo la statale che constatiamo effettivamente non tanto sicura,neanche per il traffico che in realtà troviamo esser davvero poco,ma per la velocità con cui ci sorpassano.
Raggiungere Prizna per poter arrivare al secondo porto per il traghetto che ci porterà all’isola di Pag per arrivare a Lun.
La strada, inutile dirlo, è in salita la maggior parte del tempo,per poi fare una discesa in picchiata per raggiungere il secondo porto.
Finalmente arriviamo a pedalare sull’isola di Pag che è già ora di pranzo,evitiamo di partire sotto il sole cocente e pranziamo al piccolo bar del porto. La strada è caratterizzata principalmente da lunghi serpenti di asfalto che ricordano le highway americane che di vedono in mille film. Il paesaggio è cambiato,ma anche qui sembra di essere su un altro pianeta. Arriviamo a Novaglia,ma non entriamo in città. Avevamo visto foto spettacolari di Lun quindi continuiamo a pedalare verso il dito di quest’isola.
Naturalmente salita e naturalmente stradone lunghissimo. Arriviamo che è quasi sera e prima che faccia buio dirottiamo dalla strada a poco più di un chilometro dalla città per seguire un cartello che indica un campeggio. La strada scende e si fa sterrata,ma proseguiamo ugualmente.
Finalmente arriviamo praticamente dentro al mare in questo fantomatico campeggio… Il gestore è gentile,ma le piazzole sono sui sassi e non vi è l’ombra di un albero. I bagni sono fatti da 4 assi di legno messi su a mo di parete con circuiti elettrici che di sicuro non hanno neanche la voglia… Ma siamo stanchi e l’idea di rifare la strada appena scesa ci fa arrendere. In compenso il mare è stupendo!
Staremo in questo “campeggio…” ben due notti,volendoci fare del male,ma effettivamente la limpidezza del mare ci conquista e ci fa perdonare questo luogo fatiscente.
GIORNO 8:
Ci riposiamo dalle fatiche del giorno prima,cerchiamo una caletta un po’ più intima e ci rilassiamo per tutto il giorno. Facciamo amicizia coi vicini di piazzola,loro in camper con una figlia disabile che è particolarmente attirata dal tandem.
La sera andiamo a visitare la piccola cittadina di Lun e ci viziamo in un ristorante sul mare dalla vista meravigliosa e la cucina ottima.
GIORNO 9:
Ripartiamo. Non ci mancherà molto questo campeggio,ma lasceremo il nostro segno.
Come detto precedentemente, per ritornare sulla strada principale ci aspetta una salita sterrata di un chilometro e poco più. Il tandem è stracarico e Cassandra mi guarda più perplessa del solito. Per la prima volta esordisce con:
– Non ce la facciamo di certo stavolta!” Io non demordo…
-“Dai proviamoci lo stesso!”
La gente,come percepita nell’aria un presagio da sesto senso,esce dalle tende o si affacciano dai loro camper, per godersi la scena. Non voglio fare brutte figure. Marcia leggera,ma non del tutto. Frase di rito:”1-2-3-VIA!” si parte! Piano piano ci muoviamo, la ruota posteriore da asfalto non fa presa sulla ghiaia e spesso slitta. Sembriamo un treno a vapore in partenza. Sentiamo le voci di chi ci guarda che in varie lingue ci incita:”DAI!DAI!DAI!”. Lasciamo il campeggio in sella,ma la salita non è finita. Finirà e la finiremo tutta in sella. Piccola vittoria personale per me e Cassandra. Abbiamo fatto solo un chilometro,ma raggiunto l’asfalto dobbiamo riprendere fiato un minuto.
Quest’oggi attraversiamo tutta l’isola per arrivare a Pago.
La salita sembra davvero non finire mai,pedaliamo per ore sotto il sole prima di arrivare finalmente quasi a scollinare,ma prima della cima Cassie chiede una pausa. Mai stop fu più azzeccato,perché mentre Cassie riprende fiato io per puro caso mi accorgo che il freno posteriore ha perso una vite di fissaggio e se avessimo iniziato la discesa il pattino si sarebbe sicuramente staccato rendendo pericolosa la situazione dato il peso da dover gestire con un solo freno. Il bullone è perso chissa dove,risolvo bloccando il sistema con una fascetta. Reggerà per tutto il resto del viaggio.
Ultimo sforzo e finalmente inizia la discesa. Si apre a noi un panorama lunare,tutte rocce grigie e rosse e in lontananza vediamo la spiaggia e la città.
Tutto in discesa fino all’abitato,ci voleva. Cassandra è in debito di energie ed è ora di pranzo,il caldo è opprimente. Ci fermiamo a mangiare in un ristorantino sulla spiaggia che alla parola cotoletta mi porta due orecchie di elefante gigantesche! Probabilmente ha capito con chi ha a che fare! Accetto la sfida versione Man VS food e accompagnando con un ottima birra gelata finisco il mio piatto e do una mano anche a finire il piatto di Cassandra… si,lo so,faccio un po’ schifo…
-“Tu quando si tratta di cibo non capisci più niente!”
-“che ci vuoi fare..la birra è la mia benzina e va accompagnata con buon cibo!”
-“buon cibo? Ma se tu ti mangeresti i copertoni della bici se venissero fritti..”
-“E’ verissimo. Anche se ci metti un po’ di nutella ci farei un pensierino. AHAHAH!”
-“Adesso però voglio fare una pennichella…”
Cassie è cotta dal caldo perciò decidiamo di passare le prossime ore all’ombra,in spiaggia.
Il paesaggio è davvero lunare. Sembra di essere su un altro pianeta. Anche io sono un po’ soffocato dal caldo,non dormo,ma non faccio neanche il bagno. Rimango seduto ore vicino a Cassandra che dorme profondamente.
Dopo le 16 Cassie s risveglia e possiamo riprendere il cammino,non ci aspetta tanta strada,solo il trovare un campeggio.
La periferia della città è circondata da saline e aziende di sale,appena fuori dalla città troviamo un altro paesino con un piccolo market e 4 case,una di queste ha un cartello appeso con scritto camping,in realtà è il giardino di casa a cui permette di far montare la tenda o parcheggiare il proprio camper e un altro piccolo casottino che fa da bagno per gli ospiti. La signora che ci accoglie è gentilissima e ci offre un loro amaro, una specie di norcino che beviamo a stomaco vuoto.
Montiamo la tenda,vado a prendere qualcosa al piccolo market,ceniamo e ci godiamo il tramonto dal giardino che è di fronte al mare. Un altro tramonto da favola,un’altra notte da sogno.
I colori che vediamo e viviamo rimangono impressi nei ricordi tanto son belli! Pare di vivere in un quadro!
GIORNO 10:
La notte è passata piacevole sul manto erboso e abbiamo davvero ricaricato le batterie.
Riprepariamo tutto. Ogni volta ci vogliono quasi un paio di ore tra smontare ordinare e caricare tutto bene sul tandem e sul carrellino.
Obiettivo del giorno: ZARA!
Si può raggiungere la capitale senza altri traghetti tramite il ponte della statale 106, il Paski Most. Arrivare al ponte non si rivelerà molto complicato e il panorama dall’insenatura che lo accoglie è fantastico.
Raggiunto il continente,per arrivare alla capitale ci aspetta una lunga salita e una lunga discesa purtroppo accompagnati da molto traffico. La giornata è soleggiata,ma fresca. Tant’è che non ci fermiamo per pranzo se non per sgranocchiare qualche cosa. Arriviamo in città e involontariamente ci dirigiamo direttamente verso il centro storico dove entriamo per tirare una sbirciatina veloce, mangiare un gelato e poi dirigerci verso il campeggio.
Vi è un unico grande campeggio in città posto alla periferia. La zona non è molto bella,ma il campeggio merita. Tutto all’ombra. Magari un po’ datate le strutture,ma efficienti. Dà poi accesso alla lunga ciclabile che porta in città che segue il lungo mare.
La tenda,come capisse che ormai sono le ultime notti,si rompe,si spezza una delle canne e dalla forma a igloo prende una forma tipo razzo… riparo con un po’ di scotch, ma non me ne preoccupo molto. Le previsioni danno bello per i prossimi giorni perciò la tenda non è un problema.
GIORNO 11:
Giornata dedicata a visitare la città.
Scopriamo due monumenti fantastici:
L’organo del mare: che consiste in tubi che canalizzano l’acqua del mare e ne provoca un suono continuamente differente a seconda delle onde del mare. L’effetto è di una musica infinita suonata dalla natura che ti accompagna per buona parte della passeggiata sul lungo mare.
Il saluto al sole: è una piazza davanti il mare a cui hanno installato a pavimentazione un enorme pannello solare circolare, per tutto il giorno accumula energia e, all’ora del tramonto, cittadini locali e turisti si danno appuntamento poiché allo sparire del sole il pannello si accende in migliaia di luci led che per tutta la notte fanno diversi giochi di luce. È un momento di aggregazione molto particolare e sentito. Tutti assieme in silenzio in un momento dedicato solo a se stessi e alla natura che ci circonda. Un momento fantastico che non potete non vivere se visitate Zara!
-“Si,la città moderna non è granché,molto popolare,ma la città vecchia è davvero stupenda e i due monumenti lasciano davvero un segno nel cuore!”
GIORNO 12:
Ultimo giorno di mare.
Decidiamo che un altro traghetto non può farci male, tanto l’intero carico è in campeggio perciò viaggiamo scarichi.
Direzione isola di Uglian. Pedaliamo verso una piccolissima cittadina di nome Lukoran dove troviamo una spiaggetta piccolina di SABBIA! Con sdraio in legno a uso libero e un piccolo bar. Siamo soli e si prospetta una giornata da segnare negli annali per concludere le ferie in maniera eccellente. Ci godiamo la giornata in totale relax e a fine giornata, dopo la tenda, ci abbandonano anche le racchette da mare che si spezzano. Peccato,erano con noi dal viaggio in Corsica…
Torniamo in città,ci cambiamo e ci godiamo l’ultimo ristorantino. La malinconia di fine viaggio ci prende un po’,ma siamo contenti. E’ stata una bellissima esperienza e una bella scoperta da consigliare a tutti.
GIORNO 13:
Tempo di caricare il tandem ed entrare in città che la Croazia ci saluta con la stessa malinconia che sentiamo dentro gli animi. Piove a dirotto. Facciamo appena in tempo a metterci al coperto di un portico vicino al centro. Non ci viene neanche voglia di pranzare per quanto siamo giù di morale e il meteo non aiuta a rallegrarci.
Finita la pioggia possiamo avvicinarci al porto per il traghetto che ci porterà ad Ancona. Incontriamo una famiglia di cicloturisti: Mamma,Papà e due figli maschi di 11 e 13 anni. Il padre, un uomo gigante che scopriremo chiamarsi Thomas,è incuriosito dal tandem e fa conoscenza con noi. Sono di Zurigo ed entrambi parliamo uno stentato inglese. Anche loro prendono il traghetto per Ancona. Ci imbarchiamo verso sera e ci prepariamo a passare la notte su uno dei divanetti.
GIORNO 14:
Arriviamo ad Ancona e dobbiamo correre verso la stazione,ma il rientro in Italia ci ricorda i difetti del nostro paese,naturalmente non si capiscono le indicazioni e a momenti entriamo in tangenziale col tandem per arrivare in stazione. Perdiamo il primo treno utile per una soffiata di minuti,ma ritroviamo in stazione la famiglia di Thomas. Anche loro devono prendere un treno nella nostra direzione. Finalmente troviamo i biglietti a noi utili e ci dirigiamo al binario. Naturalmente dobbiamo inventarci strani metodi per far fare le scale al tandem a pieno carico,ma ce la facciamo.
Arriva il treno e come una benedizione arriva anche Thomas che intuisce che da solo non ce la farò mai a caricare il tandem negli spazi stretti di un vecchio treno. Con una sola mano prende il tandem e lo carica come fosse uno zainetto… tutti i presenti rimangono a bocca aperta e io e Cassandra lo ringraziamo a profusione. Ci sediamo vicini e ci divertiamo a sentire come pronuncia col suo vocione ogni nome di città che raggiungiamo (AN-CO-NA! RI-MI-NI! Ecc…) sembra Lerch della famiglia Addams! Ci salutiamo a Piacenza.
-“MITICO THOMAS!”
-“Davvero! Dovremmo andarlo a trovare a Zurigo come promesso!”
-“Mi sa finirà come la tua promessa per la Slovenia!”
-“Uffaaa…ci torneremo vedrai! Mica scappa!”
-“Se se ..come no…”
Scendiamo dal treno ancora una volta aiutati da Thomas.
E’ quasi passata l’ora di pranzo e ancora dobbiamo mangiare. Siamo tristi per la fine della vacanza,ma rientrare nei propri luoghi è sempre piacevole. Perciò… decidiamo di andare a mangiare in uno dei luoghi che più amiamo,alla Luppoleria. Pranziamo e decidiamo che anche questo viaggio,come il precedente,deve finire a Bettola. Perciò passiamo in centro per due foto di rito in piazza col tandem. Incontriamo casualmente qualche amico e partiamo.
Arriviamo nel tardo pomeriggio di una calda giornata estiva. Stavolta non ci aspettano al bar gli amici con bottiglie di spumante,ma un saluto affettuoso dei parenti e una doccia calda.

