Visto India a Islamabad

In Pakistan ci siamo trovati davvero bene, se solo non ci fosse stato l’inconveniente dei 47°/50° di luglio e del circolo vizioso che ogni 3 ore mina la tua soppravvivenza: l’elettricità salta, la ventolina sul soffitto si ferma, l’aria diventa soffocante, ti butti sotto la doccia per cercare di sopravvivere ma… per pompare l’acqua sulle taniche sul tetto c’è bisogno dell’elettricità: no elettricità, no aria, no acqua…. panico!

Noi ci siamo salvati solo grazie alle litrate di mango shake ghiacciati che ci bevevamo ogni giorno e ai deliziosi lassì salati (una bevanda a base di yogurt in tutto simile all’ayran turco).

Ma c’è un motivo se siamo a Islamabad: dobbiamo chiedere il visto indiano. Un calvario.



Primo Problema: quale Modulo?

Sul sito dell’ambasciata indiana di Islamabad c’è un modulo da compilare, mentre su quello del governo indiano ce n’è un altro da riempire online e poi stampare. Ovviamente i due moduli non sono uguali, quale dei due è giusto? [La risposta è: quello sul sito del governo indiano].
Oltre a farti un sacco di domande improbabili (nome di battesimo dei nonni…) c’è scritto anche che servono 2 fotocopie (o 3, non è ben chiaro) per ogni modulo, non sapendo quale dei due sia giusto li fotocopiamo entrambi e ci ritroviamo con un malloppo di 30 fotocopie…


Secondo Problema: il Ritardatario

Il mattino dopo ci presentiamo di buon ora in ambasciata, chi non viene invece è il tizio dello sportello 1, l’unico che si occupa dei visti turistici. “Eh si, è fatto così, alle volte arriva tardi” ci dicono. Dalle nove all’una aspettiamo che l’omino si presenti al lavoro. Non lo farà.
All’una decidono di aprire lo sportello 8 in alternativa. Lo sportello 8 è in un’altra stanza, ma l’avviso viene dato solo in lingua Urdu, così noi perdiamo il posto in coda.
La tizia dello sportello 8 non ha mai fatto un visto turistico a stranieri, chiede una mano a un suo collega.


Terzo Problema: come si legge un Visto?

“Eh, ma il vostro visto del Pakistan è scaduto!” se ne esce uno dei due.

Questo perchè il visto pakistano non è molto chiaro: la data che segue la scritta “Good for a journey upto:” (errori grammaticali compresi) indica la data entro la quale tu devi entrare in Pakistan, da quella data hai un mese di tempo; noi siamo entrati un giorno prima della sua scadenza.

Gli spiego tutta la questione tranquillamente, ma lui niente “No, no. Per quanto ne so io voi siete illegali in Pakistan”… “Beh, per lavorare qui due cose devi saper fare: saper leggere il visto indiano e quello pakistano e tu non sai fare manco quello, vai a chiedere a qualcun’altro!”. Va e torna dopo un pò annunciando che è tutto ok, che il nostro visto è valido.
Proseguono nelle pratiche, ci chiedono uno solo dei mille moduli che ho fotocopiato, ci fanno pagare 4500 rupie a visto e ci consegnano una ricevuta. Io e il mio mazzetto di 20 fotocopie avanzate ce ne andiamo poco convinti.


A questo punto decidiamo di andare a fare un giro nelle Northern Areas [Leggi: Karakoram Highway, Kaghan Valley] per poi tornare dopo 15 giorni a ritirare i nostri visti.


Tornati dal nostro sfortunato giro ci ripresentiamo in ambasciata, allo sportello numero 5 un ragazzo tutto sorridente ci dice: “Ecco qua il vostro visto di 3 mesi, avete visto che ce l’avete fatta?” “Si, ma noi abbiamo chiesto un visto di 6 mesi…” “Qua risulta che avete pagato solo 4500 rupie che è il prezzo per il visto da 3..” “E io che ne so, ho pagato quanto mi è stato chiesto di pagare, ti do la differenza”. Veniamo spediti allo sportello 9 e poi al 10 e a ognuno raccontiamo tutta la faccenda. Alla fine li convinciamo a farci pagare la differenza, ma doveva essere evidentemente troppo complicato per loro tanto che decidono di farci il cambio gratis. Consegniamo i passaporti per poi passare a riprenderli il giorno dopo, stavamo per andarcene quando il tizio mi richiama: “Madame, ma il vostro visto del Pakistan è scaduto!”
Eh no! Ancora!


