Kaghan Valley

Siamo partiti verso Nord.
Ci siamo stufati di aspettare permessi che non arrivano e siamo partiti.
Questo ci impedisce di andare in Azad Kashmir e ci lascia dei dubbi su se potremo fare il Babusar Pass, ma siamo abbastanza sicuri di poter andare lo stesso in Gilgit Baltistan…

La prima avvisaglia dei monsoni aveva appena finito di rinfrescare Islamabad. Raggi di sole brillavano sulle aiuole imperlate di pioggia e le strade erano piene di gente uscita a godersi il fresco dopo settimane di caldo intenso.My favourite mountain. Kaghan
Non appena usciamo dalla città il paesaggio cambia: la strada inizia subito a salire e tutto intorno è foresta. Presto gli alberi scompaiono nascosti da una densa coltre di nebbia lattea.
Mi piace la nebbia, lo trovo un evento metereologico curioso.
Passiamo Murree e Nathia Gali e il bianco persiste. Più veloci ci muoviamo, più la nebbia ci si appiccica addosso e si trasforma in pioggia.

Family on a bike
Sono le stesse strade che abbiamo percorso 2 anni fa e non vediamo l’ora di entrare nella Kaghan Valley.
Il tratto di strada fra Abbotabad e Manshera è come ce lo ricordavamo: un disastro di traffico e tripli sorpassi.
2 anni fa ci aveva toccato dentro un pullman, quest’anno una macchina blu.
Felici di lasciare la KKH e di infilarci in una valle laterale, giriamo a destra verso Balakot.


Passiamo a salutare il manager del PTDC che ci aveva aiutato 2 anni fa e un vecchietto a cui avevamo promesso di portargli una sua foto se mai saremmo ripassati di lì.Truck and passenger Tutti sono felicissimi di rivederci “Welcome back to Pakistan!”
La strada corre stretta fra la montagna e il dirupo, sul cui fondo scorre roboante il fiume.
Centinaia di arnie di api sono disposte ai lati della strada e sentiamo gli insetti sbattere contro le visiere dei caschi quando gli passiamo a fianco. Improvvisamente Thomas inizia ad agitarsi, un’ape gli è entrata nel casco che aveva lasciato inavvertitamente aperto. Supera un camion parcheggiato in malo modo in mezzo alla strada e accosta lasciando andare la moto a terra. In un secondo riviviamo le stesse emozioni provate 2 anni fa quando siamo caduti in quella stessa valle. Questa volta, per fortuna, la conta dei danni è decisamente minore: una puntura d’ape su un orecchio e un’ammaccatura alle borse nuove.

Naran Valley
Saliamo lungo la valle fino a Kaghan e ci fermiamo molto prima del tramonto in un minuscolo albergo con vista sulla vallata. Passo ore a guardare il via vai di persone e animali su un sentiero che taglia a metà la montagna di fronte. Sull’altro versante della vallata non ci sono strade carrozzabili, le poche case sparse qua e là sono raggiungibili solo a piedi o a dorso d’asino e la vita lì sembra scorrere più lentamente.

Il colore predominante è il Verde.Group Photo
Gli uomini hanno gli occhi azzurri e la carnagione chiara.
Ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto che abbiamo fatto bene a tornare: il Pakistan è una terra meravigliosa.

Agatik