Una fine un po disgraziata:
Il giorno dopo riprenderemo le nostre vite normali se non ché solo qualche giorno dopo, per via delle forti piogge, il nostro territorio viene devastato causando 3 morti e milioni di danni.
Il tandem non è con noi dove viviamo quotidianamente e dove non si sono verificati problemi,ma è rimasto parcheggiato a Bettola,che viene colpita dall’alluvione con grande forza per via della fuoriuscita del Nure. Il garage dove sosta è uno di quelli che viene colpito quasi direttamente.
Dopo settimane di incessanti lavori per tornare alla normalità,ho occasione di recuperare il tandem che non ha evidenti danni,ma è un blocco di fango. Ci vorranno settimane per ripulirlo e sistemare tutto.
Insomma per quest’anno il tandem non è stato fortunato,ma ringraziamo di cuore Nastro Azzurro per averci regalato tanti attimi stupendi. E’ stato il nostro primo tandem e il lavoro per renderlo fantastico e sistemarlo ci ha sempre ripagato con momenti fantastici.
Lo abbiamo salutato a Dicembre 2015,venduto a due ragazzi che lo hanno usato per il loro matrimonio e spero lo usino per i loro viaggi o passeggiate di piacere.
E’ stato però degnamente sostituito da ASAN, il nostro attuale tandem MTB della MDE,una ditta artigianale di Torino. Acquistato usato di terza mano dal buon Mauro Affanni che ce lo ha lasciato a un prezzo molto ragionevole.
Con ASAN le avventure si sono moltiplicate e con lui i nostri progetti e le nostre possibilità!

