La nostra dipartita dal Pakistan è stata alquanto rocambolesca…
Ospedali, visto scaduto e nottata all’addiaccio nella terra-di-nessuno tra Pakistan e India.
Ma andiamo con ordine.
Our departure from Pakistan was quite adventurous…
Hospital, expired Visa and a night camping in “no man’s land” between Pakistan and India.
Let’s go in order.
Thomas era in ospedale per un infezione alle tonsille, Agata invece non si allontanava troppo dal bagno per una infezione intestinale (tutto merito della nostra passione per il cibo da strada: il Pani Poori di Lahore). Questo ci fa arrivare al confine solo l’ultimo giorno di visto.
Com’è, come non è… il confine è chiuso.
Thomas went to the hospital for a tonsils infection, Agata could not go too far from the toilet for a intestinal infection (all the credit goes to our love for street food: the Pani Poori of Lahore). This allow us to reach the border only on the last day of Visa.
Ebbene, per permettere la cerimonia giornaliera dell’ammaino della bandiera, il confine chiude ad un orario improbabile (nel primo pomeriggio). La nostra preoccupazione dura poco di fronte alla sdrammatizzazione degli ufficiali di confine “1 day, 2 days, 3 days… no problem! Godetevi la cerimonia!”.
Ed è quello che facciamo, seduti in tribuna d’onore.
Well, to allow the daily ceremony to haul down the flag, the border closes at strange hours (early afternoon). Our worries fade away when we see the border police minimize the problem “1 day, 2 days, 3 days… no problem! Enjoy the ceremony!”
And this is what we actually did, for the honor gallery.
Per la tenda è troppo caldo, appendiamo la zanzariera a un arbusto e per stanotte va bene così. Un signore ci si avvicina e ci racconta che negli anni ’80 questo stesso giardino era sempre pieno di tende, viaggiatori che andavano e venivano. Si fa persino fatica a immaginarlo, ora.
It’s too hot to sleep in the tend, we hang a mosquito net to a bush and for tonight it will be ok. A man comes to tell us that in the ’80 this same garden was always full with tents and travelers coming and going. It’s even hard to imagine it now.
TUMP!
Il gigantesco albero poco più in là è come un distributore continuo di succulenti manghi maturi… l’altro aspetto di essere a luglio in Pakistan!
La mattina le formalità si risolvono in fretta: controllano che il numero di telaio corrisponda a quello sul Carnet de Passages della moto, e siamo in India. In india non è altrettanto veloce: hanno approfittato di noi per far esercitare su moto e bagagli una scolaresca di apprendisti agenti di confine, che culo eh?
The huge tree behind us is a fresh mango supplier… this is the good side of being in Pakistan in July!
The next morning we handled quickly all the formality: they checked if the chassis number was the same of the Carnet de Passage, and we are ready to go to India. On the Indian side things are not so fast: they took advantage of our presence to train a class of going-to-be border police. Lucky eh?
Sei mesi di India! E’ ora di tirare un sospiro dopo mesi di corsa inseguiti dal concatenarsi delle scadenze dei visti.
Ma il Pakistan ci lascia con dell’amaro in bocca, troppo bello e troppe le cose che avremmo voluto ma non abbiamo potuto vedere. Ci facciamo una promessa: tornare in Pakistan!
Dimenticavo: strane cose abbiamo visto sulla via del confine, sul lungofiume succede proprio di tutto!
Six months of India! It is now time to sigh with relief after months of running due to the expiration dates of our Pakistan Visas.
But Pakistan left us with a sour taste in our mouths, too beautiful and too many things we wanted to see but we couldn’t see. We make a promise to ourselves: go back to Pakistan!
I forgot: we saw weird things on the way to the Wagha Border, on the canal everything can happen!
[ Video ]