Questo racconto parla di una terra che non c’è, chiamata This is the tale of a land lost within the clouds called Ladakh.
Uno di quei luoghi di fantasia che trovano riscontro soltanto nei sogni… ma come tutti i luoghi fantastici, esistono delle speciali rotte che consentono ai Sognatori di giungervi realmente.It is one of those imaginary places that exist only in dreams… but like all the fabulous places, some special routes allow the Dreamers to truly reach them.
La Manali-Leh è una di queste vie, un ponte sospeso tra la terra e il cielo. Ed è lei il vero soggetto di questo racconto…The Manali-Leh is one of those routes, a bridge suspended between land and sky. And it is the real subject of this tale…
[ INTRODUZIONEIntroduction ]
Nel mondo reale il Ladakh è un vasto altopiano dell’India del Nord imprigionato nell’Himalaya: invalicabili montagne a Nord lo separano da Cina e Pakistan e invalicabili montagne a Sud lo separano dal resto dell’India.In the real world Ladakh is a vast plateau in the North of India imprisoned in the Himalayas: insurmountable mountains to the North separates it from China and Pakistan and insurmountable mountains to the South separates it from the rest of India.
Ma una rotta esiste, a guardar bene… But a route exists, if you look closer…
Troverai l’accesso a questa rotta poco dopo Manali, celato tra le nuvole a circa 4 mila metri di altezza. Una svolta a sinistra ed eccola materializzarsi sotto di te e correre per 500 km nel nulla più totale ad altezze sempre più vertiginose.You will find the access of this route not far after Manali, hidden in between the clouds at 13,000 feet. A bend to the left and here it materializes under your tires and starts its 500km run in the total emptiness, at heights always more vertiginous. You will pass through a pink and dusty cold desert, crossing majestic mountains painted of pastel color and surreal geometries, and right when you thought you have reached the end of the world… then the mirage of a green oasis appears! You will rub your eyes, but you are not dreaming: that is Leh, the cultivated desert. In Leh live the Ladakhi – true highlanders – Tibetan features and Buddhist culture.
Attraverserai un deserto freddo, rosa e polveroso, valicherai possenti montagne dipinte a pastello con geometrie surreali, e proprio quando crederai di essere giunto alla fine del mondo… ecco apparire il miraggio di una verde oasi! Ti stropiccerai gli occhi ma non stai sognando: è Leh, il deserto coltivato. A Leh abitano i Ladakhi – gente di montagna – lineamenti tibetani e cultura buddhista.
A voler procedere oltre l’Himalaya è impenetrabile, ma virando a sinistra la rotta timidamente continua, e dopo qualche altro valico ai confini della reatà ti riporta giù dalle nuvole coi piedi per terra: benvenuto in Kashmir!The road doesn’t continue straight beyond the Himalaya: it’s impenetrable, it turns to the left and shyly keeps going, after few other passes at the border with reality, it brings you back down from the clouds, you land with your feet on the ground: welcome to Kashmir!
Questa rotta serve dunque per portare i rifornimenti a Leh. Una striscia di asfalto e terra battuta che in maniera surreale si srotola inesorabile in un paesaggio extra-terrestre, a volte piatto a volte appuntito, tanto duro e ostile quanto dolce e incantevole. E’ sotto il controllo dell’esercito indiano che la tiene costantemente sotto manutenzione per pattugliare un confine tracciato col sangue, la cosiddetta “linea di controllo” che divide prepotente il Kashmir tra Pakistan e India.
Giusto qualche dhaba ogni tanto completa il paesaggio: si tratta di solito di un vecchio paracadute dismesso dall’esercito messo a formare un tendone sotto al quale troverai un zuppa calda, acqua e coperte, tanti sorrisi e poco altro.This route is mainly used to bring provisions to Leh. A strip of tarmac and hard ground that unroll itself inesorably in an alien landscape, sometimes flat, sometimes sharp, as hard and hostile as gentle and fascinating. It is under control of the indian army that constantly maintains it, in order to patrol a border marked with blood, the so called “line of control” that divides Kashmir between Pakistan and India.
Every once in a while a dhaba completes the landscape: usually an old army parachute used to build a tent where you will find a hot soup, water and blankets, big smiles and not much else.
Dall’ultimo distributore a Leh corrono 365km di polvere rosa sovrastata da un cielo eternamente azzurro, per tre volte terra e cielo si incontreranno a 5 mila metri di altezza. Nessun villaggio, nessun movimento, nessun suono, nessuna “entità” lungo la via. Sempre e soltanto voi. E la strada.From the last petrol pump to Leh there are 365km of pink dust overlooked by an eternally blue sky, for 3 times earth and sky touch above 18,000 feet. No villages, no motion, no sound, no “entities” along the road. Exclusively you. And the road.