Il nostro primo viaggio : SARDEGNA e CORSICA 2014

Io e Cassandra ci siamo conosciuti nell’estate del 2013,quindi le nostre prime vere ferie assieme sono arrivate l’anno dopo. In tutto questo tempo nella nostra vita è entrato il primo tandem, un Bianchi Spillone azzurro che abbiamo ribattezzato “Nastro Azzurro” (riferimenti alla birra puramente casuali…) adatto solo a qualche giro in città. Perciò l’inverno è trascorso nella sua trasformazione sostituendo le ruote con una anteriore con dinamo al mozzo,una posteriore con rapporti da mountain bike, i manubri a farfalla, i portapacchi più robusti sia anteriori che posteriori, il cambio, i freni, i copertoni,insomma… Tutto tranne il telaio!!! E il suo inseparabile amico monoruota,il carrellino!!!
Il mezzo era pronto e noi invece non ci siamo allenati mezzo metro,se non qualche passeggiata per provare ogni volta le novità introdotte nel mezzo.
Nel decidere l ‘itinerario abbiamo subito pensato che, essendo le nostre ferie, dovevamo andare al mare, perciò è stato naturale pensare a Sardegna e Corsica. Io già le conoscevo e quindi ho pensato all’ itinerario al lato Est delle due isole perché più facili come altimetrie da superare.
Tandem pronto con borse anteriori, posteriori e carrellino,itinerario deciso,biglietti traghetto comprati! Alla via così!

VIAGGIO 2014
Sardegna ( Olbia – Santa teresa di Gallura)
Corsica (Bonifacio – Bastia)
Continente (Genova – Bettola (PC))

Siamo arrivati a Genova accompagnati col camper dai miei genitori,ancora non lo sapevamo ma questa partenza dal camper diventerà una tradizione anche negli anni successivi.
Carichiamo tutto,ci prepariamo,si rompe il cavalletto e con un po’ di fatica salutiamo i miei genitori e riusciamo a salire sulla nostra nave. Naturalmente passaggio ponte,si dorme sulle poltrone del bar e trascorre la prima notte. L’alba ci riserva l’inizio di una bella giornata all’arrivo del porto di Olbia. Finalmente si scende, si inizia a pedalare verso il primo bar in centro a Olbia,naturalmente in salita… Siamo un po’ cotti dalla notte insonne,ma la voglia di iniziare questa avventura è tanta, perciò un cappuccino una brioche e via.
E’ tutto nuovo per noi. I luoghi,il modo di viaggiare e noi stessi davanti un tipo di esperienza così particolare. Impareremo a conoscere lati di noi che la vita comune non ci aveva rivelato ancora l’uno dell’altra.

