Samothraki è un’isola magica, il cui segreto speciale è nascosto fra le montagne.
Non sono state le spiagge di sassi a farci rimanere qua per tre settimane, ma la bellezza inaspettata di pozze verdi verdissime, di scivoli fatti col culo su roccie levigate da chissà quanti secoli d’acqua, di alberi dalle forme arrotondate e addolcite dal vento. Sono angoletti di paradiso che non avremmo mai scoperto se non avessimo avuto per guide amici che credono profondamente nella magia di quest’isola e che sanno mostrarla con una splendente curiosità, come se fosse che dopo ogni curva magari questa volta c’è qualcosa di nuovo.
Grazie per il motorino di cortesia con più di 86.000km e la ruota che balla e il freno che non frena e la chiave che non si infila e tutto il resto che però ha fatto egregiamente il suo mestiere e ci ha permesso di uscire da una riserva spintissima.
In qualche modo grazie anche per averci fatto fare un off road improbabibilissimo e pericolosissimo a picco su una scarpata verticale che quando guardavo giù mi venivano le vertigini, ma poi non guardavo giù perchè dovevo tenermi stretta e spingere sui pedalini perchè “Le sospensioni saranno la prima cosa che si romperà di questa povera moto”. Però adesso sappiamo che possiamo farlo. Anche questo.
E poi possiamo perderci mille volte per la stessa strada su e giù e poi ritrovare quella giusta, e possiamo perderci di nuovo e farci guidare dalle capre (che tanto ti danno le informazioni sbagliate, malaka!), e poi scendere troppo a valle e poi ritornare su.
E se possiamo fare tutto questo e ancora sorridiamo for sure possiamo fare molto di più.