Terzo problema bis: come si legge un Visto?

Questo tizio non si degna di andare a chiedere a qualcun altro e ci informa che fino a che non torniamo con un foglio della nostra ambasciata o di un’autorità pakistana che confermi la validità del nostro visto del Pakistan, lui non ci può dare quello indiano.
Ovviamente all’Ambasciata d’Italia ci confermano che il nostro visto è valido, ma ci dicono anche che un foglio così non esiste (il visto stesso è il documento che garantisce la nostra legalità), ma che telefoneranno all’ambasciata indiana per risolvere il problema.


Quarto Problema: e alza quel Telefono!

Ricevo una telefonata dall’Ambasciata d’Italia che dice che gli indiani non rispondono al telefono. Che fare?
Torniamo dagli indiani – da notare che ogni volta dobbiamo entrare e uscire dalla Diplomatic Enclave, una zona super protetta con al suo interno tutte le ambasciate (ogni veicolo che entra viene controllato addirittura con degli specchi per ispezionare sotto alla vettura); di solito noi entravamo e uscivamo in moto senza neanche toglierci i caschi, oggi ci chiedono il permesso speciale…
All’ambasciata indiana troviamo un ennesimo impiegato       Nota… Hide…

a posteriori mi rendo conto che lui è stato il primo rappresentante della religione Sikh che ho incontrato nella mia vita, ovviamente al momento mi è solo sembrato un tizio con la barba molto lunga e il turbante…

a cui spiego tutta la storia dal principio e a cui chiedo un numero di telefono diretto perchè l’Ambasciata d’Italia telefona e loro non rispondono. Lui mi rimbalza a un tizio fatto chiamare apposta a cui non frega assolutamente niente di quello che ho da dire, vuole vedere i nostri passaporti. Glieli do e mi dice “Il vostro visto del Pakistan è scaduto”.


Terzo Problema Tris: come si legge un Visto?

Io ho una mezza crisi isterica e scoppio a urlare e piangere dicendogli che sono tutti degli incompetenti, che andasse a far vedere il nostro visto a qualcuno che sa fare il suo mestiere o che per lo meno rispondano al telefono. Lui se ne va nel retro e dopo un pò ritorna scusandosi e dicendo che è vero, il nostro visto non è scaduto…

Per avere un quadro completo va detto che all’ambasciata indiana d’Islamabad, grazie alla “cortesia” e alla “disponibilità” della gente che ci lavora, in tre giorni abbiamo visto donne piangere e persone disperarsi in continuazione. Chi perchè gli è stato rifiutato il visto per andare a ricevere necessarie cure mediche in India, chi perchè non riesce a ricongiungersi coi famigliari (moglie e figlio piccolo in India, padre bloccato in Pakistan), chi semplicemente perchè è stato trattato di merda. E le povere guardie giurate lì indaffarate a cercare di consolare e portare bicchieri d’acqua…

Il giorno dopo finalmente ci consegnano il visto (di 6 mesi) e solo a quel punto acconsento che Thomas dia libero sfogo a tutto il fastidio accumulato facendo una scenata epocale al tizio che ieri mi ha trattato male; e qui si chiude un cerchio: era quello dello sportello numero 1 che si è finalmente presentato al lavoro.


Nella foto il surreale documento firmato da un impiegato del Ministero dell’Interno del Pakistan che dichiara:

“Certified that visa of the passport n. … is valid up to 11th july 2012 and they may not be disturbed for the sake of visa expiry problems.”

[Traduzione: “Si certifica che il visto del passaporto n. … è valido fino all’11 luglio 2012 e che non vengano più disturbati riguardo a questioni sulla scadenza del visto”]


E’ stato un vero piacere sventolarlo davanti al naso di quei gradassi!


Questo documento ci ha risolto un sacco di problemi in Pakistan: nessuno sa leggere il visto, a parte pochi intellettuali illuminati, ma il visto serve anche solo per prendere una stanza in un qualunque albergo!


In attesa di partire verso est, ci lasciamo andare alla sfrenata vita notturna di Islamabad. Siamo orgogliosi di presentarvi il delirante video delle nostre bollenti notti: “dal giardino del cricket”!  [ Video ]

Agatik