GIORNO 1:
Finalmente la vera partenza,ahimé in mezzo al traffico del porto lungo la statale che sale a nord.
Imparo subito dalle prime ore cosa vuol dire viaggiare con una veterinaria… Lungo la strada,in un tratto per fortuna non trafficato,una piccola tartaruga rischia la vita cercando di attraversare. In pochi secondi devo fermare il tandem che col carrellino è più lungo di un camion,bloccare il traffico e consentire a Cassandra di scendere per mettere in salvo la testuggine. Ci farà compagnia qualche chilometro la piccola tarty( così ribattezzata) la lasceremo al sicuro in un bel pratone che non dà accesso alla strada e gli auguriamo ogni bene.
La rottura del cavalletto ci rende obbligatoriamente non solo piloti,ma anche cavalletti umani del mezzo. Ogni volta che ci fermiamo o troviamo un muro o uno dei due deve rimanere a bordo per tenere il tandem e tutto il suo carico. Il caldo si fa sentire, ma per fortuna il campeggio prescelto non è lontano. Dobbiamo arrivare all’Isola dei Gabbiani. Scopriamo che è un tratto sempre esposto al vento dove gli sportivi possono dilettarsi nel kite surf o wind surf. Il campeggio è bello e sarà il più costoso della storia dei nostri viaggi… Impariamo subito il primo giorno che possiamo usare il tandem x stendere i panni lavati e usarlo come base per il pannello solare che ci consente di ricaricare i cellulari.
GIORNO 2:
La Sardegna è solo un passaggio e il nostro obiettivo è già prendere il traghetto per la Corsica da Santa Teresa di Gallura a Bonifacio. Perciò la nostra strada continua imperterrita verso Nord. Ovviamente questo non ci proibisce di apprezzare la bellezza selvatica della nostra isola. A volte non sembra neanche di essere in Italia tanto che i panorami sono selvaggi e alcuni passaggi sono completamente in solitaria. Tant’è che ancora non conosciamo la calamità del nostro mezzo. Lo scopriremo solo nei giorni a venire.
Sul traghetto per Bonifacio possiamo godere dell’ultima Ichnusa che nei giorni in Corsica verrà degnamente sostituita dalla Birra Pietra.
Ma soprattutto possiamo godere di un lato del panorama che negli anni precedenti in cui sono stato non avevo notato. La costa alta che ti dà l’impressione di attraccare sulle spiagge di Dover, in Gran Bretagna, e non in Corsica. Sbarchiamo e ci attende la prima sfida,nonché il primo tifo.
Davanti a noi una salita di 300 metri con una pendenza media vicina al 17/18% con una coda di veicoli impressionante. La gente ci vede scendere dal traghetto carico di borse e carrello e già se la ride. Io e Cassandra siamo alla nostra prima vera prova fisica, ci chiediamo se provarci o meno, ancora non conosciamo le nostre potenzialità e diamo per scontato che a metà salita dovremo fermarci e proseguire spingendo. Gli chiedo di provarci ugualmente,allora marcia agile e via! Pian Piano saliamo e abbiamo il primo contatto con la Francia e i Francesi che ridendo ci urlano: Ale! Velò! Ale!” faremo nostro questo motto in futuro. Tanto da ripetercelo quasi alla nausea davanti ogni sfida a bordo dei nostri tandem.
Stiamo respirando tanto di quello smog che veicoliamo direttamente nei polmoni completamente aperti dallo sforzo. Cassandra inizia a tossire quando ormai non manca molto alla cima,ma non molla. Arriviamo finalmente a scollinare soddisfatti e inquinati… direzione campeggio!
Montata la tenda,fatto amicizia coi gatti del campeggio che vengono viziati da noi turisti,doccia e cena,ci concediamo la prima passeggiata nella bellissima città di Bonifacio,la sua bellezza ci conquista,sono già due giorni che pedaliamo, decidiamo di fermarci qui per due notti. Domani riposo in una delle bellissime spiagge vicine a Bonifacio e visita della città con più calma.
GIORNO 3:
Non si può non visitare Bonifacio.
E’ stupenda.
A partire dal suo porto con le imbarcazioni milionarie, fino alla sua cima controllata dal suo castello millenario. E’ stato magico vedere il tramonto dalle vecchie mura della fortificazione. Ma ancor più bello visitare i negozi ricavati dalle grotte lungo il porto. Specie quello con barili pieni di caramelle!! Da volar via! Quel sacchetto di giuggiole ci accompagnerà per tutto il viaggio.
GIORNO 4:
La giornata precedente ci ha fatto provare il gusto delle ferie:mare e relax. Ora che abbiamo caricato nuovamente il tandem siamo carichi per scoprire nuovi luoghi. La prossima destinazione è un’altra grande città della Corsica. Io già la amo particolarmente,anche Cassandra ne scoprirà la sua bellezza a breve. Portovecchio stiamo arrivando!
La strada non è difficile,sono dei dolci Sali e scendi in queste lingue di asfalto dritte e lunghe,a volte pare di essere in un film americano. Le auto gentili si spostano sempre e non ci passano mai vicini,ogni tanto ci spaventano quando suonano il clacson semplicemente per salutarci e noi non ce lo aspettiamo. I panorami sono fantastici e ci invitano a lasciar perdere la bici e a tuffarci subito in quell’acqua cristallina che in una giornata così calda pare essere freschissima e rigenerante.
Nonostante le tentazioni,facciamo i bravi e arriviamo a Portovecchio, troviamo un campeggio alle porte del paese,bello in ombra e pianeggiante.
Per ogni nostro viaggio abbiamo sempre impostato l’idea di non impazzire a cercare di superare record sportivi o personali. Siamo in ferie e lo stress deve stare lontano, perciò le nostre tappe non sono mai più lunghe di una cinquantina di chilometri e quei chilometri ci mettiamo anche l’intera giornata a percorrerli. Questo ci permette di godere davvero del territorio e di conoscere le persone che ci salutano quando ci fermiamo da qualche parte. Non sono dello stesso avviso i primi ciclo viaggiatori che incontriamo al campeggio e con cui scambiamo quattro chiacchere. Italiani. Sono partiti sei giorni prima e hanno stabilito che in 7 giorni dovevano completare l’anello attorno all’isola per poi prendere il traghetto che li riporterà in Italia. Giornalmente hanno fatto più di 200 km e alla nostra domanda “cos’hanno visto della Corsica?”,sono quasi obbligati a essere onesti e risponderci: Niente… tanto era la loro fretta di superare questo loro record che hanno solo pedalato e si sono scordati di viaggiare e quindi…di vivere.. Ne incontreremo tanti altri di “pseudo cicloviagiatori” (cosi li definiamo perche non possiamo considerarli viaggiatori,poiché per noi il viaggiatore cerca di integrarsi con ciò che sta vivendo, ne carpisce come un ladro tradizioni, abitudini, gestualità. Diventa parte del panorama per un determinato momento storico. Non attraversa velocemente lo spazio senza lasciare il segno).
Siamo stanchi,prepariamo la cena,doccia,due passi attorno al campeggio,ma rimandiamo al giorno dopo la visita della città. Anche in questo caso decidiamo di rimanere fermi un giorno.
GIORNO 5 :
Visitiamo una delle spiagge tanto consigliate dai locali,in realtà sono tutte stupende. Ma in questo giorno particolare mi preme raccontare il ricordo di un esperienza che ci ha fatto perdere un ora di tempo. Come scritto prima,Cassandra non dimentica mai di essere una veterinaria e la Corsica ci riserva una brutta abitudine e una cattiva gestione. Scopriamo a nostre spese che non esistono canili e si trovano lungo la strada tantissimi cani abbandonati a loro stessi. Nell’andare verso la spiaggia ne troviamo uno in difficoltà. Ci fermiamo,non abbiamo attrezzatura per aiutarlo se non acqua. Mentre Cassandra si adopera per capire cosa poter fare, io inizio a chiamare i numeri di emergenza e col mio stentato inglese vengo rimbalzato dalla Gendarmeria, alla polizia locale, fino alla guardia costiera dove finalmente mi spiegano che non esistono servizi di recupero cani e che è prassi che i cani vengano lasciati al loro destino.
Cassandra è in lacrime,non vuole abbandonare il cane e io non so cosa fare,il tandem non può portare il peso di un cane di taglia così grande. Ma siamo fortunati. Pensavamo di essere in un tratto deserto,invece scorgo il cancello di una casa. Mi avvicino e trovo dei bambini giocare,la più grande si avvicina,riconosce il cane e ci spiega essere di un “vicino” (non proprio così vicino,comunque persona che loro conoscono) e se ne prende carico.
Cassandra finalmente si rilassa e possiamo tornare a noi. Questa notizia comunque ci lascia scossi e perplessi,non riusciamo a immaginare che un paese civile permetta che i cani vengano lasciati a loro stessi…
Ma non è finita questa giornata di strani episodi.
Dopo un po’ di relax in spiaggia,decidiamo di rientrare per una doccia e andare a visitare la città. Mentre siamo ancora in bagno,il gestore del campeggio ci raggiunge intimandoci di usare la RACLETTE “ASSOLUTAMENTE” , intende invitarci a pulire dall’acqua in eccesso il piano delle docce. Rimaniamo sbigottiti perché, in primis, era già nostra intenzione dato ché di certo non avremmo lasciato sporco,ma soprattutto non accettiamo lezioni di igiene da gente che non ha neanche il bidet!!! (Naturalmente scherziamo,ma l’episodio ci fa sempre sorridere al suo ricordo per come i fatti si sono svolti)
Finalmente andiamo in città,stasera ci viziamo! Aperitivo e cena in un ristorantino. Mentre ci dirigiamo in paese passa sopra le nostre teste una formazione di 8 CanadAir. Vi è un incendio nei boschi tra la spiaggia e il campeggio e ora che lo vediamo dall’alto della città ci intimorisce,ma fortunatamente l’attività degli aerei risolve la situazione in poco tempo.
Portovecchio è semplicemente magica. Non si può non godersi uno dei ristorantini in una delle belle piazzette o ancor meglio se su una delle terrazze affacciate verso il mare.
Ve ne innamorerete.
GIORNO 6:
Oggi fa davvero caldo e la strada non presenta paesi dove poterci rifocillare adeguatamente. Attraversiamo un paese in cui era segnalato un campeggio,ma è andato distrutto in un incendio dell’anno passato. Dobbiamo proseguire e all’ora di pranzo troviamo fortunatamente un chiosco lungo la strada, non abbiamo potuto ritirare al bancomat e abbiamo pochi contanti,ma fortunatamente, Cassandra ha con se dei buoni pasto che la commessa accetta senza problemi. Ne approfittiamo e abbondiamo col pranzo. Primo,secondo,dolce,caffe e birra a volontà. Ci riposeremo all’ombra di quel chiosco per quasi due ore pur di far passare le ore più calde prima di ripartire.
