Nagar Valley

On the way to Hopar

Iniziano i nostri dubbi.
Il nostro visto scade fra 2 settimane e noi non vogliamo andarcene.
Non riusciamo a decidere il da farsi.
Ovviamente non cerchiamo di rimediare alla cosa in maniera razionale, ma semplicemente iniziamo a fare quello che mia mamma chiamerebbe cincischiare.

The ValleyPassiamo altri 3 o 4 giorni a Passu, per poi tornare a Karimabad, prendere in affitto una stanza per una notte e fermarci invece una settimana.
La nostra attività giornaliera prevede il fare una gigantesca colazione con vista sul Rakaposhi e sulle montagne terrazzate della valle di Nagar che si apre proprio di fronte a noi.
Thomas dichiara di essere “il guardiano della valle” e di non potersi muovere dalla sua posizione. Dopo un po’ ritratta dicendo di essere soltanto “l’osservatore ufficiale della valle” che è un ruolo meno impegnativo.

Prima dell’arrivo degli Inglesi, Hunza e Nagar erano due regni distinti e nemici, con tradizioni e lingue diverse. Essendo divise da un impetuoso fiume di origine glaciale le culture non si sono mai uniformate, pur rimanendo molto simili.
In entrambe le valli viene praticata un’agricoltura eco sostenibile completamente basata su metodi naturali.
I ripidi fianchi delle montagne sono stati terrazzati e sono stati creati canali che portano l’acqua e il verde in luoghi altrimenti deserti.
Questa è la stagione delle albicocche e noi, golosi, ci lanciamo nella degustazione delle varie specie autoctone di queste valli: albicocche di un arancione intenso, quasi rosso, dal sapore dolcissimo, albicocche bianche, un po’ più aspre ma più pregiate e le albicocche-bacca di Nagar dalla dimensione di grosse amarene che sono un’esplosione di gusto.

Hopar Glacier

Nel nostro cincischiare ci spostiamo da una valle all’altra, percorrendole fino in fondo per poi tornare indietro. Passiamo 4 giorni a Hopar, in fondo alla valle di Nagar, nel punto in cui finisce la strada. Da lì ci si avventura solo a piedi attraversando un gigantesco ghiacciaio nero che rotola giù direttamente dalle montagne.
Ci andiamo sopra e mi fa paura. Siamo in mezzo a punte di ghiaccio ed enormi rocce che vengono trascinate a valle dalla forza ghiaccio. Mi sento minuscola e indifesa. Il freddo pungente mi fa pizzicare la punta del naso e intorno a me si sente il rumore di acqua che sgocciola e di ghiaccio che si rompe. Non mi sento in grado di affrontare un mostro di queste dimensioni.
Ci raccontano che è attraversando questo ghiacciaio che i primi musulmani sono arrivati in Pakistan dalla Persia, convertendo una popolazione che altrimenti era animista e buddista.

Thomas and the kidsA Hoper abbiamo ancora una volta un forte desiderio di fermarci. A vivere intendo.
La valle è meno ripida di quella di Hunza ed è tutta coltivata. In ogni villaggio veniamo accolti da sguardi stupiti e sorrisi e tutti i bambini che incontriamo si uniscono a noi nelle nostre passeggiate fino a che ci ritroviamo a capitanare una squadra di bimbi vocianti.

In tutta la valle non esistono negozi di verdura, ogni famiglia ha il proprio appezzamento di terreno e un orto all’interno delle mura di casa. Quando chiediamo come fare per poterci cucinare, un uomo mi accompagna nel suo campo e mentre lui scava per dissotterrare delle patate, mi fa cenno di raccogliere fagiolini e foglie simili a spinaci.
Ogni sera, al tramonto, ci raduniamo con gli uomini del villaggio in un piccolo chay shop con vista sul ghiacciaio e veniamo iniziati ai passatempi della valle: una specie di giro dell’oca chiamato Larù a cui Thomas si rivela essere un campione e un gioco simile al biliardo in cui al posto che le palle vengono usate grosse pedine a forma di disco.

Viene il brutto tempo: inizia a piovere e lì, a fianco al ghiacciaio, fa davvero freddo. I nostri sogni idilliaci di fermarci a vivere in una di queste valli si scontrano con la dura realtà: stà arrivando l’inverno e qua sull’Himalaya stà per venire il freddo quello vero, quello che noi non siamo pronti ad affrontare.

Scendiamo a Gilgit dove cincischiamo per giorni ad accarezzare Gulebi, il gatto arancione di Abdul, il padrone della guest house dove stiamo. Facciamo piani di arrivare a Islamabad prima della scadenza del visto, ma non prima di aver concluso il nostro giro delle Northern Areas passando per Skardu e Deosai Plains. Ho come l’impressione che, tanto per cambiare, questo visto ci starà un po’ stretto…

Agatik