Hunza Valley

Hunza Valley

Torniamo indietro verso Gilgit e ci dirigiamo a Nord verso la valle di Hunza. Abbiamo un appuntamento con il nostro amico Moin che organizza dei tour in moto nel Nord del Pakistan. Non abbiamo mai viaggiato in gruppo e ci sembrava divertente provare.

Li raggiungiamo a Karimabad e con loro ci godiamo un meraviglioso tramonto dall’alto di Eagle’s Net, il punto più alto di tutta la valle.
Siamo felici di averli incontrati. Con loro ci sono amici che avevamo già incontrato a Lahore e il clima è di festa.

Il piano è di andare insieme fino al Khunjerab Pass, a quasi 5000m, il passo di confine carrozzabile più alto del mondo che divide il Pakistan dalla Cina.
Per raggiungerlo dovremo caricare la moto su una barca per attraversare un lago formatosi nel 2010 in seguito a una frana.
Come se questo piano non fosse già abbastanza avventuroso, dobbiamo fare i conti con ulteriori imprevisti: veniamo a conoscenza che dall’altra parte del lago si è staccato un pezzo di ghiacciaio creando due nuovi torrenti che passano proprio sulla strada. Voci dicono l’acqua arriva fino alle spalle e di conseguenza non si possono attraversare in moto.
Come se non bastasse in tutta la valle c’è carenza di benzina, un petrol shortage creato artificialmente dal governo per questioni economiche.

Andiamo a dormire pieni di dubbi sull’indomani.

Il mattino seguente guidiamo i 30 km che ci separano dal lago e ci sediamo sulle sue sponde ad osservare le operazioni di carico e scarico dei veicoli in attesa del nostro turno.
Su queste barchette colorate vengono caricate in maniera completamente caotica ed apparentemente casuale macchine, sacchi di cemento e persone.
Thomas inizia a chiedersi se è davvero una cosa sensata caricare la nostra moto con tutte le cose dentro su una di queste scialuppe.
Per farci ridere Noman ci mostra un video di due anni fa in cui un camion, nel tentativo di scendere dalla barca, si inabissa nelle acque gelide del lago in una manciata di secondi….
Ovviamente non aiuta a tranquillizzare Thomas.

Motorbike on the boat

Ci convinciamo anche noi e dopo momenti concitati la nostra moto viene caricata a prua e ci godiamo la traversata di un’ora su questo lago dal colore incredibile.

Non facciamo in tempo a rilassarci dopo aver rimesso la moto sulla terra ferma che ecco davanti a noi i due guadi, uno subito dopo l’altro.
I torrenti scendono impetuosi dalla montagna e l’acqua ghiacciata arriva fino al ginocchio.
I ragazzi con i loro Piaggio 125 si lanciano a capofitto nell’acqua, subito dietro anche Thomas che rimbalzando su un sasso e l’altro arriva dall’altra parte. Io mi aggrappo di lato alla jeep di supporto del tour e arrivo dall’altra parte completamente bagnata, ma entusiasta.

Nell’euforia generale tutti si gridano l’un l’altro “this is awsome” e un ragazzo in mocassini e maglioncino di lana, figlio della Lahore bene mi si avvicina e mi dice “Capisco solo adesso perchè siete in viaggio da 3 anni, voi vivete queste cose tutti i giorni: this is Hepic!”.

Moin's Tour

La strada gira a sinistra dietro a una montagna e improvvisamente ci appare davanti la nostra ricompensa per una giornata così piena di enozioni: un gruppo di montagne che viene chiamata “la Cattedrale”. La luce del tramonto colora le guglie di rosa offrendoci uno spettacolo così meraviglioso che cancella ogni dubbio e ripaga ogni sforzo.

Arrivati a Passu scopriamo che la benzina è davvero finita.
Moin decide che il suo tour deve continuare e va al Khunjerab con la Jeep di supporto (che va a diesel) lasciando le moto parcheggiate in guest house.
Noi passiamo l’intera giornata (e le giornate successive) ad ammirare la Cattedrale senza mai stancarci.
Le montagne si fanno guardare e noi le guardiamo.

Il giorno successivo Moin e il suo tour ci salutano e tornano a Karimabad per poi proseguire verso Skardu, mentre noi manteniamo le nostre posizioni al sole di fronte alla Cattedrale.

Dimentichiamo completamente che siamo bloccati lì senza benzina, a metà strada fra un lago e un passo a 5000 metri, e semplicemente “stiamo”.

Agatik