Mentre riprepariamo il tandem mi capita tra le mani il blocchetto dei buoni e leggo per caso la scritta: VALIDO SOLO IN ITALIA… Lo faccio vedere a Cassie che impietrisce.. non sappiamo cosa fare…vorremmo dirlo alla commessa,ma non abbiamo i soldi contanti per ripagare tutta la roba presa e il chiosco non ha il bancomat… Metto via il blocchetto…saluto la commessa e gli altri clienti..Cassie sale titubante e lasciamo alle spalle il problema… magari la loro banca li accetterà ugualmente penso… (…ma nella realtà praticamente scappiamo come ladri…)
Raggiungiamo un paesino sperduto dove troviamo,fuori dal paese, un piccolo campeggio che sembra gestito da ragazzini,i figli dei gestori,ma gli adulti non li vedremo mai. La più grande si giustifica asserendo che i genitori sono al funerale della nonna. Vogliamo crederle,montiamo la tenda,riscendiamo verso il paese e mentre Cassandra si rilassa un po’ in spiaggia, io vado a fare un po’ di spesa in uno sgangherato market che praticamente non ha nulla.
Non riesco a rilassarmi e l’idea di sdraiarmi al sole mi nausea,oggi ho preso davvero tanto caldo. Anche Cassandra non è in formissima e nella notte capiremo di aver preso un bel colpo di sole. Cassandra riesce un po’ a riposare se non fosse che la disturbo io che ho la febbre alta e gli incubi. Sudo,ma sento freddo. Quasi deliro. Finalmente arriva il mattino,mi alzo e vado a fare una doccia,sono fradicio di sudore. Riprepariamo tutto,io non me la sento di pedalare,ma l’idea di stare un altro giorno in un paese così vuoto mi nausea ancor di più. Cassandra mi incoraggia,mi aiuta. Facciamo colazione. Carichiamo il tandem e ci proviamo.
GIORNO 7
La giornata è meno calda della precedente,dopo i primi chilometri mi rimetto in sesto,solo un po’ di mal di testa,ma il peggio sembra esser passato.
Ci fermiamo in un supermarket e Cassy nella spesa infila un piccolo regalino per me. Uno snack da frigor della Kinder,non possiamo non goderne subito dei benefici del cioccolato e del refrigerio.
Proseguiamo e arriviamo in questa cittadina molto viva,anche se non ha niente di particolarmente affascinante,ma ha tutti i servizi e alle sue porte troviamo, quasi per caso, uno strano campeggio.
Siamo a Prunette. Il campeggio non è segnalato da nessuna parte. L’octopus si chiama (o qualcosa del genere) vi troviamo solo tedeschi…,ma i servizi sono belli ed è tutto in ombra. Un po’ particolare.. ci danno il benvenuto grandi totem indiani di legno e un grasso border collie che si affeziona a noi e ci farà compagnia nei giorni successivi. Il gestore è un tipo particolare che se non è in direzione lo si trova o a fare kite surf lungo la spiaggia del campeggio o a girare in bicicletta.
Il posto è strano ma ce ne innamoriamo,tant’è che decidiamo di starci due notti.
Vi è un locale non più in uso che faceva da bar e vi sono ancora le librerie fornite di libri lasciati dagli ospiti precedenti. Quell’angolo sarà nostro per il tempo che rimarremo in quel campeggio e ci farà da casa. Mai ci siamo sentiti tanto a casa come in quei giorni. Ci fa sorridere, mentre prepariamo la cena,trovare una lavagna con disegnato l’orso Balù che si fuma una canna…
Leggiamo uno dei libri,una favola per bambini,in dialetto corso che è simili al sardo,quindi vicino all’Italiano. Tutti gli altri libri,inutile dirlo..sono in tedesco…
GIORNO 8:
Scopriamo una cosa fighissima la mattina. Verso le 8 arriva un furgoncino bianco che inizia a suonare il clacson. Gli ospiti del campeggio si mettono tutti in fila,vado a vedere e scopro che è il fornaio che porta pane e brioche appena sfornate! Oddio! Impazzisco e compro 4 brioche al cioccolato e una baguette che metto rigorosamente sotto l’ascella!
Meritato riposo sulla spiaggia di Prunette. La giornata non è molto bella e le onde sono alte. Tanto che durante un tuffo in acqua Cassandra viene sbalzata, senza danni, in mezzo alla spiaggia da una delle onde più alte. Dopo la nostra cena nel nostro angoletto e in compagnia del buon border collie andiamo a fare due passi in spiaggia,all’andata vi sono 3 ragazzini che parlano, vi passiamo avanti senza dare importanza alla loro presenza,nel tornare colpisco un oggetto,mi abbasso e trovo 3 birre Pietra nuove e integre. Guardo Cassandra e ci diciamo che probabilmente le avran dimenticate nella giornata odierna. Le facciamo nostre,ma dopo pochi passi sentiamo alle nostre spalle tornare i 3 ragazzi di prima che erano andati a fare un bagno di mezzanotte e sentiamo che stanno cercando le birre che abbiamo in mano noi…come Lupin e Fushiko quatti quatti ci allontaniamo stando attenti a non far suonare le bottiglie tra di loro e rientriamo alla tenda ridendo… per la seconda volta durante queste vacanze ci riscopriamo criminali senza pietà! Le birre sono nostre ora! E le gustiamo anche se a temperatura ambiente, il loro gusto per come le abbiamo ottenute le rende le migliori birre mai bevute al mondo!
GIORNO 9 e 10:
Il viaggio ha fatto il suo giro di boa e ci sta portando verso il suo termine.
Lasciamo questo campeggio che ha conquistato il nostro cuore e ci dirigiamo verso Bastia.
La strada è quasi tutta in pianura,sono solo un po’ di chilometri in più rispetto la media,ma niente di impossibile.
Poco prima di entrare in una delle più grandi città della Corsica ci fermiamo in un bar dove ci raggiunge un cicloturista tedesco. Un altro malato dell’idea di dover fare migliaia di chilometri. Ha salutato moglie e figli il mese prima ed è partito da casa sua per attraversare mezza Italia e la Corsica in solitaria. Ora va verso il rientro dopo aver percorso più di 5000 km. Cos’ha visto? Sprazzi di panorami,niente più. Non sapeva,dopo settimane,neanche quale fosse la birra locale…
Bastia ha un lato moderno e un lato storico,dobbiamo attraversarla da sud a nord per raggiungere l’unico campeggio disponibile. Li conosceremo Serena e Davide,italiani che vivono a Parigi,purtroppo il futuro ci riserverà il ricontattarli più volte per sapere come stanno dopo i diversi attentati subiti nella capitale francese (per fortuna ogni volta senza che loro ne avessero subito danno)
Il centro storico è stupendo e la città è davvero multietnica.
Vi passeremo due notti,poiché siamo in anticipo di due giorni rispetto il traghetto prenotato. Ma questo riposo,ancora non lo sapevamo,sarà più che utile per quello che ci aspetterà a conclusione del nostro viaggio.
GIORNO 11:
Il traghetto di rientro sembra non arrivare mai a Genova e quando finalmente arriviamo è già sera.
In città non vi sono campeggi e non troviamo aree idonee che consideriamo comode e sicure per pernottare con la tenda. Non abbiamo molti soldi,non possiamo permetterci un albergo. Nel nostro girovagare intanto prendiamo la strada che il giorno dopo ci porterà verso casa e nell’uscire dalla città incontriamo un punto che attira la nostra attenzione. Sono già le 20 quindi dobbiamo fare un tentativo. Entriamo nel cancello e bussiamo a una porta.
Ci aprono i gestori e i volontari del Rifugio Sherwood,è un canile gestito privatamente da Marcella Rossi e i suoi soci. Gli spieghiamo il nostro problema,all’inizio non sembrano convinti di fidarsi a lasciarci coi cani,poi ci squadrano meglio e decidono di lasciarci montare la tenda all’ingresso del rifugio.
Passeremo la notte tra gli abbai degli ospiti a 4 zampe del rifugio,ma almeno siamo al sicuro.
GIORNO 12 (Il giorno più speciale del nostro viaggio e dei nostri ricordi):
Ci svegliamo presto per ripreparare tutte le borse,secondo i nostri calcoli dovrebbe essere il penultimo giorno di vagabondaggio. Alle 9 verrà ad aprirci il cancello Marcella. Quando arriva perderemo quasi un ora a vedere il canile,conoscere i loro ospiti,ascoltare la loro storia e finalmente confessare che hanno ospitato un poliziotto e una veterinaria. Marcella e i volontari sono gentilissimi,salutiamo loro e gli amici pelosi e finalmente partiamo. Per fortuna siamo già sulla statale 45. Dovremo seguirla tutta per tornare a casa.
La salita è lunga e costante,mai un momento di pace per molti chilometri,viviamo un paio di momenti di panico quando ci tocca attraversare due gallerie piuttosto lunghe senza illuminazione,se non quella fatta dai nostri faretti. Acceleriamo per toglierci da quella situazione pericolosa il prima possibile. Arriviamo ad Ottone, già in provincia di Piacenza, prima del previsto e all’ora di pranzo. Decidiamo di dar fondo alla nostra cucina e facciamo fuori wurstel e pure. Pranzo ideale visto il cielo coperto e il fatto che siamo in un paesino di montagna. Come finiamo di pranzare viene giù un acquazzone che evitiamo chiudendoci in un bar per una buona oretta.
Confrontandoci decidiamo che è inutile pensare di rimanere fuori un’altra notte perciò avvisiamo i nostri parenti dell’arrivo anticipato. Decidiamo di dirottare verso Bettola dove ci aspettano amici e parenti di Cassandra.
Nel decidere la strada,valutando gli sforzi già fatti dalla mattina,decidiamo di non affrontare una nuova salita,ma di scendere verso la pianura,superare Bobbio,arrivare a Rivergaro,raggiungere Niviano,girare per Grazzano Visconti per immetterci nella statale che ci porterà a Bettola. Allungheremo tantissimo la strada,ma eviteremo di fare altri passi di montagna.
Passato il temporale partiamo decisi,raggiungiamo Bobbio velocemente,foto di rito e ripartiamo.
A Rivergaro ci aspetta Luca,uno zio di Cassandra che ci è venuto incontro in moto. Ci fermiamo con lui dall’anguraio del paese,ci rifocilliamo e ripartiamo dato che ormai siamo al tramonto.
Arriviamo a Grazzano e sono io che accuso la stanchezza più di Cassandra (e pensare che quello più allenato dovrei essere io tra i due) ormai è buio,accendiamo dinamo faretti e mettiamo vestiti chiari addosso.
Arriveremo a Bettola alle 21,accolti da un inaspettato gruppo di sostenitori che al nostro arrivo ci aprirà addosso bottiglie di spumante.
Un arrivo da eroi che, inaspettatamente, hanno percorso in un giorno solo 130 km! Per noi un record in quell’anno!
Dopo i saluti di rito finalmente ci aspettavano il meritato premio… Bistecca,birra e … un comodo letto!

