Due anni fa, più o meno nello stesso periodo di adesso, eravamo a Lahore, in Pakistan, era il nostro ultimo giorno di visto e volevamo attraversare il confine e entrare per la prima volta nella nostra vita in India. Arrivati di fronte al confine ci fermiamo a bere l’ultima Coca Colina del Pakistan certi del fatto che il confine non può mica chiudere alle 4 del pomeriggio…
Ovviamente si. Per cui per colpa di una Cola siamo rimasti “incastrati” nella terra di nessuno, con il visto scaduto. Two years ago, more or less in this time of the year, we were in Lahore, Pakistan, it was our last day of visa and we had planned to cross the border and enter in India for the first time of our lives. We reached the border and just in front of it we stopped to drink the last cold drink of Pakistan sure that the border cannot close at 4 in the afternoon…
Obviously it does. So because of a Coca Cola we got “stuck” in no man’s land, with our visa expired.
Pochi giorni fa abbiamo percorso la stessa strada all’incontrario: eravamo in India, ad Amritsar e volevamo andare in Pakistan. Con la nostra solita calma eravamo in viaggio verso il confine ben oltre l’ora di pranzo. E Agata voleva una Coca Cola. “L’ultima Coca Colina dell’India” diceva…
Thomas, il più saggio dei due, si è rifiutato di fermarsi e ha tirato dritto ignorando la pioggia di pugni che gli cadeva sulla schiena… Few days ago we crossed the same road backwards: we were in Amritsar, India and we wanted to go to Pakistan. With our usually calmness we started to go towards the border way after midday. And Agata wanted a cold drink. “The last Coca Cola of India” she was saying…
Thomas, the wisdom one, refused to stop and kept going ignoring the shower of punches that was falling on his back…
E per fortuna.
Ore 14:15 arriviamo al confine.
Ci timbrano i passaporti e chiamano l’ufficiale addetto ai documenti della moto.
Ore 14:30 arriva un pullman di gente che, con un’incredibile quantità di valige, vuole attraversare il confine.
La nostra presenza passa in secondo piano. Ci sediamo e aspettiamo. Fortunately.
14:15 – we reach the border.
They stamp our passports and call the officer responsible for the Carnet de Passage.
14:30 – a bus full of people with an incredible amount of luggages enters the custom.
Our presence there gets pushed in the background. We sit and wait.
Ore 15.10 arriva l’addetto al Carnet de Passage e inizia a farci storie perché la validità del Carnet è stata estesa di 6mesi in Sri Lanka e l’AAC non ha messo abbastanza timbri. Come può fidarsi di un Automobile Association che ha messo così pochi timbri?!
Quando finalmente riusciamo a convincerlo che un timbro è più che sufficente, fa per firmarci i documenti, poi si blocca e ci chiede: “Quanti giorni siete rimasti in India? Non potete stare più di 180!”
E inizia a contare… “180! Siete in ritardo!”
“No Sir, non lo chiamerei essere in ritardo, direi piuttosto che siamo perfettamente in tempo….”.
3 secondi di silenzio in cui lui cerca qualche altro cavillo a cui attaccarsi, poi guarda l’orologio: “Ma siete in ritardo! Fra 6 minuti il confine dalla parte Pakistana chiude!”. 15:10 – The officer in charge for the documents for the bike shows up and starts to give us an hard time bacuse the validity of the Carnet was extended of 6 months in Sri Lanka by the AAC, and they didn’t put enough stamps. How can he trust the genuinity of an extension granted by an Automobile Association that put so few stamps?!
When we finally manage to convince him that a single stamp is more than enough, he is about to sign our papers when he halts and asks: “How many days did you stay in India? You cannot stay more than 180 days!”
And starts counting… “180! You are in late!”
“No Sir, I wouldn’t call it being in late, I would call it being perfectly in time!”
3 seconds of silence while he is looking for some other flaw to bother us about, he then looks at the watch: “You are in late! In 6 minutes the border on the Pakistan side will close!”
Ma vaffan….
Siamo stati qui seduti un’ora ad aspettarti!Ma vaffan…
We sat here one hour waiting for you!
Per fortuna che l’India è l’India e il Pakistan è il Pakistan. Dall’altra parte ci timbrano i passaporti in un attimo e in una decina di minuti compilano il Carnet de Passages, ci stringono la mano e “Welcome to Pakistan!”. Luckily India is India and Pakistan is Pakistan. On the other side our passports are stamped in few seconds and in less than 10 minutes they fill the Carnet de Passages, shake our hands and “Welcome to Pakistan!!”.
E in più, per la prima volta da quando siamo partiti avevamo qualcuno ad aspettarci al confine!
Il nostro primo abbraccio pakistano ci è stato dato da Moin Khan che nel 2011 è andato da San Francisco al Canada, poi in Europa e fino in Pakistan a bordo della sua Honda CBR 600. Insomma, un altro “sgarruppato” come noi, con un sogno: far sapere al mondo che il Pakistan è un paese meraviglioso! And what’s more, for the first time in our trip we had somebody waiting for us at the border!
Our first Pakistani hug was give to us by Moin Khan that in 2011 went from San Francisco to Canada, then to Europe and all the way to Pakistan on his Honda CBR 600. Another, “less organized biker” like us with a dream: to tell the word what an amazing and beautiful country is Pakistan!
The World Bikers community spacca tutto!! : ) rocks!
Lahore, Pakistan