Così si è concluso il nostro primo viaggio in tandem.
Ancora non sapevamo sin dove ci avrebbe portato il nostro fantastico mezzo.
Ancora non eravamo: il tandem volante
Ma stavamo iniziando a capire che vi erano tutti i presupposti.

Cosa facciamo?

Questa è una bella domanda…beh…cresciamo..diventiamo grandi,ogni giorno più consapevoli. Maturiamo come persone e contemporaneamente facciamo crescere il nostro progetto. Ecco..quale progetto? Già..
Da quando io e Cassandra ci siamo conosciuti,si è infilato nella nostra vita un tandem che non ci ha più abbandonato.
E’ cambiato,siamo passati da un modello da città a uno da mtb. Ma sempre ha due ruote e due selle!
Il tandem però non è rimasto solo un nostro oggetto di divertimento.
E’ diventato uno scopo di vita,trasmettere la possibilità di muoversi assieme! Specie per chi nella vita ha trovato qualche ostacolo in più.
Abbiamo iniziato nel 2015 a mettere a disposizione il nostro tandem per l’unione ciechi di Piacenza. Le richieste per provare questa esperienza sono arrivate senza farsi attendere,ma la nostra disponibilità di tempo non bastava.
A giugno 2016 abbiamo deciso di avviare una raccolta fondi tramite una decina di salvadanai piazzati in diversi locali di amici nel piacentino e organizzando qualche serata in cui abbiamo raccontato i nostri viaggi in tandem. Siamo riusciti a Settembre 2016 a donare due tandem all’unione ciechi di Piacenza. La cosa poi ha preso piede e non ci siamo fermati,abbiamo continuato e siamo riusciti a Gennaio 2017 a donare due tandem all’associazione OltreL’autismo di Piacenza e un tandem all’unione ciechi di Lodi. Ed infine a Febbraio 2017 un cammellino (un aggiunta per rendere tandem una bici normale,da usare coi bambini) all’uffio disability di Alessandria.
Dobbiamo ringraziare l’appoggio di Rosita Folli di Energetica e di Pietro Aglianò e tutta la FIAB Piacenza che ci hanno appoggiato da subito.
Per non parlare di ORSI Bike che ci ha sempre seguito nella gestione meccanica dei tandem donati ed ora anche all’appoggio di VIVO Sport.
Senza escludere tutte le attività che hanno adottato il nostro salvadanaio (tra cui la Pizzeria VADO AL MASSIMO di Gragnano Trebbiense, il pub Diara di Rivergaro, la CRAI di Gragnano Trebbiense).
Ora il progetto sta crescendo.
Abbiamo ottenuto il patrocinio del comune di Gragnano Trebbiense e stiamo avviando la raccolta fondi tramite CrowFounding sul sito Buonacosa.org.
Pubblicizziamo il progetto grazie ai viaggi intrapresi in tandem (sardegna e corsica 2014 – croazia 2015- tuscany trail 2016) e che vorremmo far diventare sempre più e sempre più importanti.
E facciamo parlare di noi nel mondo dello sport iscrivendoci alle manifestazioni ciclistiche di bikepacking in ultratrail.
La prima che abbiamo svolto a Marzo 2017 la Volterra trail e concluso entrando nella storia come il primo tandem in Europa ad aver concluso questo tipo di sfida!
Continueremo partecipando alla Dolomiti super Bike (granfondo) e alle ultratrail Track6000 e RETrail!
Insomma…
Seguiteci… Parlate di Noi.. aiutateci a crescere. Perchè vogliamo continuare a condividere.
Se avremo l’aiuto di tutti ci piacerebbe indirizzare le prossime donazioni alle associazioni per disabili nelle province colpite dal terremoto dell’estate 2016!

La nostra VOLTERRA TRAIL 2017

L’aria frizzante del mattino e il pieno di gente stava già intimorendo ogni nostro buon proposito.
Io e Cassandra eravamo alla partenza della Volterra trail un po’ per caso,un po’ per gioco.
Quando qualche settimana prima abbiamo deciso di partecipare ci siamo detti semplicemente: “Partiamo e arriviamo dove ci sentiamo,senza farci problemi. L’importante è che ci divertiamo!”
Con spirito leggero quindi abbiamo iniziato le prime pedalate assieme al gruppo di partecipanti, loro carichi di motivazioni e aspettative, noi che ci chiedavamo solo quando ci saremmo fermati per un caffe…
Siamo così io e Cassandra, ci impegniamo in ciò che crediamo e facciamo,ma senza crearci stress,senza porci traguardi obbligatori. Per non perdere il gusto del fare,per goderci l’attimo e ogni momento e non solo il risultato. Sia nello sport che nel nostro impegno nel sociale.
Siamo partiti con una bellissima giornata di sole. Volterra è alle spalle, seguiamo la lunga coda di partecipanti che ci osservano,sorridono,ci urlano: “ma te guarda! Un tandem” oppure bonariamente: “ma che?! Siete grulli?!” Ridendo tutti assieme. La maggior parte però ci carica! Ci da energia e entusiasmo, ci urla: “siete grandi” e fa bene sentirselo dire,dovremmo dircelo tutti i giorni tra di noi. E’ terapeutico.
Pedaliamo tutti assieme fino alle prime salite. Poi inizia la prima vera salita e i km per la nostra preparazione sono già importanti (ora ci sembra strano pensarlo dopo più di 220 km) ma dopo circa 30 km dalla partenza,durante la salita,vediamo i primi tentennamenti degli altri partecipanti, siamo noi a incitare loro mentre lentamente ASAN (così si chiama il nostro tandem,Asino in Piacentino) sale il pendio.
Prendiamo esempio da Forrest Gump quando corre per tutta l’America: quando abbiamo fame mangiamo,quando siamo stanchi ci rilassiamo. Tutto senza ansia da Orologio.
Ci avviciniamo a San Gimignano e riconosciamo le colline e il paese che già durante l’estate 2016, mentre percorrevamo parte del tracciato del Tuscany Trail al contrario, abbiamo fatto conoscenza e odiato la lunga salita che porta al paese stupendo. Sembra ci giriamo attorno come su una scala a chiocciola,ci giriamo attorno e non ci arriviamo mai.
Arriviamo davanti a una breve ma pendente salita fiancheggiata dai prati. Vediamo già gli altri ciclisti,provarci e poi a metà scendere dalla bici e proseguire a piedi. Ci fermiamo ai suoi piedi,un attimo di respiro,una foto,una bevuta, ci guardiamo e come al solito: “Proviamoci,al massimo scendiamo!”. Partiamo,rapporto agile,inizia la pendenza. Pedalata caratteristica del caso,lenta. I pedali sono stantufi di un treno stanco. Sinistro giù, Destro Giù, Sinistro Giù, Destro giù… Asan è lento,ma inesorabile. Saliamo piano,ma saliamo. Superiamo uno,due poi tre ragazzi. Il terzo che già stava camminando da un po’ si ferma e ci guarda, non riesco a voltarmi,ma sento il suo sguardo. Immagino la sua bocca aperta a vedere quel tandem che sale e ce la sta facendo! Un altro ci da strada e ci incita: “ Questi ragazzi ce la fanno,ci credono! GRANDI! GRANDI!” E dietro le sue parole raggiungiamo la cima col fiatone, soddisfatti di aver vinto questa piccola grande battaglia della grande guerra chè è questa Votlerra Trail tra noi stessi e il percorso! Scatta qualcosa dentro di me e Cassandra! Ci guardiamo e senza proferire parola capiamo contemporaneamente che iniziamo a crederci. Se abbiamo fatto questa,ora dobbiamo provarla tutta! Beviamo dalla fontana e ci raggiungono i ragazzi che ci hanno visto salire,si congratulano e fanno domande sul tandem. Ancora non lo sappiamo, ma quel gruppetto sarà lo stesso con cui ci faremo reciproca compagnia la notte e poi il giorno dopo,fin quasi al traguardo.
Ripartiamo e pian piano si fa sera, raggiungiamo San gimignano poco prima delle 18.00, orario perfetto per l’aperitivo! Senza farci problemi ci fermiamo al primo bar e banchettiamo con birra, coca cola e schiacciatina. Ci raggiungono altri ragazzi e seguono il nostro esempio. Conosciamo Marco e Marcello e Francesco e Sandro e altri di cui ora non ricordo il nome. Verremo poi a sapere che uno dei ragazzi che ha seguito il nostro esempio nel bere una birra sottosforzo lo ha fatto stare male e ha dovuto rinunciare,ce ne spiace nel saperlo,ma scherzandoci su mi ripeto che alcune cose solo un Alpino può farle…
Ripartiamo dopo questo banchetto da fighetti milanesi,torce accese,ormai è buio. Riceviamo notizie contrastanti riguardo il percorso che ci aspetta,ancora 30 chilometri per arrivare dove dormiremo.
Come prima esperienza ci siamo viziati per la notte e al posto della tenda abbiamo scelto di dormire in un agriturismo. Col senno di poi capiamo che non è proprio la scelta migliore, perché mentre di contro con la tenda devi protarti il suo peso, di pro ti consente di fermarti esattamente quando vuoi senza dover subire lo stress di rispettare un orario per cenare e prendere la stanza.
Comunque inutile piangersi addosso.
La stanchezza si fa sentire,Cassandra ogni luce che vede mi chiede se sia l’agriturismo e dovergli rispondere di No ogni volta mi rattrista. Io non sento più il fondoschiena,la sella è una tortura. Il gruppetto rallenta troppo e non voglio far soffrire il freddo e la stanchezza per troppo tempo a Cassandra,perciò ci stacchiamo e proseguiamo soli.
Sono le 22… Finalmente arriviamo! Le luci accese e il profumo della cena ci stampa un sorriso ebete. Ci accoglie il nostro motivatore Gianni,entriamo nella struttura e ci accoglie un enorme applauso di più di 130 coppie di mani. E’ un momento da film che ci ricorderemo per sempre. Tanti complimenti,ma adesso io e Cassandra sogniamo solo una sedia e la cena.
Dopo cena ci promettiamo di non porci problemi,dormire e decidere la mattina seguente il da farsi a seconda di cosa ci diranno le nostre gambe dopo questi 120 km, un chilometraggio mai raggiunto da parte nostra in un unico giorno.
Il sonno dei giusti ci prende subito e la notte vola via. Quando ci svegliamo scopriamo di essere in un posto da favola. Un panorama stupendo che il buio aveva nascosto e una struttura bellissima l’agriturismo Diacceroni,pensare che la notte prima l’abbiamo profondamente odiato perché non lo si raggiungeva mai…
Ricca colazione,4 battute con gli altri partecipanti che dalle 8 iniziano a partire. Noi alle 8.30 siamo pronti a partire, oggi o si vince o si crolla.
Iniziamo subito bene con una dolce discesa che ci regala la vista di due bellissimi giovani caprioli,ma alla fine della discesa la prima divertente sorpresa… il superamento del guado del fiume Era. La giusta sveglia!
Divertiti superiamo l’acqua gelata,poi il sorriso sparisce perché inizia la prima salita che ci ricorda subito che ieri abbiamo già dato molto. Mi devo fermare, la sella mi sta facendo uscire di testa e le gambe sono dure. Mangiamo una barretta e ci sorpassano gli amici (adesso ci conosciamo,non sono mai stati avversari e il soffrire assieme ci unisce come veri e pochi amici). Ripartiamo nel modo giusto, il tandem riprende il suo lento ritmo come un treno a vapore. Solo il percorso bagnato e la poca freschezza nella guida ci obbligano a fare dei tratti a piedi. Ma la lunga salita è fatta e arriviamo davanti bellissime per me,paurose per cassie,pale eoliche.
Un lungo sali scendi estenuante ci porta finalmente a una bella discesa e raggiungiamo, con Marco, Ponteginori dove decidiamo di pranzare in uno scadentissimo bar… La pausa non ci rifocilla a dovere e ci fa solo perdere tempo,ma un po’ di riposo era meritato. Ripartiamo mezz’ora dopo e un’altra lunga salita ci porta a Libbiano dove raggiungiamo altri partecipanti e prendiamo esempio per fare un decoroso pranzo con un panino. Io ne approfitto e lego alla sella uno dei giacchini per fare spessore e finalmente avere un po’ di pace. Quello stesso giacchino rimarrà lì anche quando ci raggiungerà la sera e rimanere in maniche corte non sarebbe proprio consigliato.
Un po’ di discesa e poi, immancabile, la salita e la giornata trascorre e arriviamo a 80 km per uesta giornata. In totale abbiamo già superato i 200 e come ieri per San Gimignano, oggi giriamo attorno a Volterra,la vediamo e non ci avviciniamo mai,ma ora è proprio sopra di noi. Siamo assieme a Marco,Francesco e dei matti simpatici ragazzi sardi,la cui unica donna continua a ripeterci: “ma che bellini che siete!” strappandoci un sorriso dai volti stanchi. Un gruppetto che ci darà l’ultima carica. Si,ormai è l’ultimo sforzo. Il gruppo va avanti,ma io e Cassandra ai piedi della salita ci fermiamo un attimo,mangiamo una barretta,accendiamo i faretti, un bacio, uno sguardo alla Luna e si torna a pedalare. Gli ultimi chilometri. L’ultimo sforzo dopo 210 km. Vediamo la salita illuminata, come un serpente magico,dai faretti di chi ci precede. E’ incredibile dopo più di 24 ore di pedalata,il tandem continua ad andare a un ritmo lento, costante e inesorabile. Asan si muove perfetto,per tutta questa strada non ha mai dato una noia. Recuperiamo,senza volerlo e senza fretta, uno alla volta ognuno dei partecipanti. Marco, Francesco, i sardi uno alla volta, piano piano. Gli occhi si riempiono di lacrime che tratteniamo. Ce la stiamo per fare per davvero! 36 ore fa non lo avremmo mai detto! Raggiungiamo alcuni ragazzi del gruppo dei sardi fermi in cima in attesa dei propri amici,salutiamo ma non ci fermiamo,mancano pochi metri. Entriamo in paese,riconosciamo la strada che abbiamo fatto alla partenza. Sono le 19.40 di Domenica 12 Marzo 2017 e contro ogni nostra previsione stiamo per giungere al traguardo di una gara che non pensavamo neanche di finire!
Arriviamo allo striscione dell’arrivo scendiamo e ci abbracciamo! Forte! Tra gli applausi dei pochi presenti a cui chiediamo subito le foto di rito: Io,Cassandra e ASAN.
Arrivano anche gli altri,gli ultimi,Gianni che era già arrivato alle 17 (anche lui alla sua prima esperienza conclusa in maniera straordinaria).
Siamo entrati nella storia. Siamo il primo tandem in Europa ad aver concluso un ultratrail! E tra tanti sportivi che conosciamo e che credono nell’agonismo più di noi… chi ha stabilito questo piccolo record sono stati i due più improbabili ciclisti della storia.
Siamo stanchi,distrutti e soprattutto affamati.
Ci sta proprio una bella pizza e una buona birra!
Con una promessa a tavola tra di noi… Sarà la prima di tante altre bellissime avventure!

Parlano di noi

Stiamo cercando di aggiornarci e aggiornare il blog.

Per noi è tutta una novità.. perciò abbiate pazienza..

Intanto.. se volete scoprire qualcosa di più di noi..

Seguiteci alla pagnia facebook: IL TANDEM VOLANTE

Ed eccovi alcuni link interessanti:

Il fantastico portale di ciclismo, bibbia per tutti gli appassionati di due ruote in Italia:

www.bikeitalia.it/2017/04/13/tandem-volante-crowdfounding-beneficienza/

PARLA DI NOI LA MITICA RIVISTA DI MTB (mountainbikeworld.it):

Iniziative benefiche – In tandem per beneficenza

 

Il quotidiano locale di Piacenza,che da subito ha seguito i nostri primi passi (grazie a Elisa Malacalza)

http://www.libertaonline.it/editorialeliberta/books/piacenza/2017/20170315piacenza/#/18/

http://www.libertaonline.it/editorialeliberta/books/piacenza/2017/20170315piacenza/#/18/

melville (locale piacentino):

http://www.caffemelville.it/il-tandem-volante/
http://www.bobobo.it/piacenza/eventi/in-viaggio-con-il-tandem-volante-di-diego-cassandra-e2705132

liberta (quotidiano piacentino) (generale):

http://www.liberta.it/tag/tandem-volante/

liberta oltreautismo: http://www.liberta.it/news/cronaca/2017/01/15/diego-e-cassandra-donano-il-tandem-a-oltre-lautismo-appello-alle-aziende-piacentine/

liberta uici: http://www.liberta.it/news/cronaca/2016/09/03/due-tandem-per-far-andare-in-bicicletta-anche-i-ciechi-ora-servono-volontari-per-guidarli/

LIFEINTRAVEL (sito di e per appassionati di cicloturismo): https://www.lifeintravel.it/tandem-volante-in-bici-per-aiutare-gli-altri.html

CYCLINGINLOVE (blog di una mitica coppia amanti della bici) : https://cyclinginlove.wordpress.com/2017/03/08/il-viaggio-di-diego-e-cassandra-in-tandem-sulle-strade-della-sardegna-e-della-corsica/
Alessandria:

Tandem Bar! Viaggi E Beneficenza In Tandem!

https://it.eventbu.com/alessandria/tandem-bar-viaggi-e-beneficenza-in-tandem/855363.amp

FIAB LODI: http://www.fiablodi.it/event/sabato-14-gennaio-2017-il-tandem-volante/